Chiara Ferragni: le indagini aperte, i follower persi e i brand in fuga

Anche i ricchi piangono, e la verità è che tutti sembrano non aspettare altro. Il caso Ferragni ci dice tanto: di lei, ma anche di noi

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Giorgia Prina

Lifestyle Specialist

Web Content Creator e Internet addicted che ama la complessità del reale. La passione più grande? Sciogliere matasse con occhio critico e ironia.

Con Chiara Ferragni si è chiuso il 2023 e con Chiara Ferragni si è aperto il 2024. Dall’economia alla cronaca non è passato giorno da quel fatidico 15 dicembre in cui non si sia parlato di lei e dell’ormai celeberrimo pandoro. La sanzione dell’Antitrust all’imprenditrice e all’azienda dolciaria Balocco ha aperto un vero e proprio vaso di Pandora (gioco di parole non intenzionale) e la situazione è sotto l’occhio vigile e implacabile di tutti. Le indagini vanno avanti e la Procure fanno il loro lavoro. È il pandoro la pietra dello scandalo: da dolce delle feste a slavina scivolosa e infida che sta minando credibilità e immagine dell’influencer.

Chiara Ferragni: tra pandoro e politica

Se l’anno ormai passato si è chiuso con la bomba scoppiata in casa Ferragnez, tanto potente da necessitare anche l’intervento della premier Giorgia Meloni nel suo impegno ad Atreju con il partito, quello nuovo ha ribadito il ruolo di primo piano della notizia. Il 4 gennaio è stata ancora la Presidente del Consiglio a sottolinearne l’importanza, volente o nolente, nella tanto attesa conferenza stampa, tra bilanci di operato e progetti per il futuro.

Chiara Ferragni intanto perde pezzi. Brand che si allontano, follower che lasciano la sua pagina Instagram. Solo un dato cresce: quello delle interazioni social sulle vecchie pubblicazioni. Sostegno, sicuramente, ma anche tanto odio. Haters e stampa si sono buttati a capofitto sulla vicenda, banchettando su un personaggio inviso a tanti, in grado di muovere masse, interessi e capitali.

La giustizia fa il suo corso e ora l’imprenditrice e influencer è indagata per truffa aggravata. Saranno i tempi delle indagini e delle Procure a dettare le regole, mettendo sotto esame tutto quanto deve essere analizzato. Ciò che deve essere perseguito lo sarà. L’errore c’è stato e per questo Chiara Ferragni probabilmente pagherà, non solo in denaro (il male minore) ma anche, chissà, in seguito e collaborazioni future. “Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini — ha commentato — Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile”. Ma l’influencer si è detta anche “profondamente turbata per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero”.

Chiara Ferragni: i prodotti nel mirino

Risale all’estate 2023 l’inizio dei problemi per l’accoppiata Ferragni-Balocco a causa dell’ormai celeberrimo pandoro. A luglio, L’Antitrust, l’Autorità Garante della Concorrenza di Mercato, aveva avviato un’istruttoria per chiarire alcuni interrogativi che pendevano sull’iniziativa benefica portata avanti a Natale 2022 da Chiara Ferragni con le sue società (Fenice S.r.l. e TBS Crew S.r.l) e l’azienda Balocco per la vendita del Pandoro Pink Christmas. Il 15 dicembre la notizia: l’influencer e il produttore di dolci multati per pratica commerciale scorretta.

Pochi giorni dopo dalle pagine de Il Fatto Quotidiano Selvaggia Lucarelli denunciava un nuovo possibile illecito. Sotto la lente d’ingrandimento, questa volta, la promozione delle uova di Pasqua, sempre a firma dell’influencer. Anche in questo caso, si sponsorizzava una donazione benefica, che non sarebbe avvenuta in seguito alla vendita dei dolci pasquali. Ma non è finita qui. Secondo alcune indiscrezioni, al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche la pubblicità fatta da Chiara Ferragni, alla bambola Trudi, che replicava le sue fattezze fisiche. Si scava dunque anche nel recente passato, perché l’iniziativa risale al 2019 e, anche in questo caso, all’operazione commerciale era legata un’iniziativa benefica.

I brand in fuga

Ma la domanda che aleggiava allo scatenarsi della tempesta su Chiara Ferragni era una: quale sarà il prezzo che pagherà in termini di collaborazioni? Su queste infatti l’influencer basa gran parte del suo lavoro. E la risposta non si è fatta attendere. Il 21 dicembre Safilo ha interrotto i rapporti con la fondatrice di The Blonde Salad. L’azienda ha fatto sapere che la decisione è stata presa “a seguito di violazione di impegni contrattuali assunti dalla titolare del marchio”.

È invece del 5 gennaio la comunicazione di un altro grande brand: Coca-Cola. L’azienda di soft drink, ha scelto di fare un passo indietro e di non proseguire la collaborazione con Chiara Ferragni, scritturata a dicembre per uno spot in previsione a fine gennaio, in concomitanza con l’inizio del Festival di Sanremo (in partenza il 6 febbraio). Coca-Cola aveva scelto l’imprenditrice digitale come testimonial in virtù della sua presenza a Sanremo lo scorso anno e per aver simboleggiato l’empowerment femminile.

Ma non è tutto. Secondo alcune indiscrezioni, però, anche l’azienda Monnalisa starebbe valutando il taglio dei rapporti commerciali con Chiara Ferragni, come riportato da La Repubblica. Si tratta di un importante marchio di abiti per bambini, distribuito in 60 paesi nel mondo e che conta più di 500 punti vendita.

Le indagini aperte

Al momento sono quattro le Procure nazionali che stanno indagando su Chiara Ferragni e i pandori Balocco. Si tratta di quelle di Milano, di Cuneo, di Prato e di Trento. Fascicoli “esplorativi” modello 45, ovvero senza indagati né ipotesi di reato, di cui solo uno si è concretizzato in una vera a propria indagine per truffa (come era prevedibile accadesse). Qualora le indagini dovessero però proseguire e prospettare la stessa ipotesi di reato nelle altre province, essendo unico il fatto, le varie inchieste confluirebbero in un unico procedimento.

Al momento dunque Chiara Ferragni è indagata per truffa aggravata. Iscrizione decisa dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco. L’ipotesi su cui lavora la procura, insieme al Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, è quella prevista della “minorata difesa”. Una formula tecnica che considera il consumatore che ha acquistato il pandoro in una posizione di “minore difesa” rispetto al venditore per aver ricevuto il messaggio ingannevole per via telematica, cioè attraverso le piattaforme social utilizzate dalla influencer da milioni di follower.

Quanti follower ha perso Chiara Ferragni?

Secondo il portale Not Just Analytics il profilo Instagram di Chiara Ferragni, dal 15 dicembre all’8 gennaio 2024, ha perso 210.376 follower. Si tratta dello 0,7% dei suoi fan totali prima della vicenda. Insomma, dal punto di vista del seguito social il contraccolpo sembra non esserci stato. Quello che vale la pena evidenziare è un aumento delle interazioni nella prima settimana di gennaio in post vecchi dell’influencer, spesso con commenti schierati da una parte o dall’altra della barricata: chi è con e chi è contro la Ferragni.