Le conseguenze dovute allo scandalo del Pandoro non sembrano avere fine. Chiara Ferragni e le sue società sono state, dapprima multate dall’Antitrust e, in seguito, si è proceduto anche con un’indagine per truffa ai danni dell’influencer. Accanto a lei, sul banco d’accusa anche il manager Fabio Maria Damato, a capo delle sue società per moltissimi anni. Dopo quanto è successo, però, le strade di Chiara Ferragni e del business man si sono separate. Infatti, domani, sarà l’ultimo giorno di collaborazione tra l’imprenditrice digitale e Fabio Maria Damato, come svelato dallo stesso manager sul suo canale Instagram ufficiale, attraverso un lungo messaggio condiviso nelle stories.
Nel suo addio a questa fase importante della sua carriera, il dirigente ha parlato del caso Pandoro e ha smentito quanto dichiarato sul suo conto dalle società di cui era dipendente.
Fabio Maria Damato, l’addio alle società di Chiara Ferragni
Chiara Ferragni è stata indagata per truffa per lo scandalo del pandoro Balocco, insieme a Fabio Maria Damato, manager di alcune delle sue società, come la TBS Crew. Un rapporto professionale solido che andava avanti da diversi anni ma che, adesso, è arrivato irrimediabilmente a un punto di fine. Le strade di Fabio Maria Damato e Chiara Ferragni, infatti, si sono divise e il posto del dirigente è stato preso da Lorenzo Castelli, manager giovanissimo ma già di grande successo. Anche la madre dell’imprenditrice digitale, Marina Di Guardo, ha ricevuto nuovi incarichi importanti all’interno della compagine sociale delle aziende della figlia.
Fabio Maria Damato ha deciso di salutare la sua avventura professionale nelle aziende di Chiara Ferragni con un lungo messaggio condiviso nelle sue stories di Instagram. Il manager ha affermato che domani sarà il suo ultimo giorno di lavoro per l’influencer e ha voluto ringraziare tutti coloro che hanno lavorato insieme a lui: “Oltre, ovviamente, a Chiara Ferragni, che più di sette anni fa mi ha chiamato per supportarla nell’evoluzione del suo progetto di business credendo nella mia visione”.
Fabio Maria Damato smentisce le società
Nel suo lungo messaggio d’addio, Fabio Maria Damato, oltre ai ringraziamenti, ha voluto fare alcune precisazioni. Il manager, infatti, ha smentito quanto dichiarato dalle stesse società, di cui era uno dei dirigenti, affermando di aver dato le dimissioni e di non essersi licenziato: “Lo scorso febbraio infatti, dopo attente e inevitabili riflessioni, ho deciso di dare le dimissioni (quindi no, non sono stato licenziato) dalle aziende con cui ho condiviso un percorso professionale incredibile, e per le quali negli anni ho dato tutto me stesso in termini di assoluta dedizione, idee, cuore e testa, sempre onorando i valori di onestà e correttezza che mi contraddistinguono. A dimostrazione di questo, ho accolto fino alla fine le necessità delle società che mi hanno chiesto di restare fino a giugno, nonostante le operazioni di comunicazione poste in essere dal 17 dicembre 2023 in avanti non hanno visto il mio coinvolgimento”.
Il dirigente ha precisato poi: “Rettificare come la mia uscita sia stata una scelta autonoma e volontaria, e non, come diffuso dall’azienda, che ‘Il cambiamento fa parte di un percorso di rinnovamento aziendale'”.
L’ex collaboratore di Chiara Ferragni ha voluto dire la sua anche sul caso Pandoro: “Non mi è permesso in questo momento entrare nel merito del caso pandoro ma essendo diventate pubbliche alcune e-mail insistentemente a me attribuite, devo precisare come nessuna di queste e-mail fosse la mia… Esco stremato da una certa violenza che abbiamo tutti subito, specie Chiara Ferragni che ho sempre rispettato come persona e capo e per la quale l’onestà, la dedizione e l’affetto che ho dedicato nessuno potrà mai mettere in discussione”.
Infine Fabio Maria Damato ha smentito le voci di una possibile liquidazione milionaria che gli sarebbe stata versata dalle società dell’influencer: “Non ho richiesto nessuna liquidazione aggiuntiva, tantomeno da 4 milioni di euro e nulla in più mi è stato versato se non gli oneri previdenziali spettanti di legge a qualsiasi lavoratore dipendente”.