Giuliana De Sio è una delle grandi artiste italiane della sua generazione. Amatissima e stimata da pubblico e addetti ai lavori, vanta una carriera invidiabile, che prosegue oggi principalmente a teatro. A La Stampa si è raccontata, mettendosi a nudo e lasciando partire anche qualche frecciatina.
Il cuore di Giuliana De Sio
Che rapporto ha Giuliana De Sio con i sentimenti? Rintracciarli gli procura problemi, ha spiegato: “Cercarli in scena è doloroso, la fatica è enorme”. In realtà non ha mai capito cosa siano questi sentimenti, spiega. È travolta da quelli che agiscono e si tramutano in azioni prima ancora di riuscire a interpretarli. È in grado di comunicarli in scena in maniera naturale e istintiva, ma non ha idea da dove vengano esattamente: “Odiare mai. Provo fastidio e disagio, ma non è un sentimento bensì una sensazione quotidiana”.
In questa intervista ha anche parlato brevemente di famiglia, quella che non ha, dice. Si definisce “lievemente disadattata”, impegnata a vivere nel tentativo di sfuggire a ciò che il quotidiano comporta: “Mi piace la famiglia del cinema, che sa creare un gruppo di lavoro”.
Quando parla di famiglia che non ha, però, non si riferisce soltanto a marito e figli. Il riferimento va anche a quella d’origine. I suoi genitori non sono mai stati insieme, non davvero. Suo padre è andato via quando lei aveva appena 11 anni. Sua madre lo considerava inutile e questo sentimento era stato trasmesso anche ai suoi figli.
“Mia madre era alcolista, molesta, a tratti violenta. Non ci sentivamo accuditi. Mio padre si è risposato altre tre volte, così come mia madre. Suo marito è stato il padre che non avevo avuto. Ma poi sono andata via”.
Il dolore della maternità
Un po’ di famiglia è riuscita a conquistarla, a fatica, negli anni. Ha infatti ritrovato sua sorella. Nel corso degli anni hanno preso strade diverse e si sono allontanate, per poi riscoprirsi più unite oggi. Abitano nella stessa strada a Roma e il contatto è quotidiano: “Una conquista recente”.
Guardando al passato, però, il dolore più grande è forse stato rappresentato da quei figli accolti e mai stretti a sé. Ha avuto tre aborti spontanei e per tre volte è stata madre nel cuore, senza esserlo in vita.
“Tutte le volte che sono rimasta incinta, li ho attesi e accolti questi figli. È stato molto doloroso, anche se riesco a metabolizzare gli eventi negativi. Li sdrammatizzo e depotenzio. Sono cose che capitano ai vivi, mi dico. Impedisco loro di tornare nella mia testa, tranne quando qualcuno me li mette sotto gli occhi”.
La carriera, dal teatro a Ballando con le Stelle
Ritiene d’avere un conto in sospeso con il cinema. È questa la sua prima riflessione dinanzi alla domanda: “Sente d’avere avuto ciò che meritava, come artista?”. È stata premiata per quello che sente come il suo ruolo più bello, quello in Cattiva di Carlo Lizzani. La parte di una vita che è però rimasta lì. Non le ha aperto le porte sperate, anzi è stata lentamente dimenticata.
“Ero certa che si potesse aprire una nuova stagione di lavoro, poter smettere di essere la fidanzata del comico. Ero matura per una performance attoriale. Avevo 32 anni. Quel film però ha spaventato tutti. Sono arrivati soltanto dei ruoli minori, che non ho accettato”.
Differente invece il discorso per quanto riguarda la televisione. Sul piccolo schermo ha provato di tutto, riscuotendo un gran successo. Dalle grandi eroine alla Piovra, fino a Cuore, poi è arrivata la fase del trash e delle fiction, spiega. Un nome su tutti? Il bello delle donne. In quello che chiama il suo periodo pop ha anche interpretato la mafiosa siciliana.
Tutto ciò l’ha portata al “passo folle”. Si parla di Ballando con le Stelle. Milly Carlucci l’ha convinta a far parte del cast e, come altri, si è resa conto di quanto sia stato importante questo percorso. Lo stesso ha detto Simona Ventura di recente, spiegando come ogni maschera cada in quel backstage.
“Mi ha fatto capire di me più cose di quante non ne abbia comprese in 30 anni di analisi. Sono stata chiusa 4 mesi al 41 bis, ballando 7 ore al giorno. La parte brutta, la tortura, era la trasmissione. Un luogo molesto. Non mi manca il senso dell’umorismo ma lì sono stata umiliata terribilmente. Mi ero messa in un pasticcio da servizio militare”.
Non ripensa a quest’esperienza come a quelle da buttare. È però stato un periodo che ha sopportato a fatica, resistendo a denti stretti. Estraniandosi, ha vissuto la trasmissione come una sorta di grande studio antropologico. Dal punto di vista fisico, infine, è stato un disastro: “Mi sono operata al tendine in seguito a un incidente in sala prove. Ora non posso più giocare a tennis, sport che adoro”.