Fedez, il chirurgo che l’ha operato: “Da questi tumori si può guarire”

Massimo Falconi, primario di Chirurgia del pancreas al San Raffaele che ha operato Fedez: “Questo tipo di tumore ha maggiori possibilità di guarigione, con le opportune terapie”

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Sara Gambero

Giornalista esperta di Spettacolo e Lifestyle

Una laurea in Lettere Moderne con indirizzo Storia del Cinema. Appassionata di libri, film e del mare, ha fatto in modo che il lavoro coincidesse con le sue passioni. Scrive da vent’anni di televisione, celebrities, costume e trend. Sempre con un occhio critico e l'altro divertito.

Dopo il video che ha tenuto tutti col fiato sospeso per giorni, in cui Fedez comunicava, tra le lacrime, di avere un grave problema di salute che lo avrebbe portato ad un lungo percorso di cure, dopo giorni di congetture, ipotesi, rumors il post pubblicato giovedì 24 marzo ha messo un punto ma non certo tranquillizzati: il cantante è stato operato d’urgenza per un “un raro tumore neuroendocrino del pancreas“. Proprio al San Raffaele, l’ospedale che lui e la moglie Chiara Ferragni tanto avevano aiutato e sostenuto in piena pandemia con un raccolta fondi che aveva permesso la costruzione di un nuovo reparto.

Al San Raffale, l’equipe medica del primario di Chirurgia del pancreas Massimo Falconi, con un intervento di sei ore, ha asportato il tumore e parte del pancreas. Lo stesso chirurgo, in due interviste rilasciate al Corriere e alla Repubblica, ha spiegato nel dettaglio di che tipo di tumore si tratta, quali sono le cure e le probabilità di sopravvivenza.

La notizia più bella, forse la migliore di questi brutti giorni, in cui tutti abbiamo provato grande empatia per Fedez, abbiamo sperato per lui e ci siamo resi conto di volergli bene,  come si può voler bene non solo a una ragazzo di 32 anni che sta male, ma a ancor più ad una brava persona, che in questi anni ha dimostrato generosità e attenzione agli altri, è che da questi tumori si può guarire, con le cure opportune. I tumori neuroendocrini del pancreas sono una minoranza. Ma hanno una prognosi diversa, generalmente migliore.

Fedez operato al San Raffaele

Parla il chirurgo di Fedez: “Da questi tumori si può guarire”

Spiega Massimo Falconi al Corriere: “Tutto dipende dal tipo di tumore presente nel singolo malato e dallo stadio della neoplasia al momento della diagnosi (se è in fase iniziale o avanzata). Ma la sopravvivenza a 5 anni nel nostro Paese è alta, superiore al 60%
“Rispetto all’adeocarcinoma pancreatico, questo tipo ha maggiori possibilità di cure e guarigione, con le opportune terapie”.
“Negli ultimi anni, con le nuove terapie abbiamo fatto passi in avanti significativi. È però determinate essere curati in centri di riferimento, dove operano gruppi multidisciplinari di esperti, perché servono le competenze di diversi specialisti”.

Massimo Falconi, cosa sono i tumori neuroendocrini, detti NETs

Spiega Falconi: “Oltre a essere rari i NETs (dall’inglese Neuro-Endocrine Tumors) sono quasi sempre “silenziosi” e solo nel 20% dei casi danno sintomi specifici legati all’iperproduzione di ormoni . Sono un gruppo di neoplasie molto diverse fra loro, alcune aggressive altre ‘indolenti’, ovvero che evolvono lentamente”.

“Parliamo di tumori che hanno origine dal sistema neuroendocrino, costituito da cellule con caratteristiche tipiche sia delle cellule endocrine, quelle che producono gli ormoni, sia di quelle nervose. Queste cellule sono presenti in tutto l’organismo, quindi i NETs possono colpire organi differenti quali pancreas (come nel caso di Fedez, ndr ), intestino, polmoni, tiroide, timo o ghiandole surrenali.

Massimo Falconi: quanto sono pericolosi i NETs

Sempre sul Corriere, il chirurgo ha poi spiegato: “È molto difficile dare una risposta univoca per le decine di sottotipi diversi di tumori neuroendocrini. In base all’aspetto delle cellule neoplastiche, i NETs si possono suddividere in “ben differenziati”, che crescono in genere lentamente e sono meno aggressivi (ma comunque potenzialmente maligni, possono dare metastasi anche dopo molti anni) e “scarsamente differenziati”, che si sviluppano più velocemente e hanno maggiori probabilità di essere metastatici fin dall’inizio”.

“Siamo di fronte a patologie molto diverse fra loro, che richiedono un approccio personalizzato. Se il tumore viene scoperto agli inizi ed è localizzato, la chirurgia radicale, ovvero l’eliminazione di tutta la massa neoplastica, può portare a guarigione alte percentuali di pazienti. Spesso l’intervento chirurgico è complesso: punta ad asportare completamente la malattia, preservando il più possibile la funzione dell’organo”.

“Se la rimozione del tumore è parziale o se la scoperta è tardiva e ci sono già metastasi, oppure in caso di recidive che si presentano nel tempo, oggi abbiamo comunque a disposizione diversi tipi di farmaci. Dalla chemioterapia (efficace solo in alcune forme) agli analoghi della somatostatina, dai farmaci a “bersaglio” fino alle strategie locoregionali (come l’embolizzazione o la termoablazione epatica). Recentemente poi è stata approvata anche in Italia la nuova terapia radiorecettoriale, in grado di veicolare un’energia “distruttiva” mirata in modo specifico sulle cellule cancerose

I NETs e la target therapy

Spiega sempre Massimo Falconi a Repubblica: “I Net sono stati i precursori della target therapy, le terapie oncologiche ‘personalizzate’ a bersaglio molecolare. Il motivo è che questo tipo di tumore produce un recettore ormonale che dal punto di vista terapico è come se fosse la serratura di una porta: inserendo la giusta chiave, siamo in grado di regolare la crescita delle cellule tumorali, rallentandola o arrestandola”.

Massimo Falconi, il progresso nella diagnosi dei NET

Nell’intervista su Repubblica, il medico spiega anche perché questi tumori possano colpire persone molto giovani come Fedez, che ha solo 32 anni. “A differenza dell’adenocarcinoma del pancreas, che nella maggior parte dei casi si manifesta in pazienti con un’età mediana di 67 anni, i Net non hanno un’età in cui c’è una maggiore incidenza”

“In generale, però, si tratta di forme relativamente rare, sebbene le diagnosi siano aumentate negli ultimi anni grazie al diffuso utilizzo di tecniche radiologiche e di endoscopia che permettono di individuare lesioni anche molto piccole. Vent’anni fa scoprivamo questi tumori solo quando erano diventati masse importanti e metastatiche: oggi, per fortuna, riusciamo a farlo prima”.

Massimo Falconi e Fedez