Supersex, cosa c’è di vero e cosa no nella serie dedicata a Rocco Siffredi

Quanto c’è di reale in Supersex, la serie che vede Alessandro Borghi vestire i panni del pornodivo Rocco Siffredi

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Maria Francesca Moro

Giornalista e Lifestyle Editor

Giornalista e content editor. Dalla carta al web e ai social racconta di lifestyle, cultura e spettacolo.

È la serie più chiacchierata del momento. C’è chi ne è entusiasta, chi si rifiuta di guardarne anche solo una puntata e chi già la detesta. Ma nessuno può fare a meno di parlarne. Supersex racconta la storia dell’uomo simbolo del porno italiano e non solo. Ripercorre la vita di Rocco Siffredi, ma non sempre in modo così veritiero.

Supersex, cosa è davvero successo a Rocco Siffredi

In Supersex, a dare il volto al re del porno è Alessandro Borghi che – e lo si capisce già dai primi 10 minuti – ha studiato a fondo il personaggio, con la sua personalissima mimica, le contraddizioni e gli eccessi. E sullo schermo il risultato è magistrale. Ma quella raccontata dalla serie Netflix è davvero la vita di Rocco Siffredi così come si è dipanata nella realtà? “Al 98%” ha confidato il pornodivo a Vanity Fair.

Il rapporto con la madre

Fulcro di tutta la serie (niente spoiler, non preoccupatevi) è il rapporto di Rocco Siffredi con la madre. E per quel che riguarda il rapporto madre/figlio e il dolore vissuto dalla donna, l’attore conferma che la serie non si discosta molto dalla realtà: “Vero. L’ho chiamata tutti i giorni della mia vita, da tutti i posti in cui mi trovavo, fino al 1991, quando è morta”.

Ma non è vero, come accade in Supersex (piccolo spoiler e anche linguaggio esplicito) che Siffredi ha praticato del sesso orale subito dopo il funerale della madre, davanti alla sua tomba. “La scena vera non è andata così” ha specificato.

Seppur un accenno di realtà permane: “Un’amica di mia madre, il giorno dopo della sua morte, mi aveva chiamato dal balcone perché salissi da lei. Una volta lì mi ha voluto abbracciare e mi ha preso in braccio sulle sue ginocchia, come se fossi un bambino. Mi stringeva forte. Io mi sono alzato, l’ho tirato fuori, glielo ho appoggiato sulle labbra e sono venuto. È stato un attimo, poi ero terrorizzato. Le ho chiesto scusa, e lei mi ha sorriso e salutato”.

La morte del fratello Claudio

La prima puntata di Supersex mostra la morte prematura di uno dei fratelli maggiori di Siffredi, Claudio Tano, deceduto ancora bambino. È una storia vera, che il pornodivo ha più volte raccontato. E così come nella serie, anche nella realtà i problemi fisici del bambino iniziarono dopo un colpo in testa ricevuto da uno dei ragazzini del vicinato.

“Il vero pilastro era la mamma – ha detto Siffredi al Corriere della Sera – era lei che si occupava di portare per ospedali Claudio a Milano e a Roma, da quando a due anni, alle case popolari, si prese una mazza di ferro in testa da un altro bambino. Da lì pare che gli venne l’epilessia per l’ematoma”. Aveva 12 anni Claudio quando morì per una crisi nel sonno, “Dall’età di sei anni ho vissuto con una mamma impazzita dal dolore. Quando mi rompeva la roba addosso, pensavo che da qualche parte quel dolore doveva pur sfogarlo. L’ho sempre capita”.

Il fratello Tommaso e la moglie Lucia

La parte più romanzata della serie è quella che riguarda la figura del fratello maggiore Tommaso e della moglie Lucia. È vero sì, Rocco ha un fratello maggiore ed è grazie a lui che, dopo aver lavorato presso la marina mercantile dall’età di 16 anni, raggiunge Parigi nel 1982. Reale è anche il lavoro nella ristorazione di Tommaso, con l’opportunità offerta a Rocco di guadagnarsi da vivere come cameriere. Tutto il resto è fiction.

E pura finzione è anche Lucia, la moglie di Tommaso, interpretata dalla splendida Jasmine Trinca. Una donna forte, risoluta e complessa, mai venuta davvero al mondo ma rappresentazione unica di “tutta la miriade di personalità femminili che ho incontrato”.