Stop alla Tampon Tax: Firenze è la prima città d’Italia

Il ciclo non è un lusso: il capoluogo della regione Toscana abolisce la tampon tax a favore dell'equità sociale economica

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Sapete quanto costa essere una donna oggi? Tanto, o comunque sicuramente molto di più della controparte maschile. Avevamo già affrontato l’argomento in un articolo, andando ad analizzare i costi sostenuti dalle donne, tra i quali anche quelli dell’acquisto degli assorbenti igienici femminili, con tanto di tasse da pagare (la cosiddetta tampon tax).

E di questa imposta sul valore aggiunto, applicata su assorbenti, tamponi e coppette mestruali, se ne parla da anni. La verità è che la tampon tax è un’imposta ingiusta perché va a considerare questi prodotti in commercio un bene di lusso, e non di fondamentale necessità quali sono.

In Italia, l’iva sugli assorbenti igienici femminili è stata introdotta nel 1973 per poi crescere dal 12 al 22% alla stregua di altri beni e servizi. Persino il tartufo ha avuto una sorte migliore nel nostro Paese dato che, considerato bene essenziale, ha un’aliquota del solo 4%.

Nel resto d’Europa la situazione è piuttosto frammentata: in Ungheria le donne pagano il 27% di iva sui prodotti igienici femminili, mentre l’Irlanda ha scelto di esentare questi articoli dalle tasse. La Scozia, diverso tempo fa, ha lanciato un programma per contrastare le difficoltà economiche delle donne durante il periodo mestruale, iniziando a distribuire gratuitamente assorbenti igienici femminili e tamponi a tutte le studentesse. Spagna e Francia, invece, hanno applicato a questi prodotti un’aliquota ridotta, ma non è abbastanza.

Ed è da questa consapevolezza che, Firenze, ha abolito la tampon tax in farmacia perché il ciclo non è un lusso. Così il capoluogo toscano, il primo in Italia, ha scelto di schierarsi dalla parte delle donne per sostenere l’equità sociale ed economica. Un segnale forte e importante che si contrappone a tutti quegli stati membri dell’Ue che continuano ad applicare agli assorbenti igienici, interni ed esterni, le stesse imposte che valgono per tablet, gioielli, vino e sigarette.

Ma c’è aria di cambiamento, come dimostra la scelta del comune italiano che, auspichiamo, faccia da apripista per il Paese intero. Le 21 farmacie comunali di Firenze, da oggi in poi, non faranno più pagare l’iva sugli assorbenti igienici femminili. La mozione è stata votato dal Consiglio comunale e l’iva sarà abolita fino al 31 marzo 2022 con la speranza che, nel frattempo, sia varata una legge nazionale.