Venezia 80, tutti in piedi per Liliana Cavani: prima regista donna a ricevere il Leone d’Oro alla Carriera

Liliana Cavani è la prima donna regista a ricevere il Leone d'Oro alla Carriera: l'appello femminista che tutte noi dovremmo ascoltare e il suo esempio

Foto di Serena De Filippi

Serena De Filippi

Lifestyle Editor

Lifestyle e Content Editor che scrive da tutta la vita: storie, racconti, libri, articoli, con una passione per i trend del momento.

Il Festival di Venezia 2023 è appena iniziato. In un modo che non possiamo non celebrare. Tolta qualsiasi patina glamour e l’ostentazione fashion del red carpet, è il femminismo a vincere. La forza di una donna di 90 anni che viene premiata con il Leone d’Oro alla Carriera. Liliana Cavani ha fatto la storia, in un giorno di agosto: è riuscita a portare a casa per tutte noi questo risultato. “Non è giusto”, ha detto, e non possiamo che concordare con lei.

Liliana Cavani riceve il Leone d’Oro alla Carriera a Venezia 80

Non è mai bello leggere “la prima donna”. Perché significa che c’è ancora tanta – troppa – strada da fare per conquistare quelle strade che fino ad oggi sono state battute solo dagli uomini. Così, quando una donna taglia il traguardo, ecco che subito si legge l’appellativo di “prima donna”. Ma è anche vero che ci sono momenti che vanno celebrati, attimi di femminismo che non vanno perduti né dimenticati, come quello cui abbiamo assistito a Venezia 80, quando Liliana Cavani ha ricevuto il suo meritatissimo Leone d’Oro alla Carriera. Al suo fianco, con lei, Charlotte Rampling, l’attrice che ha recitato nel film Il portiere di notte.

Sono la prima persona donna a ricevere questo premio. Trovo che non sia del tutto giusto. Ci sono donne, sceneggiatrici, registe che lavorano bene al pari degli uomini e dobbiamo dargli la possibilità di essere viste. Il festival dovrebbe considerare anche che le donne possono fare bei film. Io sono la prima donna a ricevere il leone alla carriera. Serve equilibrio in questo senso e mi auguro che questo inizio abbia un seguito”, un discorso di ringraziamento certamente sentito, ma ancor di più un accorato appello proprio alla parità di genere. Novant’anni di donna, una forza fuori dal comune, un’energia che viene trasmessa subito. Immediatamente. L’emozione nel suo discorso non è mancata, ma anche la ricerca di superare gli orizzonti e i limiti, di spezzare un po’ le regole. Di aprirsi a tutti, senza distinzioni.

A Venezia 80, tutti in piedi per lei. Applausi, standing ovation, come si suol dire in questi casi. Perché, al di là di frasi fatte, la Cavani è una donna di novant’anni che è arrivata al Lido con un nuovo film, ispirato a un saggio di fisica teorica – L’ordine del tempo, del libro del fisico teorico Carlo Rovello – e ha ricevuto il suo premio, il più importante e prestigioso. Andando oltre tutto e tutti, con un “piglio e un entusiasmo da ragazzina”, come sostenuto dall’attrice Claudia Gerini.

Chi è Liliana Cavani

Nata e cresciuta a Carpi il 12 gennaio 1933, Liliana Cavani è una donna che non ha mai tradito la sua visione. Regista e sceneggiatrice, la storia è una delle sue grandi passioni, che ha sempre cercato di raccontare in modo particolare, tra contraddizioni, verità e l’eterna lotta tra il bene e il male, così come tra scienza e fede. Le difficoltà non sono nemmeno mai mancate, ma lei è sempre andata avanti, anche quando è arrivata la censura nel 1968, dopo il ritiro del film Galileo dalle sale, o ancora dopo lo scandalo del film Il portiere di notte. Ma proprio questi eventi hanno influito, e l’hanno portata a non piegarsi mai. A diventare colei che è oggi. Perché ci sono temi importanti che non andrebbero mai sottovalutati, e per cui ci si dovrebbe sempre battere. Come la libertà, al primo posto sempre.