Il 7 marzo 1975, esattamente 50 anni fa, arrivava nella sale cinematografiche Profondo Rosso. Ancora oggi uno dei film più acclamati, imitati e conturbanti del cinema horror italiano e del mondo intero. È il capolavoro di Dario Argento, l’opera che lo consacrò al ruolo di maestro e che nasconde parecchi segreti e non poche curiosità…
Il primo horror di Dario Argento
Dario Argento sembra essere venuto al mondo per terrorizzare i propri spettatori. Eppure, agli inizi della sua carriera da regista si dedicò a un altro genere. I suoi primi film erano sì caratterizzati da un’atmosfera cupa e a tratti da brividi, ma si trattava di thriller e gialli. Profondo rosso è il primo vero film horror del regista.
Il titolo animalesco
Tra gli Anni ’60 e i ’70 Dario Argento si era fatto notare con una serie di film noti con il nome di “trilogia degli animali”: L’uccello dalle piume di cristallo, Il gatto a nove code e 4 mosche di velluto grigio. Sulla scia dei primi successi, anche il quinto film (il quarto invece fu un flop) del regista avrebbe dovuto seguire il tema bestiale, il titolo iniziare era infatti La tigre con i denti a sciabola. Fu soltanto a riprese già avviate, durante un viaggio in auto, che Argento pensò a Profondo Rosso. Ai produttori, però, il titolo non piaceva e preferivano Rosso Profondo. Grazie alla sua tenacia, però, Dario riuscì infine ad averla vinta.
L’incontro con il grande amore
Fu proprio sul set di Profondo Rosso che Dario Argento conobbe Daria Nicolodi, il suo più grande amore, nonché musa dei suoi film più famosi. Nel cult horror Daria interpretava l’androgina giornalista Gianna Brezzi. Al regista piacque per lo sguardo misterioso, il talento attoriale e anche per qualcosa in più. “Lui mi faceva la corte ma io non me ne accorgevo, aveva un modo di corteggiarmi misterioso, non ci provava insomma” racconterà lei in seguito al Corriere della Sera.

Daria è madre della secondogenita del regista, l’arcinota attrice e regista a sua volta Asia Argento. Il loro fu un amore intenso e travolgente, che si concluse un decennio dopo il primo incontro, nessuno sa precisamente quando, nessuno sa perché. Daria morirà nel 2020 a causa di un ictus, a poco più di 70 anni.
La colonna sonora dei Pink Floyd
Dario Argento puntava in alto e arrivò a proporre niente di meno che ai Pink Floyd la realizzazione della colonna sonora di Profondo Rosso. La band di Gilmour, tuttavia, fu costretta a rifiutare (era impegnata nella registrazione di quel capolavoro di Wish You Were Here). Nessun rimpianto, però. Infine, fu il gruppo italiano dei Goblin guidato da Claudio Simonetti a comporre le musiche del film: un lavoro a dir poco magistrale, che contribuì non poco alla creazione di un’atmosfera da pelle d’oca.
Il cameo del regista
Dario Argento compare più e più volte in Profondo Rosso, seppur forse non ve ne sarete mai accorti. Tutti gli efferati omicidi del film mostrano le mani guantate di nero dell’assassino. Quelle mani, però, non sono dell’attore (o attrice, niente spoiler per chi non ha ancora visto Profondo Rosso) che interpreta il killer ma del regista stesso.