Madalina Ghenea vittima di stalking, l’ex fidanzato: “Non riusciva più a lavorare”

Stalking a Madalina Ghenea, in aula a Milano per il processo che vede l'attrice rumena vittima c'è stato anche l’ex fidanzato Leonardo Maria Del Vecchio: "Viveva nella paura"

Foto di Antonella Latilla

Antonella Latilla

Giornalista, esperta di tv e lifestyle

Giornalista curiosa e determinata. Scrittura, lettura e cronaca rosa sono il suo pane quotidiano. Collabora principalmente con portali di gossip e tv.

Pubblicato: 3 Novembre 2025 15:40

Continua la lotta di Madalina Ghenea, impegnata nel processo in cui è vittima di stalking. Nella nuova udienza che si è tenuta a Milano ha testimoniato anche Leonardo Maria Del Vecchio, noto imprenditore nonché ex fidanzato e oggi amico dell’attrice rumena. “Non potevo più vivere nella mia casa, avevo paura anche di uscire”, ha raccontato la 37enne dopo anni di paura e silenzi.

Madalina Ghenea vittima di stalking, Leonardo Maria Del Vecchio testimone

“Viveva nel terrore, era continuamente perseguitata“. Con queste parole Leonardo Maria Del Vecchio, ex compagno e oggi amico di Madalina Ghenea, ha raccontato davanti al Tribunale di Milano l’incubo che l’attrice e modella rumena avrebbe vissuto per anni.

Un incubo fatto di minacce, insulti e ossessioni digitali, culminato in un processo per stalking aggravato a carico di una donna di 45 anni residente a Limbiate, accusata di aver reso la vita dell’interprete un inferno quotidiano.

Secondo gli atti, a lei sarebbero riconducibili i profili e le utenze con cui per anni ha inondato i social di Madalina di messaggi offensivi e minacce. Commenti continui, quotidiani, sotto ogni post, con frasi crudeli come: “Ti sarai messa nella raccolta della plastica con queste labbra rifatte?” o “Ricordati che devi morire”, spesso accompagnate dall’icona di una bara.

Ma la persecuzione non si sarebbe fermata ai social. Episodi inquietanti — come il furto di un trolley con gioielli per un valore di un milione di euro all’aeroporto di Fiumicino, o un’intrusione nel suo appartamento di Milano — fanno pensare, secondo l’entourage dell’attrice, a una “regia persecutoria” che avrebbe mirato a distruggere non solo la serenità, ma anche la carriera della protagonista di Youth-La giovinezza di Paolo Sorrentino.

“Non potevo più comunicare pubblicamente i miei spostamenti, come da contratto durante le promozioni dei film e dei festival”, ha affermato la Ghenea. “Avevo paura a uscire di casa. Non potevo più vivere. Ci è voluto tanto tempo e tante denunce per arrivare fin qui”.

Prese di mira tutte le persone vicine a Madalina Ghenea

Il terrore, come svelato da amici e colleghi, si era ormai esteso a chiunque le fosse vicino. Non solo Leonardo Maria Del Vecchio, ma anche i registi Ridley Scott, Paolo Genovese e Paolo Sorrentino sarebbero stati destinatari di e-mail anonime piene di accuse e insulti contro Madalina Ghenea. Una vera e propria macchina del fango che non conosceva tregua.

“C’erano giorni in cui Madalina non riusciva neanche a lavorare, era distrutta psicologicamente“, ha dichiarato Del Vecchio in aula. “Gli attacchi erano violenti, le minacce continue. Persino io e altri amici ricevevamo messaggi fake per screditarla. Alla fine aveva persino pensato di installare due porte blindate per sentirsi al sicuro”.

Al termine dell’udienza, la Ghenea ha dichiarato che “questi momenti sono molto importanti non solo per mia figlia e la mia famiglia, ma anche per tutte le vittime”. E, parlando della donna accoltellata proprio lunedì mattina in piazzale Gae Aulenti a Milano, ha aggiunto: “Un altro episodio che nessuna donna dovrebbe mai vivere. Spero che non leggeremo più queste notizie, perché fanno troppo male”.

Oggi, dopo anni di paura, Madalina sta provando a riprendersi la propria voce. La stessa che, per troppo tempo, è stata soffocata dall’odio. Una voce che torna a dire — con coraggio — cosa significa vivere nel mirino di un persecutore digitale. E quanto, dietro i riflettori, la paura possa essere silenziosa ma, allo stesso tempo, devastante.

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