Lulù Selassiè, parla l’avvocato: “Nessuno ha assistito a litigi tra lei e Bortuzzo”

L’avvocato di Lucrezia contesta tempi e prove del processo. Bortuzzo voleva scuse, poi ha chiesto danni. Lei ora pagherebbe anche sul piano umano

Foto di Francesca Secci

Francesca Secci

Giornalista

Sarda, ma anche molto umbra. Giornalista pubblicista, sogno di una vita, da maggio 2023, scrive soprattutto di argomenti che riguardano l’attualità.

Pubblicato: 17 Aprile 2025 15:15

Il teatrino giudiziario tra Lucrezia Selassié e Manuel Bortuzzo prende fuoco, e a soffiare sulle fiamme è Edoardo Albertario, legale della Selassié. Nella newsletter del giornalista Gabriele Parpiglia, il difensore non fa sconti e punta il dito contro un’indagine archiviata in fretta e furia, culminata in una condanna arrivata come una sentenza già scritta.

“Un’indagine fatta in un mese io la chiamo totale assenza di materiale probatorio”, afferma Albertario. E rincara: secondo lui, tutto si è basato su racconti di seconda mano, affidati a conoscenti di Bortuzzo che, come ammettono loro stessi, “non hanno mai assistito personalmente a un litigio tra i due”. Nessun documento, nessuna chat, nessuna prova concreta. Solo racconti riportati, come se bastasse il sentito dire a reggere un’accusa del genere. Insomma, questa è l’altra campana.

Messaggi spariti e una storia che (forse) non era finita

Secondo la difesa, la storia tra Lucrezia e Bortuzzo non sarebbe realmente terminata nell’aprile 2022, come dichiarato pubblicamente. Foto e messaggi privati, rimasti fuori dal processo, avrebbero potuto raccontare un’altra versione dei fatti. “A noi avrebbe fatto immensamente piacere uno screen completo dei cellulari sia di Lucrezia che del Bortuzzo”, ha dichiarato l’avvocato, puntando il dito contro l’omessa acquisizione di conversazioni potenzialmente decisive.

L’assenza di una vera analisi delle comunicazioni tra i due protagonisti rappresenta, secondo la difesa, un vuoto investigativo che ha inciso sull’esito del procedimento.

Rito immediato, pena severa: le mosse che hanno sorpreso la difesa

Tra i punti evidenziati da Albertario c’è anche il giudizio immediato, richiesto dal pubblico ministero senza preavviso. Una scelta che, secondo il legale, ha compromesso le possibilità di un rito alternativo più favorevole per l’imputata.

“La valutazione del PM era già stata fatta, perché aveva richiesto il giudizio immediato, che è quel tipo di giudizio che si richiede quando c’è un’alta evidenza delle prove”.

Ancora più insolita, secondo la difesa, la richiesta della procura: un anno e quattro mesi senza sospensione della pena.

“Cosa che ci ha stupito, perché per la procura che una ragazza incensurata come la Selassié potesse finire in carcere è insolito”.

Scuse e risarcimento: la contraddizione nelle azioni di Bortuzzo

C’è poi un dettaglio che, secondo la difesa, pesa più di quanto sembri: la costituzione di parte civile di Manuel Bortuzzo arrivata proprio sul filo di lana. “A tre giorni dal termine in cui si potevano costituire”. Lo ha ricordato l’avvocato Albertario nella newsletter di Gabriele Parpiglia. Un’aggiunta processuale che per la difesa stride parecchio con la richiesta che, poco prima, era stata fatta dallo stesso Bortuzzo: “Bortuzzo pretendeva le scuse, voleva le scuse da parte di Lucrezia“.

Braccialetto, isolamento e crollo emotivo: come sta davvero Lucrezia

Il processo non ha avuto soltanto un impatto legale. Lucrezia, riferisce il suo avvocato, ha vissuto un anno difficile, segnato dall’uso del braccialetto elettronico e da una serie di limitazioni che hanno influito profondamente sulla sua quotidianità. “Sicuramente non sta bene. Non sta bene perché diciamo che il dispositivo d’udienza è la parte finale di un percorso che inizia un anno fa.”

La vicenda ha avuto conseguenze non solo professionali ma anche personali, incidendo sul benessere psicologico della giovane donna. Le condizioni in cui si trova oggi sono, secondo la difesa, il frutto di un processo percepito come affrettato e basato su elementi parziali.