Rivelazione dell’ultimo Festival di Sanremo, Lucio Corsi è riuscito a mettere d’accordo proprio tutti: il grande pubblico ne ama la spontaneità, mentre gli addetti al settore ne riconoscono la poetica e una forte impronta autoriale. Del pittoresco musicista toscano non si sapeva molto prima del suo arrivo all’Ariston: ma oggi, in vista dell’uscita del suo album e della partecipazione all’Eurovision con Volevo essere un duro, Lucio ha deciso di raccontarsi a tutto tondo in una lunga intervista. Riservando non poche sorprese.
Lucio Corsi e l’amore
Con Volevo essere un duro Lucio Corsi ha conquistato il cuore di milioni di Italiani, che, a sorpresa, lo hanno fatto arrivare sul secondo gradino del podio della kermesse. E il momento d’oro del cantautore toscano è solo all’inizio: in virtù del forfait di Olly, sarà lui a rappresentare l’Italia al prossimo Eurovision, e sta per iniziare anche un tour che lo porterà in tutta la Penisola. Un anno da incorniciare per l’artista, che, nonostante la proverbiale riservatezza, ha offerto un ritratto di sé a tutto tondo in una lunga intervista per Vanity Fair, sbottonandosi anche sulla sua vita sentimentale.
“Se sono innamorato? No, non lo sono. Sto pensando solo al lavoro, ora sento il bisogno di stare libero, far quello che mi pare, non ho voglia di metter su famiglia. Non ho proprio quel desiderio, per niente. Magari accadrà, ma non lo so, è una cosa che non mi interessa tanto. Questa idea poi che ci siano le età “giuste” e i momenti “giusti” per fare le cose non mi ha mai convinto” ha raccontato Corsi.
Le sue attenzioni, al momento, sono tutte per la musica, un sogno che ha rincorso sin da giovanissimo: “Dopo il liceo provai l’Accademia di Brera. Con l’intento, in realtà, di riuscire a fare della musica il mio mestiere. I miei all’inizio erano scettici, ci è voluto tempo… Però, quando hanno visto che lo facevo davvero con tutto l’impegno possibile e la serietà del caso, mi hanno aiutato, dato fiducia. È una cosa rara, sono molto fortunato. Col tempo iniziai a suonare per strada e nei localetti” ha spiegato ancora il cantautore.
Lucio Corsi: la partecipazione all’Eurovision e la politica nei testi
Se gli esordi, come spesso accade, sono stati piuttosto difficili, a distanza di anni Corsi sembra esser stato ripagato per i sacrifici fatti: il prossimo maggio, infatti, sarà lui a rappresentare l’Italia all’Eurovision. “Se devo essere onesto, non seguivo sempre la manifestazione. Ho visto alcune edizioni del passato” ha confessato a Vanity Fair. A Basilea, tuttavia, è deciso a non sfigurare: “Penso che andremo come abbiamo fatto a Sanremo, come siamo noi in questo momento della nostra vita, che è quello che mi interessa. Non voglio raccontare frottole”.
E l’autenticità sembra proprio essere una delle carte vincenti del cantastorie, che molti hanno apprezzato per essersi fatto portatore a Sanremo di un modello di mascolinità non tossica, molto lontano da quello del mondo della trap: “Io faccio il mio o quello che mi sento di portare sul palco e di scrivere. Non parto dall’intento di voler essere l’ideale di qualcosa. Poi se passa quell’idea lì, se vengo visto in quel modo, mi sembra una cosa positiva” ha tuttavia spiegato Lucio.
Infine, sulla possibilità di cantare testi politicamente impegnati spiega: “Penso che nelle canzoni si debba parlare coi termini dell’anima e non della politica. Sono interessato alla politica, ma nella mia vita quotidiana. Se parlassi in termini puramente politici nelle canzoni, dovrei avere un impegno quotidiano e costante in quelle battaglie. Mi sentirei davvero un impostore se lo facessi senza avere questo impegno. Del resto anche una canzone sul vento può essere una canzone politica, un messaggio può arrivare anche attraverso altre visioni”. E il suo, di messaggio, è arrivato chiaro e forte.