Non è durato nemmeno un quarto d’ora, ma è bastato per generare una valanga di critiche che si è abbattuta, con sorprendente intensità, su Katy Perry. L’11 minuti di volo suborbitale con Blue Origin, la compagnia spaziale fondata da Jeff Bezos, si è rivelato molto più problematico del previsto.
A bordo, con la cantante, altre cinque donne – tra cui la giornalista Gayle King e Lauren Sanchez, compagna del miliardario americano. Ma più che una svolta epocale o un esperimento scientifico, la missione ha assunto, agli occhi del pubblico, i contorni di un’operazione di marketing di lusso, con poca sostanza e troppe immagini ben confezionate. E oggi, tra meme, critiche e sarcasmi social, Katy Perry sembra fare i conti con un amaro pentimento.
Quando la spettacolarizzazione supera il buon senso
L’idea iniziale, se così vogliamo chiamarla, era quella di raccontare un’impresa femminile nello spazio. Peccato che non fosse affatto chiaro cosa ci facessero sei celebrità a bordo di un razzo partito dal Texas, né quale fosse l’obiettivo concreto della missione. Il razzo, perfettamente funzionante, ha fatto il suo lavoro: salita verticale, galleggiamento in microgravità per poco più di tre minuti, ritorno sulla Terra. Il tutto senza esperimenti, senza raccolta dati, senza contributi alla scienza o all’astrofisica. E con un costo stimato da capogiro.
Il mondo ha osservato e ha parlato. E non ha perdonato. Non ha perdonato l’atteggiamento autocelebrativo, la mancanza di consapevolezza del momento storico, né il contrasto fortissimo tra un viaggio di puro privilegio e una realtà in cui, fuori dalla capsula, milioni di persone faticano a pagare l’affitto, il cibo, le bollette. In un’America sempre più disuguale, sei donne famose e benestanti che volano nello spazio a bordo del razzo del fondatore di Amazon non suona come emancipazione. Suona come distacco. E, per molti, anche come provocazione.
Katy Perry, che di spettacolo se ne intende, ha dato il massimo: appena scesa dalla capsula, ha alzato verso il cielo una margherita bianca, in omaggio alla figlia Daisy Dove, per poi inginocchiarsi e baciare il suolo con enfasi drammatica. Il gesto – poetico nelle intenzioni, ma eccessivo nella forma – è diventato in poche ore oggetto di scherno. Su X (ex Twitter), i commenti si sono moltiplicati: “È stata nello spazio per 20 secondi e ora fa la diva spirituale”, “Hai baciato il pavimento dopo dieci minuti in orbita?”.

Un’estetica emozionale che non ha convinto nessuno
Le immagini dentro la capsula, poi, hanno aggiunto benzina sul fuoco: Katy che fluttua in microgravità, canta What a Wonderful World, mostra la scaletta del suo prossimo tour, guarda in camera con una margherita in mano. Scene che, invece di emozionare, hanno rafforzato l’idea di un grande set autoprodotto, perfetto per Instagram ma vuoto di contenuto.
A far traboccare il vaso, però, è stata la coerenza tradita. Perry, da anni ambasciatrice UNICEF e attivista contro il cambiamento climatico, è apparsa in forte contraddizione con se stessa. Nonostante Blue Origin sostenga di usare razzi con emissioni minime, diversi scienziati hanno sottolineato che anche il vapore acqueo in alta quota può essere un gas serra che danneggia l’ozono. E i suoi fan non hanno dimenticato il video del 2015 in cui Katy lanciava appelli accorati sull’emergenza climatica.
Oggi, a distanza di pochi giorni, secondo fonti vicine alla popstar, il pentimento c’è. Non tanto per l’esperienza, quanto per averla resa uno spettacolo sbilanciato. “Katy non si pente di essere andata nello spazio. Ma si pente di aver messo in scena tutto questo” ha raccontato una fonte. E in effetti, le conseguenze sono state imbarazzanti: oltre alle critiche del pubblico, altre donne dello showbiz, come Emily Ratajkowski, Olivia Munn e Amy Schumer, si sono espresse con ironia pungente. Persino Wendy’s, la catena di fast food, ha pubblicato un commento sarcastico: “La rimandiamo su?”.