Emma Marrone è sempre stata una forza della natura, sul palco e nella vita. Energica, ironica, sincera. Ma dietro i riflettori, per dieci lunghi anni, ha combattuto una battaglia silenziosa contro un cancro che per un lungo periodo di tempo non le ha dato tregua.
Lo ha raccontato dal palco di Ieo con le donne, evento annuale organizzato per dare spazio alle voci e alle esperienze delle pazienti. Un momento di condivisione e ascolto, dove Emma ha scelto di esporsi con coraggio, emozione e grande lucidità. Perché dietro la voce potente e le canzoni da urlare a squarciagola, c’era anche questo: la paura, la fatica, il dolore. E una rabbia trasformata in forza.
Emma, la scoperta del tumore
La scoperta, come spesso accade, è avvenuta quasi per caso. Nessun sintomo evidente, nessun campanello d’allarme. Solo un’intuizione, o forse una coincidenza. A spiegarlo proprio Emma, che durante il suo intervento a Ieo con le donne ha raccontato: “Stavo benissimo avevo accompagnato un’amica dalla ginecologa e mentre eravamo lì mi hanno detto: ma perché non fai una visita anche tu?”
Una visita che ha insospettito quella dottoressa e che ha spinto la cantante a fare un controllo più approfondito, accompagnata dai genitori: “Il medico disse ai miei: ‘Le cose non sono per niente belle’”, ha spiegato la cantante.
Da quel momento, il tempo ha iniziato a scorrere diversamente. Emma si è sentita “estraniata” dal suo corpo, come se non le appartenesse più dopo quella diagnosi di cancro alle ovaie. Ma più forte della paura, è stato il bisogno di proteggere chi amava.
“Il mio problema era salvare i miei genitori prima di salvare me stessa, ho visto mia madre e mio padre invecchiare di 100 anni di colpo, distruggersi e cadere in mille pezzi – ha detto la cantante –. Quindi il mio piano era quello di salvare i miei genitori prima ancora di salvare me stessa. La situazione era abbastanza importante, si parlava di isterectomia a 25 anni. E ho fatto questo intervento che è durato 6-7 ore.”
Un percorso lungo 10 anni
Quello era anche il periodo dell’inizio della sua carriera. Dopo Amici, Emma cominciava a farsi spazio nel mondo della musica, tra dischi, concerti e i primi riconoscimenti. Intanto il pubblico imparava a conoscerla, a seguirla, a volerle bene. Ma dietro tutto questo, c’era già una battaglia in corso.
Il tumore, che sembrava essere stato affrontato e lasciato alle spalle, è tornato più volte. Nei momenti cruciali, quelli in cui stava per succedere qualcosa di importante. “È stato un ospite importante da debellare e pensavo che fosse chiusa lì, invece mi ha torturato per 10 anni questo maledetto. Ogni volta che dovevo fare qualcosa di figo ritornava, però l’atteggiamento è sempre stato quello: io non sono quella malattia”.
Dieci anni in cui ha dovuto imparare a convivere con la possibilità che potesse ricominciare tutto da capo. Ma, spiega Emma, non è stata solo la forza a tenerla in piedi. Anche la rabbia ha avuto un ruolo fondamentale. “Io non ero quel cancro ma una ragazza giovane che voleva fare carriera, cantare, diventare famosa, e volevo vivere”.
Quella rabbia che ti accende quando pensi che non sia giusto, che non sia il momento, che non vuoi farti definire da quello che stai attraversando.“C’è stata tanta paura di non farcela, di non avere la forza, ma la rabbia mi ha sempre spinto a dire: non puoi vincere tu”.