Non si placa la vicenda del Caso Balocco-Ferragni, destinata a essere argomento di discussione durante queste festività natalizie. L’influencer, che non è attiva da giorni sui social dopo il video di scuse, è stata sanzionata dall’Antitrust per un milione di euro. Le scuse, la promessa di devolvere in beneficenza la somma di un milione: tutto ciò non è bastato e ogni aspetto è ormai sotto la lente di ingrandimento. Come il look scelto da Chiara Ferragni, la tuta, che sarebbe ispirata a quella indossata da Salma Shawa, attivista palestinese.
Chiara Ferragni, il look ispirato a Salma Shawa, attivista palestinese
Non si è parlato altro che delle scuse di Chiara Ferragni pubblicate sui social dopo l’affaire Balocco. Un danno di immagine enorme, che si sta riversando inevitabilmente sul numero dei follower: sui social, la crescita si è arrestata. E si sta osservando un calo, seppur lento, dei sostenitori dell’influencer. Ma, oltre alle parole e alla promessa di beneficenza, così come al famoso “problema di comunicazione”, c’è di più: il look.
Siamo abituati a vedere Chiara Ferragni in altre vesti, con look appariscenti, griffati. Non questa volta, dove doveva, in effetti, sembrare più umana. Più vicina a noi. Ad avere però notato un dettaglio importante è stato Dagospia: per la sua mise, potrebbe essersi ispirata a quella dell’attivista palestinese Salma Shawa, che ha pubblicato un reel su TikTok: si chiama “grey look”. Se guardiamo bene il video, del resto, notiamo che è truccata, seppur in modo particolare, con toni diversi dai soliti. “È andata ad utilizzare toni piuttosto freddi per riuscire ad avvantaggiarsi nel messaggio che voleva mandare”, ha spiegato Enrica Chicchio, l’armocromista di Elly Schlein.
La tuta grigia, intanto – ovviamente – è sold out. Naturalmente, il colore scelto, come abbiamo visto, non è un caso. Spiega Enrica Chicchio: “Il grigio enfatizza su di lei il dispiacere. (…) La Ferragni vuole mantenere un tono sobrio, sotto le righe rispetto a quelli che sono i colori che lei usa e in contrasto con quelli che sono i suoi colori naturali”. L’obiettivo? Puntare alla comunicazione non verbale. Senza sbagliare, stavolta.
La difesa di Donatella Versace e l’indagine sul Caso Balocco-Ferragni
“Purtroppo si può sbagliare, mi spiace averlo fatto e mi rendo conto che avrei potuto vigilare meglio. Ma, se la sanzione definitiva dovesse essere – come spero – inferiore a quella decisa dall’Agcm, la differenza verrà aggiunta al milione di euro”. Un video che ha raggiunto diverse impression, che è diventato virale, non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo. Un errore di comunicazione? Non entriamo nel merito della vicenda, ma è indubbio che al momento la Ferragni sia sotto la lente di ingrandimento.
Tanto che anche la procura ha aperto un’indagine sul Caso Balocco-Ferragni. A studiare il caso è Marcello Viola, il procuratore: al momento non ci sono indagati né reati. Tutto è iniziato con l’esposto del Codacons e di Assourt: “Tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del pandoro al reperimento dei fondi utili alla donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino”. Intanto, a difenderla è anche Donatella Versace: “Era l’azienda che doveva versare il contributo. Loro sono un esempio per l’Italia e per i giovani. Elencate tutte le beneficenze che hanno fatto negli anni”.