Francesca Michielin: il ciclo non è un lusso, ma è ancora tabù

La cantante ha pubblicato un tweet per accendere i riflettori sulla Tampon tax, ma si è scontrata con commenti superficiali e desolanti

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Pubblicato: 8 Novembre 2021 08:25

Francesca Michielin si è sempre professata una femminista e negli ultimi mesi, per accendere i riflettori sulla questione femminile, ha anche dato vita a un podcast in cui in ogni puntata intervista una donna diversa che si distingue per il suo ruolo in un mondo prevalentemente maschile o che si batte per certe tematiche o, ancora, con cui semplicemente chiacchierare di argomenti di attualità che stanno a cuore a molte donne e di cui si parla troppo poco.

Uno di questi argomenti, di cui da anni si parla senza giungere a una scelta condivisa e condivisibile è la cosiddetta Tampon tax: non una vera e propria tassa sugli assorbenti, ma la scelta di applicare a questo genere di prodotti l’Iva al 22%, la stessa percentuale che per esempio si paga su beni considerati non di prima necessità. Eppure, prodotti come il tartufo o i francobolli da collezione hanno un’iva pari al 10%.

Tornando a Francesca Michielin, nella giornata di domenica 6 novembre la cantante ha pubblicato un tweet che nel giro di poche ore ha ricevuto migliaia di like, ma anche centinaia di commenti, di cui la maggior parte – purtroppo – di un livello desolante.

Il tweet di Francesca Michielin sulla Tampon Tax

“E anche oggi, come ogni mese, ho speso i miei 15 euro di assorbenti (3 pacchi di media mi servono). Del resto, avere il ciclo è un lusso, è uno sfizio, come voler bere spumante, andare in vacanza, comprarsi le sigarette o un nuovo smartphone, no?”, scrive Francesca Michielina sul suo profilo.

Peccato che non tutti capiscano il nocciolo della questione e invece di pensare al vero motivo del suo sfogo (cioè il fatto che un prodotto igienico di cui le donne non possono fare a meno sia tassato come un bene di lusso), si concentrano sul darle consigli per risparmiare acquistando la coppetta o gli assorbenti lavabili (per i quali si apre anche tutta una parentesi ambientalista, ma questa è un’altra storia). Ancora peggio: c’è chi non comprende proprio il senso del messaggio e chissà in base a quale criterio crede che Francesca Michielin voglia gli assorbenti gratis e per cui ribatte facendo un paragone con la carta igienica (necessaria, ma non per questo gratuita).

Non ho parole. Anziché aprire un dibattito sulla tassazione sugli assorbenti, sul fatto che non sono un lusso, mi devo ritrovare a leggere consigli su quali assorbenti usare. Non scelgo io che flusso avere, ognunə deve sentirsi a proprio agio, beccarmi la paternale anche no”, è costretta a specificare la cantante.

Proviamo allora a mettere ordine.

Tampon Tax, cos’è e perché se ne parla

In Italia l’aliquota ordinaria Iva su beni e servizi è fissata al 22 per cento (è salita negli anni, dalla sua istituzione nel 1972 in cui si era partiti dal 12 per cento) con alcune specifiche riduzioni al 4, 5 e 10 per cento per alcune specifiche categorie di prodotti o prestazioni.

Attualmente a assorbenti, tamponi e coppette mestruali viene applicata l’Iva al 22 per cento, mentre per gli assorbenti biodegradabili e compostabili qualche mese fa si è abbassata al 5 per cento.

Negli ultimi anni le associazioni femministe del nostro paese ma non solo si stanno molto occupando dell’argomento e hanno ottenuto notevoli traguardi, purtroppo perlopiù all’estero.

Qualcosa sembra muoversi però anche da noi: nel “Documento Programmatico di Bilancio” (DPB, il documento che prepara la legge di bilancio), approvato lo scorso ottobre dal Consiglio dei ministri, è stato inserito il taglio dal 22 per cento al 10 dell’Iva “su prodotti assorbenti per l’igiene femminile”.

La decisione non è ancora definitiva: il documento, infatti, deve passare dalla Commissione Europea che farà una valutazione delle politiche economiche contenute al suo interno, poi le misure specifiche dovranno essere inserite nella legge di bilancio, su cui ogni anno c’è grande discussione tra i vari partiti. Insomma, c’è ancora parecchio da attendere.

Perché lo sfogo di Francesca Michielin fa discutere

Il tweet di Francesca Michielin, dunque, voleva essere una provocazione e un modo per continuare a tenere i riflettori accesi sulla questione, per evitare che col passare dei mesi cali l’attenzione e il tanto atteso taglio dell’Iva venga ancora rimandato. E questo non è più accettabile.

La cantante ha fatto dei calcoli sulla base del suo ciclo, ma sono calcoli che ogni donna conosce benissimo. “Secondo alcune ricerche una donna, nel corso della propria vita fertile, è soggetta in media a 456 cicli mestruali, pari a 2.280 giorni, per un totale di 6,25 anni, con una spesa di circa 1.704 euro pro-capite per i soli assorbenti e con una spesa totale di oltre 15.000 euro se ad essi aggiungono altri prodotti quali medicinali e anticoncezionali”, si leggeva in una delle prime proposte di legge per ridurre l’aliquota firmata da Enza Bruno Bossio nel 2018.

Le mestruazioni non sono una scelta e ormai ci si aspetta che nel 2021 non siano neanche un tabù. Ci si aspetta che se ne possa parlare liberamente, essendo una cosa fisiologica che rende di fatto necessario per milioni di donne l’acquisto degli assorbenti. Il punto è la disuguaglianza e la poca coerenza rispetto alla tassazione di altri beni e servizi decisamente più futili, se non di lusso (da qui lo slogan “il ciclo non è un lusso”).

Se non si comprende quanto sia profondamente ingiusto e iniquo che una collezione di francobolli o un’abitazione di lusso siano tassate a un’aliquota più bassa di quella di un prodotto necessario per l’igiene intima di una donna, non ci possiamo definire un paese con una coscienza civile.

Tampon tax, la situazione nel resto del mondo

Diversi paesi europei negli ultimi anni sono intervenuti sulla Tampon tax, con provvedimenti volti a ridurre, se non a eliminare del tutto, l’imposta applicata ai prodotti sanitari femminili. Il Regno Unito aveva abbassato l’Iva dal 17,5 al 5 per cento già nel 2000 e a gennaio 2021 l’imposta è stata abolita del tutto.

A novembre 2020 la Scozia, che già garantiva assorbenti gratis nelle scuole e nelle università, ha approvato il primo provvedimento di legge al mondo per garantire l’accesso gratuito agli assorbenti.

La tassa sui tamponi è stata abbassata anche in Francia (dal 20 al 5,5 per cento), Germania (19 al 7 per cento) e Spagna (scesa al 4 per cento), mentre è stata del tutto abolita già da tempo in Canada, Australia, Kenya, India e parte degli Stati Uniti.