Amadeus, perché Sanremo col pubblico non si può fare

Perché Sanremo col pubblico non si può fare? La posizione di Amadeus, cosa dice la legge e il nodo dei figuranti

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Valentina Vanzini

Content Editor e Lifestyle Specialist

Cacciatrice di storie, esperta di lifestyle e curiosa per natura. Scrivo con e per le donne. Autrice del bestseller Mia suocera è un mostro.

Pubblicato: 29 Gennaio 2021 12:00

Perché Sanremo col pubblico non si può fare? Il tema resta uno dei nodi fondamentali del Festival con Amadeus che ha più volte ribadito la volontà di organizzare uno spettacolo che non sia in un teatro vuoto. Ma cosa dice la legge e chi ha ragione? Difficile dirlo, soprattutto perché il problema riguarda esclusivamente Sanremo che è un programma tv ambientato però in un teatro.

Il Dpcm, Sanremo e i teatri: il nodo del pubblico

Il Dpcm attualmente in vigore afferma che nei teatri “sono sospesi gli spettacoli dal vivo con presenza di pubblico. Resta invece confermata la possibilità di organizzare spettacoli da trasmettere in streaming o di utilizzare gli spazi come ambienti per riprese cinematografiche e audiovisive, nel rispetto delle misure di sicurezza previste per tali attività”. I Dpcm con cui si trova a confrontarsi la 71esima edizione del Festival di Sanremo cambieranno il prossimo 15 febbraio e le regole sono valide sino al 5 marzo. Ciò significa che la finale, al momento, non è coperta da nessuna regolamentazione.

Perché c’è il pubblico in tv

Il Dpcm del 16 gennaio stabilisce che gli studi televisivi possono avere pubblico. Per ora non sono molti i programmi tv che adottano questa scelta, ma alcuni hanno deciso di non rinunciare a tale possibilità. A questo proposito nelle Faq presenti sul sito di Palazzo Chigi si legge che “alle trasmissioni televisive non si applica il divieto previsto per gli spettacoli, perché la presenza di pubblico in studio rappresenta soltanto un elemento ‘coreografico’ o comunque strettamente funzionale alla trasmissione”. Dietro le quinte degli show le regole e i controlli sono stringenti, con cast fissi, gruppi di lavoro ristretti e conduttori, tutti sottoposti a costanti controlli con test seriologici e tamponi. Di certo, almeno per alcune trasmissioni, l’assenza del pubblico è un grave problema. Senza gli applausi, il calore e le standing ovation è difficile trasmettere emozioni ai telespettatori, basti pensare a C’è Posta per Te o Tu Sì Que Vales. Da qualche tempo, dunque, sia la Rai che Mediaset hanno deciso di utilizzare dei figuranti. Sono sempre gli stessi, per evitare rischi, e sottoposti a dei test per il Coronavirus.

Le parole del Ministro Franceschini sul pubblico a Sanremo

Quale regola vale per Sanremo? Il Ministro della Salute Roberto Speranza in una lettera ha ribadito che “per quanto concerne gli spettacoli che si svolgono in sale teatrali – qual è, per l’appunto, il Festival di Sanremo – restano vigenti le prescrizioni di cui all’articolo 1 comma 10 del decreto del presidente del Consiglio dei ministri 14 gennaio 2021, che consente lo svolgimento degli spettacoli in assenza di pubblico”. Dichiarazioni a cui sono seguite quelle del Ministro della Cultura Franceschini che ha spiegato in un tweet: “Il Teatro Ariston di Sanremo è un teatro come tutti gli altri e quindi, come ha chiarito ieri il ministro Roberto Speranza, il pubblico, pagante, gratuito o di figuranti, potrà tornare solo quando le norme lo consentiranno per tutti i teatri e cinema. Speriamo il prima possibile”.

La posizione di Amadeus sul pubblico a Sanremo

Amadeus, direttore artistico del Festival di Sanremo, ha ribadito più volte la necessità di portare il pubblico a Sanremo, considerandolo parte integrante dello spettacolo. “Intanto chiarisco – aveva spiegato il conduttore a Il Corriere della Sera -: da parte mia c’è grande sostegno a tutto il mondo dello spettacolo dove c’è gente disoccupata che non lavora da quasi un anno. Penso che con le dovute accortezze, i distanziamenti e i numeri ridotti, teatri e cinema dovrebbero riaprire. Nel caso di Sanremo però parliamo di uno studio televisivo, come succede per tanti altri programmi”. In quell’occasione Amadeus aveva anche esposto la possibilità di utilizzare dei figuranti. “Pensiamo a figure contrattualizzate che sono parte integrante dello spettacolo nel rispetto del Dpcm – aveva svelato -. Con le giuste distanze possiamo arrivare a 380 persone in platea, mentre la galleria sarà ovviamente chiusa. Dobbiamo offrire al pubblico a casa e agli artisti che sono sul palco la possibilità di avere uno spettacolo vero. Chi dice che il pubblico non serve fa un altro mestiere. Io non mi metto a sindacare di protocolli sanitari e mi affido al giudizio di tecnici ed esperti. Su come si fa uno spettacolo invece penso di avere l’esperienza per sapere come si realizza uno show così importante”.

Il direttore artistico del Festival aveva infine portato come esempio Sanremo Giovani, svolto in piena sicurezza. “Io sono sempre stato chiaro o Sanremo si fa in sicurezza — perché la salute viene al primo posto — oppure non si fa – aveva chiarito -. Abbiamo l’esempio di Sanremo Giovani: è stato fatto in un teatro piccolo, con tanti cantanti e tecnici che si sono avvicendati sul palco. È andato tutto bene: non abbiamo avuto mezzo problema. Se il protocollo sanitario è preciso le cose si possono fare. Con Sanremo Giovani la Rai lo ha dimostrato”.

Saremo e il pubblico: teatro o studio televisivo?

La questione se il pubblico a Sanremo sia ammesso o no resta un nodo centrale che, di certo, segnerà il futuro del Festival. La kermesse si svolge nel teatro Ariston, ma da sempre ha più la forma di un programma televisivo che di un live. Secondo quanto svela Adnkronos, Amadeus avrebbe avuto un incontro con Stefano Coletta, direttore di Rai Uno, a viale Mazzini, e avrebbe ribadito la sua posizione. Per il direttore artistico di Sanremo e per la squadra che lavora per realizzare lo spettacolo, il teatro Ariston può essere paragonato a uno studio televisivo. Non a caso la platea è stata smontata per poter garantire il distanziamento fra il pubblico di figuranti e l’orchestra. La differenza fra teatro e studio tv dunque è centrale per l’interpretazione del Dpcm e per stabilire quali sono le misure da applicare. Qualche giorno fa, ribadendo la linea di Amadeus, Stefano Coletta aveva definito Sanremo come “un programma tv seriale”, dunque un evento in cui è ammessa la presenza di un pubblico, composto da figuranti, ospiti o comparse.