“Oggi è un altro giorno”, le lacrime di Antonella Elia: “Mi sento patetica”

Antonella Elia, ospite di "Oggi è un altro giorno", non è riuscita a trattenere le lacrime parlando dei suoi grandi dolori

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Nicoletta Fersini

Giornalista, Content Editor, SEO Copywriter

Giornalista ed evocatrice di parole: appassionata di lifestyle, tv e attualità. Inguaribile curiosa, osserva il mondo. Spesso sorseggiando un calice di vino.

Antonella Elia non ha mai perso quell’aria un po’ “svampita” e con la testa perennemente sulle nuvole, da ragazza che plana sulle cose della vita leggera, proprio come l’abito a fiori indossato nell’ultima puntata di Oggi è un altro giorno. Eppure di leggero la sua vita ha avuto ben poco e l’intervista nel salotto di Serena Bortone ha aperto uno scorcio doloroso sui “grandi abbandoni”, come lei stessa li definisce, che l’hanno segnata per sempre e di cui ha parlato sentendosi “patetica”. Aggettivo tutt’altro che veritiero: nelle sue lacrime non c’era vergogna, solo il dolore di una bambina che ha sopportato troppo.

Antonella Elia in lacrime a “Oggi è un altro giorno”

L’intervista a Oggi è un altro giorno è stata un’occasione molto gradita dal pubblico di Rai 1 per sentire il racconto di Antonella Elia. Indimenticabili i suoi esordi al fianco di Corrado, il suo “papà artistico”, colui che per primo ha creduto nel suo talento. O meglio, nella sua naturale “goffaggine”. Il compianto conduttore ha voluto a tutti i costi con sé la giovane Antonella e da lì è iniziato un percorso televisivo come pochi.

Dopo Corrado sono arrivati Raimondo Vianello e Mike Bongiorno, altri due giganti della televisione italiana con i quali ha condiviso palcoscenici importanti ed episodi rimasti nella storia. Uno fra tutti? Ovviamente il caso celeberrimo della pelliccia a La Ruota della Fortuna, quando Mike si infuriò al punto tale da farla scoppiare in lacrime nei camerini.

Lacrime ben diverse da quelle che abbiamo visto a Oggi è un altro giorno. La Elia non è riuscita a nascondere l’emozione parlando della perdita della mamma ma soprattutto di papà Errico, con il quale ha avuto un rapporto piuttosto complicato.

Antonella Elia, l’infanzia segnata dalla perdita della mamma

Guardando Antonella Elia, si potrebbe pensare che sia come un personaggio delle fiabe che vive in un bosco incantato. Sempre sorridente, felice, quasi superficiale e frivola. Ascoltandola, però, si fa presto a cambiare idea. La sua è stata un’infanzia senza la mamma, morta per una leucemia fulminante quando aveva soltanto un anno e mezzo. Non ha ricordi di mamma Mary, solo una gigantesca raccolta di fotografie che custodisce gelosamente.

Antonella Elia ha avuto la fortuna di crescere con due nonni che le volevano bene come se fosse una figlia, forse ancor di più, ma la perdita della mamma è stata la prima di una serie di abbandoni che l’hanno segnata per sempre.

Antonella Elia e papà Errico, un rapporto difficile

La Elia parla spesso di insicurezza, ha perfino ammesso di sentirsi “patetica”, solo per aver mostrato gli occhi inumiditi dalle lacrime mentre parlava del padre Errico, che ha perso quando aveva 14 anni a causa di un terribile incidente stradale. “Mi sento inadeguata, inadatta, come un brutto anatroccolo. Penso sempre di fare e di dire cose sbagliate”, ha detto a Serena Bortone, presa da uno dei suoi soliti attacchi di ansia da prestazione.

Ma c’è ben poco di patetico nel dolore di una donna che porta nel cuore delle cicatrici indelebili e profonde. Non è un caso che si sia commossa proprio parlando del papà, col quale ha avuto un rapporto piuttosto difficile. Lui l’ha portata via dai nonni che le volevano bene, costringendola a vederli di nascosto, e sempre lui le ha impedito di seguire i propri sogni: “Ce l’ho con lui perché è stato un uomo molto severo e mi ha castrato in molte cose. (…) Volevo fare il liceo artistico e l’Accademia di Belle Arti, volevo fare la pittrice e anche la ballerina, da quando avevo sei anni, ma non mi ha voluto mandare a scuola di danza. Voleva che fossi come lui, liceo classico e poi carriera da avvocato”.

Non c’era alcun rancore nelle parole della Elia, soltanto una grande tristezza. E la consapevolezza di essere stata comunque fortunata, nonostante tutto.