Sanremo 2023, ufficiale il regolamento del Festival: date e meccanismo di voto

La Rai ha annunciato le date del prossimo Festival di Sanremo e il regolamento della kermesse canora: tutto quello che c'è da sapere

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Redazione

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Con un certo anticipo rispetto alle passate edizioni, è stato pubblicato sul sito della Rai il regolamento per Sanremo 2023.

Come sappiamo, a condurlo sarà di nuovo Amadeus, che ha firmato per la sua terza volta in qualità di direttore artistico e presentatore. E proprio Amadeus ha voluto annunciare prima del previsto le modalità di partecipazione alla competizione canora, per dimostrare come sia già al lavoro e in “costante colloquio con il mondo musicale”, come si legge nella nota diffusa dalla tv di Stato.

“L’obiettivo è avere a disposizione un tempo di preparazione più lungo per trasferire dal palco dell’Ariston nelle case dei telespettatori un racconto emozionante della musica italiana di oggi, dando voce ai nuovi talenti e agli artisti già affermati”, racconta Amadeus. “Il cast, anche in base alle proposte musicali che mi arriveranno sarà scelto, come sempre, dando peso al valore delle canzoni e alla loro potenzialità rispetto al mercato, con una particolare attenzione al loro ‘appeal radiofonico’.”

Sanremo 2023, quando e dove andrà in onda

La 73esima edizione del Festival della Canzone Italiana andrà in onda, come di consueto, dal Teatro Ariston di Sanremo e sarà trasmessa su Rai Uno.

Le date previste – salvo imprevisti, come accaduto per il Covid – sono dal 7 all’11 febbraio e i cantanti in gara, come già nel 2022, saranno 25: 22 “big” e 3 finalisti di Sanremo Giovani (questi ultimi dovranno partecipare al Festival con un brano diverso rispetto a quello proposto a dicembre, quando si decreterà chi potrà accedere alla kermesse).

Sanremo 2023, come saranno divise le cinque serate e il meccanismo di voto

Come ormai consuetudine, le prime due serate il pubblico avrà modo di ascoltare i 25 brani in gara suddivisi in 12 o 13 per serata. La terza sera si esibiranno tutti i cantanti in un’unica occasione, mentre la quarta serata sarà ancora una volta quella delle cover: “In questa occasione gli artisti potranno attingere da un repertorio che spazia dal 1° gennaio 1960 al 31 dicembre 1999, reinterpretando una canzone insieme a un ospite da loro individuato e approvato dalla Direzione Artistica. L’interpretazione più votata riceverà un premio speciale”, si legge sul sito della Rai.

Le canzoni in gara dei 25 artisti saranno giudicate con il solito meccanismo e dunque attraverso il Televoto, dalla Giuria della Sala Stampa, Tv, Radio e Web (150 rappresentanti dei media accreditati al Festival) e dalla Giuria Demoscopica (300 componenti).

Nella prima e seconda serata a votare sarà la giuria della sala stampa, tv, radio e web che effettuerà la propria votazione dividendosi in tre componenti autonome: un terzo per tv e carta stampata, un terzo per quella radio e un terzo per la giuria web.

Nella terza serata il voto sarà affidato per il 50% al televoto e per l’altro 50% alla giuria demoscopica.

Nel corso della quarta e quinta serata, infine, la votazione sarà tripartita: il 34% affidato al televoto, il 33% alla giuria sala stampa -tv-radio, web e il 33% alla giuria demoscopica.

Sanremo 2023, le regole per i brani in gara

Per poter accedere alla kermesse le canzoni dovranno rispettare alcuni requisiti:

essere in lingua italiana (“Si considera in lingua italiana anche il testo che contenga parole e/o locuzioni e/o brevi frasi in lingua dialettale e/o straniera (o di neoidiomi o locuzioni verbali non aventi alcun significato letterale/linguistico), purché tali da non snaturarne il complessivo carattere italiano, sulla base delle valutazioni artistiche/editoriali del Direttore Artistico”, scrivono dalla Rai);

essere nuove. Sul concetto di “nuove” o “inedite” si sono spesso scatenate diverse polemiche. Per questo motivo ora la Rai specifica che “È considerata nuova, ai sensi e per gli effetti del presente Regolamento, la canzone che, nell’insieme della sua composizione o nella sola parte musicale o nel solo testo letterario (fatte salve per quest’ultimo eventuali iniziative editoriali debitamente autorizzate) non sia già stata fruita, anche se a scopo gratuito, da un pubblico presente o lontano, o eseguita o interpretata in tutto o in parte dal vivo ovvero in versione registrata alla presenza di pubblico presente o lontano”.

Questa definizione viene poi ulteriormente approfondita con tutta una serie di esempi di casi in cui sussista o non sussista il concetto di novità. In ogni caso, siamo certi che anche quest’anno non mancheranno dibattiti in proposito.