L’azienda piemontese Balocco risponde al Codacons in merito alle richieste di risarcimento dei consumatori dopo il polverone sollevato dal Caso Ferragni. In una mail i legali del produttore di dolci più conosciuto in Italia (e non solo) hanno fatto sapere il motivo dei costi, a detta di molti, esagerati del pandoro Balocco firmato da Chiara Ferragni. La differenza di prezzo rispetto a un prodotto non griffato (3,68), pari a 5,69 euro, dell’ormai celeberrimo Pink Christmas (9,37 euro) sarebbe giustificata dall’impiego di “elementi peculiari” quali il “nastro di chiusura”, il “sacchetto contenente il pandoro ed il cartone espositore personalizzati con la grafica su licenza”, nonché’ una “bustina di polvere rosa ed uno stencil in cartoncino alimentare da utilizzare per la decorazione del pandoro”.
Caso Ferragni, parla Balocco: no ai risarcimenti
Sono circa 250 le segnalazioni di richieste di rimborso da parte dei cittadini che avevano comprato il pandoro Balocco firmato da Chiara Ferragni. “Noi abbiamo acquistato il pandoro proprio perché la nostra neonata era stata curata dal Regina Margherita e pertanto abbiamo scelto questo pandoro. Non abbiamo lo scontrino ma la foto del dolce” è il testo di una delle mail arrivate al Codacons e riportata da La Repubblica.
Cittadini e cittadine che a Natale del 2022 dicono di aver comprato il pandoro Balocco a prezzo maggiorato, griffato Ferragni, il Pink Christmas, credendo che il ricavato aggiuntivo dell’acquisto, pari a circa 6 euro, venisse devoluto all’ospedale Regina Margherita di Torino. Quel pandoro finito al centro delle indagini delle procure di Milano e di Cuneo che indagano per “truffa aggravata dalla minorata difesa dei consumatori” a carico di Chiara Ferragni e Alessandra Balocco, ad dell’azienda di dolci natalizi.
La campagna Pink Christmas realizzata con Chiara Ferragni “è stata deludente e ha prodotto una perdita in termini di marginalità”. Lo sostiene Balocco nella lettera inviata al Codacons, secondo quanto riferito dall’associazione per la tutela dei consumatori. L’azienda, secondo il Codacons, ritiene quindi di non dovere risarcimenti ai consumatori.
L’azione del Codacons
“Ci sentiamo traditi e truffati”, si legge in una mail in cui chi scrive spiega: “L’anno scorso abbiamo acquistato un pandoro Balocco in collaborazione con Chiara Ferragni. Nonostante le nostre poche risorse economiche e il prezzo non irrisorio del pandoro, ci sembrava comunque una buona iniziativa per aiutare chi è meno fortunato di noi. Per noi è stata una spesa che abbiamo fatto con il cuore; per questo motivo, sono qui a richiedere un rimborso”.
Il Codacons ha avviato un’azione collettiva per chiedere il risarcimento del prezzo aggiuntivo rispetto a quello dei pandori non griffati dall’influencer e un risarcimento di danno morale di 500 euro. L’associazione, che nelle scorse settimane ha presentato l’esposto da cui sono partite le indagini, ha calcolato in 1,65 milioni di euro i presunti danni per gli acquirenti del pandoro griffato: una somma “calcolata sugli oltre 290mila pandori venduti nel 2022 (su un totale di 362.577 pezzi commercializzati) e pari alla differenza tra il prezzo del pandoro normale Balocco (3,68 euro) e quello griffato Ferragni (9,37 euro), incremento di valore che, complici i post dell’influencer, avrebbe fatto ritenere che la maggiorazione di prezzo di 5,69 euro fosse il valore della donazione in solidarietà dei singoli acquirenti”.
Sul suo sito il Codacons già da ieri ha pubblicato una sezione chiamata “Anche tu vittima del pandoro-gate” nella quale gli utenti possono segnalare gli acquisti effettuati e farsi assistere gratuitamente come parti offese nel procedimento per ottenere risarcimenti.