Momento difficile per la reputazione di Naomi Campbell, la supermodella britannica che da anni incanta le passerelle con look creati dai più grandi nomi della moda internazionale. La Venere nera è al centro di uno scandalo che coinvolge il suo ente benefico, Fashion for Relief, accusato di aver usato fondi destinati a cause umanitarie per scopi personali.
Una questione che ha inevitabilmente macchiato la sua immagine e sollevato dubbi sulla sua integrità etica. Naomi si è scusata per alcuni aspetti della vicenda, pur evitando di ammettere tutte le accuse che le sono state rivolte.
Le scuse di Naomi Campbell per il caso “Fashion for Relief”
Il mondo dello spettacolo non è fatto solo di glamour e riflettori. Molti personaggi pubblici utilizzano la loro notorietà per sostenere cause benefiche, impegnandosi in raccolte fondi, campagne di sensibilizzazione e altri eventi solidali. Tuttavia, per fare del bene, è essenziale mantenere una certa integrità, cosa che può rivelarsi più difficile del previsto.
È quello che è successo a Naomi Campbell che, dopo essere stata sospesa dalla gestione di enti di beneficenza per via del caso legato a Fashion for Relief, ha ammesso alcune mancanze nella supervisione dell’ente, riconoscendo di non essere stata abbastanza presente nelle operazioni quotidiane. “Riconosce e accetta la sua responsabilità. Potrebbe non essere stata così attivamente coinvolta nelle operazioni quotidiane dell’ente di beneficenza come avrebbe dovuto”, ha dichiarato il suo portavoce, ma negando fermamente di aver mai usato i fondi per scopi personali. “Non si è mai impegnata in alcuna forma di cattiva condotta finanziaria” ha ribadito.
Secondo il suo portavoce, Naomi non ha mai ricevuto alcun compenso per il suo coinvolgimento con Fashion for Relief, né ha mai fatturato spese personali all’organizzazione. “Per oltre tre decenni, ha dedicato la sua carriera a cause benefiche, con l’unico scopo di aiutare gli altri, senza alcun interesse personale.“
Le indagini legate a“Fashion for Relief”
Che la responsabilità legata all’uso improprio dei fondi raccolti da Fashion for Relief sia più o meno attribuibile a Naomi Campbell in prima persona, le conseguenze sono comunque piuttosto pesanti per la sua reputazione. La Charity Commission, che ha accertato che tra il 2016 e il 2022 345.000 sterline raccolte sono state spese in soggiorni di lusso, trattamenti spa e spese quotidiane, ha deciso di sospendere la modella proibendole di operare in beneficenza.
I motivi della scelta sono molteplici, tra cui una questione legata a Unicef UK. Pare infatti che Fashion for Relief, durante la settimana della moda di Londra del 2019, abbia organizzato un evento benefico menzionando erroneamente l’organizzazione come partner.
Un fatto che il portavoce ha spiegato come un errore in buona fede nato da alcuni incontri e discussioni in corso prima dell’evento: “All’ultimo minuto, la collaborazione non è andata avanti. Sono stati fatti tutti gli sforzi per rimuovere il marchio Unicef dai materiali dell’evento. Unicef non è stato incluso nell’invito all’evento o nel sito web e il discorso di Naomi non ha menzionato Unicef”.
Pezzi di un puzzle che raffigura una macchia nella reputazione di Naomi Campbell che, oltre ad essere icona di stile, si è sempre distinta come attivista impegnata in cause sociali.
Difficilmente le scuse portate avanti dal suo portavoce potranno mettere a tacere una narrazione che, come è successo anche a Chiara Ferragni, riflette sulla modella una condotta di ambiguità e mancata chiarezza rispetto al suo operato filantropico.