Dire addio per sempre all’amore della propria vita è delle sfide più ardue che si possano fronteggiare. Daniela Vergara ha dovuto farlo dinanzi a telecamere e cronisti, di fatto condividendo nella celebre Chiesa degli Artisti un po’ di quel dolore.
Un dazio e un privilegio, al tempo stesso. Da una parte la sofferenza di questa condizione e dall’altra la gioia nel vedere negli occhi degli altri l’effetto del passaggio di chi si è tanto amato. Luca Giurato ha fatto del bene a molti e loro lo stanno ricordando con eterna riconoscenza.
Ha scelto parole proprie e alcune altrui, per omaggiare chi purtroppo l’ha lasciata. Ha letto Ho sceso, dandoti il braccio di Eugenio Montale, che in questi versi aveva lasciato scorrere dolore, riconoscenza e amore per la moglie deceduta.
Daniela Vergara, il ricordo di Luca Giurato
Più di vent’anni uniti in un matrimonio felice per Daniela Vergara e Luca Giurato. All’età di 84 anni il celebre conduttore ha detto addio a chiunque gli abbia mai voluto bene. Nella Chiesa degli Artisti di Roma lei, che se ne innamorò a prima vista a Montecitorio, lo ha ricordato con estrema commozione. Le lacrime le hanno bloccato la voce in più punti.
Ha letto una lettera in conclusione della funzione, raccontando del messaggio che suo marito Luca ha lasciato a tutti noi. Lo ha fatto tramite il suo modo di vivere e vedere la vita: “Se seguissimo quella strada, qualche volta, ci sarebbero meno problemi tra le persone. Lui non voleva insegnare, non era questo che voleva, però lo faceva con il suo esempio per come era”.
Ha sottolineato la gioia nel riconoscere tanto affetto per lui, quanto lui ne ha donato in vita. È riuscito a cambiarla in maniera profonda, rendendola migliore attraverso il loro amore, che resterà eterno.
Ho sceso, dandoti il braccio di Eugenio Montale, testo e significato
Come detto, Daniela Vergara ha letto una poesia celebre e splendida, che affonda le radici in un terribile dolore. Si tratta di Ho sceso, dandoti il braccio, di Eugenio Montale. Dopo il lutto per aver perso sua moglie, l’autore gettò su carta la semplicità del loro sentimento e del loro vivere insieme. Riportiamo di seguito il testo integrale:
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr’occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Un’esistenza condotta insieme, attraverso amore, gioia, monotonia, piccoli e grandi gesti. Tutto è amore. La vita vera lo è, non quanto mostrato al cinema. L’amore è un gesto gentile che nessuno tranne l’altro può vedere e riconoscere, è lo stare al fianco, scendendo le scale, offrendo il braccio all’altra, che è un po’ come offrire il proprio cuore, ancora e sempre.