Edwige Fenech è stata il sogno degli italiani. Una delle attrici simbolo della commedia sexy italiana degli anni ’70 e ’80, ha lavorato con numerosi registi e con i più famosi attori nostrani e stranieri. È considerata un’icona del nostro cinema, bellissima e affascinante. Nonostante i ruoli estremamente seducenti girati nei film, nella vita reale l’interprete si è sempre mostrata elegante e garbata con un fascino dolce e a tratti aristocratico. Da molti colleghi viene descritta come una donna dalla raffinata intelligenza, elemento confermato dalla sua carriera. L’attrice infatti continua a lavorare ancora oggi non solo davanti alla macchina da presa ma anche dietro, nel ruolo di produttrice attraverso la società che ha creato “Immagine e cinema”. Seppur legatissima al nostro Paese, l’attrice non vive più in Italia.
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Chi è Edwige Fenech
Edwige Fenech nasce il 24 dicembre 1948 ad Annaba, in Algeria, figlia di Felix, di origini maltesi, e di Yvonne, un’italiana originaria della Sicilia. Dopo il divorzio dei genitori, si trasferisce con la madre a Nizza, in Francia. Mentre passeggia per strada viene notata e ingaggiata per una piccola parte nel film “Toutes folles de lui” di Norbert Carbonnaux.
Sull’esperienza racconterà in seguito: “Dovevo dire una parola che non conoscevo e non capivo e mi fecero rifare il ciak 32 volte: una figuraccia tremenda. La parola era “mantenuta”: vuoi fare di me la tua mantenuta?”.
Nel 1967 vince il titolo del concorso di bellezza Lady France e arriva terza a Lady Europa. Di nuovo viene notata da un talent scout che le invia a casa “un contratto pronto da firmare a Roma stop. Ci ritrovammo a Cinecittà, un mondo a noi totalmente estraneo, io non parlavo italiano. Mi dissero di firmare dove c’erano le crocette”. Si tratta del ruolo da protagonista in “Samoa, regina della giungla” di Guido Malatesta. Da quel momento Edwige si trasferisce in Italia.
La carriera nella commedia sexy
Nel 1970 gira due film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia: “Don Franco e Don Ciccio nell’anno della contestazione” e “Satiricosissimo”. All’inizio degli anni ’70 lavora in diverse pellicole di genere giallo, molto in voga in quegli anni, poi inizia il sodalizio con Sergio Martino che la porterà a diventare un simbolo del giallo erotico. La consacrazione nel mondo del cinema nostrano arriva nel 1972 con “Quel gran pezzo dell’Ubalda tutta nuda e tutta calda” di Mariano Laurenti e poi con “Giovannona Coscialunga disonorata con onore” di Martino.
Inizia così la carriera decennale come protagonista della cosiddetta commedia sexy all’italiana con titoli quali “40 gradi all’ombra del lenzuolo” e “La poliziotta fa carriera”. Lavora anche nel genere thriller e horror e in altri generi, ma il successo tra il pubblico maschile la incorona come vera e propria icona sexy. In questi anni posa più volte per l’edizione italiana di Playboy.
La carriera in Tv e come produttrice
Negli anni ’80 partecipa a vari programmi televisivi come “Ric e Gian folies” e “Risatissima”. Debutta in teatro nel 1985 con il dramma “D’amore si muore” di Giuseppe Patroni Griffi. Poi passa alla conduzione di alcune trasmissioni su Rai 1 come “Sotto le stelle”, “Immagina”, “Carnevale”. Nel 1991 presenta il Festival di Sanremo con Andrea Occhipinti. Sempre negli anni ’90 fonda la società “Immagine e cinema” con la quale comincia a occuparsi di produzione televisiva e cinematografica. Tra i suoi lavori ci sono la miniserie “Il coraggio di Anna” (prima produzione) e il film “Il mercante di Venezia”. Nel 2007 viene contattata da Quentin Tarantino per un cameo in “Hostel: Part II”.
Cosa fa oggi Edwige Fenech
Nel 2012 Fenech recita il ruolo di Caterina II di Russia nella miniserie “La figlia del capitano” da lei prodotta, poi dal 2015 al 2018 prende parte alla fiction “È arrivata la felicità”. Dal 2015 Edwige si è trasferita e vive a Lisbona in Portogallo, anche se spesso torna in Italia per motivi di lavoro. Continua a lavorare nel cinema e nella Tv, nel 2023 è tornata sul grande schermo nel film drammatico di Pupi Avati “La quattordicesima domenica del tempo ordinario”.
Riguardo all’opportunità che le ha offerto il regista, l’attrice ha detto: “Una proposta arrivata come un miracolo. Il cinema è stato ed è la mia vita, lo adoro anche se oramai ne sono fuori, ma continuo ad andarci sempre e oggi che si può tornare nelle sale, ancora di più. Non mi aspettavo di certo di tornare a farlo, perché in questi ultimi sette anni non ho avuto proposte che mi davano voglia di recitare. Quando mi ha chiamata Pupi, invece, mi sono detta: sto sognando. Ho iniziato a saltare per casa come una matta facendo spaventare la mia gatta (ride, ndr). I sogni, dunque, si realizzano, non me lo sarei mai aspettato”.
Curiosità e vita privata di Edwige Fenech
Edwige Fenech è stata sposata a 17 anni per 14 mesi con un uomo di 26 anni che si rivelò “gelosissimo”. Quando l’attrice scoprì che aveva un amane lo lascia. In seguito ha scelto di avere un figlio da sola, Edwin nato nel 1971, di cui ancora oggi non si conosce il nome del padre.
“Avevo 22 anni, ero incinta, volevo quel bambino, ma rispetto il pensiero del prossimo e non avrei mai obbligato suo padre a fare il padre”, ha detto in un’intervista. Alcuni hanno attribuito la paternità a Fabio Testi, con cui l’attrice ha avuto una relazione sentimentale per tre anni. La notizia è però stata smentita da Edwige Fenech. L’interprete è poi stata legata per circa undici anni al regista e produttore Luciano Martino, poi per diciotto anni a Luca Cordero di Montezemolo.
In un’intervista al Corriere della Sera, Fenech ha ammesso di aver subito più volte molestie e in una situazione in cui stava rischiando una violenza sessuale l’ha salvata una ginocchiata assestata in un punto critico. Alla domanda su cosa pensasse del MeToo, l’attrice ha risposto: “Che finalmente qualcuno denunciava. Ai miei tempi, la parola di una ragazza non aveva valore. A me è successo più volte di essere molestata da chi aveva il potere di farmi lavorare e non ho denunciato: chi mi avrebbe creduto? Però, anche in situazioni pesanti in cui ho corso il rischio di essere violentata, sono riuscita a uscirne indenne: ho un riflesso col ginocchio che è una roba micidiale. Alle attrici di oggi consiglio di mirare col ginocchio dove sappiamo”.
Un rimpianto dell’attrice confessato sempre al Corriere della Sera: “Non aver fatto la Gradisca di Federico Fellini in Amarcord. Mi portava a pranzo dalla sua cuoca, Ubalda, per cui lui mi chiamava Ubaldina, e mi diceva: Ubaldina, devi ingrassare per il film. Alla fine, prese Magali Noël, più matura e formosa di me. Ma io non riuscivo a ingrassare: ero giovane, bruciavo tutto quello che mangiavo”.