Chiara Ferragni, la tuta grigia del video di scuse è sold out: il caso

La tuta grigia di Chiara Ferragni utilizzata nel video di scuse per Balocco è andata sold out in poche ore. Ecco cosa si cela dietro l'acquisto

Foto di Ilaria di Pasqua

Ilaria di Pasqua

Lifestyle Editor

Nata a Carpi, si laurea in Fashion Culture and Management. La sua avventura nella moda comincia come Producer, ma nel 2020, con coraggio, diventa Web Editor, fonde stile e scrittura con amore.

Chiara Ferragni, un nome che riecheggia nella cronaca italiana attuale, recentemente ha catturato l’attenzione dei media e dei fan con una tuta grigia, divenuta iconica in seguito al suo video di scuse riguardante il caso Balocco. Questo capo, non solo un simbolo di stile, ma anche un messaggio non verbale potente, ha sollevato discussioni su vari aspetti, dal suo costo di 600 euro all’essere rapidamente esaurito sul sito della casa produttrice.

La tuta di Chiara Ferragni nel video di scuse sold out

La tuta indossata da Chiara Ferragni non è un semplice capo d’abbigliamento, ma un simbolo carico di significati e implicazioni. Realizzata in lana e angora, la tuta si distingue per il suo colore grigio. Secondo l’armocromista Enrico Chiccio, il grigio è stato scelto strategicamente per rappresentare il dispiacere, elemento chiave nel messaggio di scuse di Ferragni. Questa scelta cromatica non è casuale, ma un calcolato atto di comunicazione non verbale, mirato a trasmettere un tono sobrio e riflessivo, in contrasto con i colori vivaci tipicamente associati all’influencer.

Il fenomeno dell’esaurimento immediato della tuta sul sito di Laneus apre una finestra sul potere degli influencer nel mercato della moda. Non è chiaro se l’indisponibilità sia dovuta alla popolarità stagionale del prodotto o all’influenza diretta del video di Ferragni. Tuttavia, questo episodio evidenzia come le scelte di un influencer possano avere un impatto immediato e significativo sulle vendite e sulle tendenze di consumo. L’effetto Ferragni non è solo un fenomeno di stile, ma anche un caso di studio nel marketing digitale e nella psicologia del consumatore.

La tuta grigia di Chiara non era un caso

Il guardaroba di Chiara Ferragni rappresenta molto più che una semplice scelta di stile personale; è il risultato di una rete complessa di contratti e affiliazioni. Ferragni, una figura prominente nel mondo della moda e dello stile, non sceglie casualmente ciò che indossa. Dietro ogni suo outfit c’è una strategia ben definita, orchestrata non solo da lei ma anche dal suo staff e dai suoi collaboratori.

Chiara Ferragni non acquista personalmente i capi che indossa. Invece, il suo team lavora per ottenere questi abiti come omaggi da vari marchi di moda. Tuttavia, c’è una regola chiave: Ferragni tagga (ovvero, riconosce pubblicamente) solo quei marchi con cui ha un contratto di testimonial. Questo significa che la sua scelta di abbigliamento non è solo una questione di preferenza personale, ma anche un calcolato gesto di marketing. Molti marchi sono più che disposti a fornire a Ferragni i loro prodotti, consapevoli del potente effetto che la sua indossatura può avere sulla visibilità del brand. Quando Chiara indossa qualcosa, scatena un’ondata di interesse: i fan e i follower cercano di identificare il marchio, creando ulteriore pubblicità. Questo fenomeno dimostra il potere che gli influencer come Ferragni hanno nel settore della moda.

L’efficacia di questo approccio è evidente nell‘episodio della tuta di lana e angora utilizzata nel suo video di scuse. La scelta di questa tuta, oltre ad avere implicazioni stilistiche, era un movimento strategico ben calcolato. Nonostante non fosse taggata, la popolarità della tuta è schizzata alle stelle, esaurendosi rapidamente nei vari colori disponibili sul sito del marchio. Questo mostra non solo l’influenza di Ferragni sulle scelte di consumo, ma anche come le strategie di marketing non convenzionali possano essere estremamente efficaci nell’era digitale.