Il primo lunedì di maggio torna puntuale come un orologio svizzero (ma con molto più tulle) l’evento più atteso dell’anno per chi ama la moda: il Met Gala 2025. Quella che tecnicamente sarebbe una serata di beneficenza per sostenere il Costume Institute del Metropolitan Museum of Art di New York, è ormai diventata una delle passerelle più seguite e discusse del pianeta. Un red carpet dove l’abito non fa solo il monaco, ma racconta storie, rivendicazioni, identità. E quest’anno, il racconto sarà più potente che mai.
Met Gala 2025: il tema
Il tema del Met Gala 2025 prende vita dall’esposizione primaverile del Costume Institute, intitolata Superfine: Tailoring Black Style. Un titolo che da solo è già una dichiarazione d’intenti: celebrare l’eleganza raffinata, sartoriale e culturalmente significativa del cosiddetto Black Dandyism, movimento estetico e politico che affonda le radici nella diaspora africana.
L’ispirazione diretta arriva dal libro Slaves to Fashion: Black Dandyism and the Styling of Black Diasporic Identity (2009) di Monica L. Miller, considerato un testo imprescindibile per comprendere l’arte del vestirsi come atto di resistenza e affermazione culturale.
La mostra esplora il modo in cui artisti, intellettuali, performer e uomini neri in generale abbiano storicamente usato l’eleganza sartoriale per ribaltare stereotipi coloniali, conquistare spazio nel mondo della moda e ridefinire la mascolinità. Dal cappello inclinato di un campione del Super Bowl al bianco impeccabile delle White Parties organizzate da Sean “Diddy” Combs, il messaggio è chiaro: lo stile non è solo apparenza, è narrazione, è potere.
Il dress code ufficiale di quest’anno, Tailored for You, invita gli ospiti a un’interpretazione personale del tema attraverso completi su misura e capi che riflettano identità e memoria, lasciando spazio alla creatività senza tradire l’eleganza. Si parlerà quindi di blazer strutturati, pantaloni perfettamente tagliati, giochi di proporzioni, tessuti pregiati e riferimenti alla tradizione sartoriale nera. E se pensate che questo significhi “sobrietà”, preparatevi: l’interpretazione sarà tutt’altro che prevedibile.
Ospiti, co-chair: chi salirà le scale del Met?
A guidare questa edizione del Met Gala 2025 ci sarà, come sempre, l’inossidabile Anna Wintour, affiancata da un team di co-chair che già da solo è un manifesto di stile e visione. Parliamo di Pharrell Williams, A$AP Rocky, Colman Domingo e Lewis Hamilton, uomini di cultura, musica, sport e cinema che hanno fatto della loro immagine un linguaggio espressivo.

E poi, l’ospite d’onore: LeBron James, alla sua prima partecipazione al Met. “Non vedo l’ora di vedere come verrà celebrata l’eccellenza nera”, ha detto A$AP Rocky a Vogue, facendo intendere che sarà un tappeto rosso memorabile.
Non mancherà il tradizionale host committee, una rosa selezionatissima di nomi trasversali. Da André 3000 a Janelle Monáe, passando per Usher, Tyla, Ayo Edebiri, Regina King, Simone Biles, Edward Enninful, Spike Lee, Dapper Dan, Chimamanda Ngozi Adichie e molti altri, il cast è a dir poco spettacolare. E ovviamente, ogni co-chair può portare un accompagnatore: Raúl Domingo (marito di Colman) ed Helen Lasichanh (compagna di Pharrell) sono tra i nomi più attesi.
Ma se la lista ufficiale resta top secret fino all’ultimo secondo, ci sono nomi che quasi certamente vedremo. Come Rihanna, che dopo l’assenza dell’anno scorso per motivi di salute potrebbe tornare accanto a Rocky.
Zendaya, regina delle interpretazioni più teatrali del tema, è praticamente una certezza. Kim Kardashian, che non salta un Met Gala dal 2012, non perderà l’occasione per catalizzare l’attenzione in un look second skin. Jennifer Lopez e Sarah Jessica Parker dovrebbero essere della partita, con ensemble destinati a restare nella storia. E poi ancora: Lupita Nyong’o, Blake Lively, Jared Leto, le sorelle Hadid, le Jenner. Insomma, il gotha dello star system è pronto a far brillare la serata.

Dietro le quinte: la macchina perfetta del Met Gala
Organizzare il Met Gala è come dirigere un’orchestra di divinità del fashion system. Dietro le quinte, la regia di Eaddy Kiernan si occupa non solo della lista degli invitati ma anche dell’infame seating chart, ovvero la disposizione dei tavoli. Una logistica curata nei minimi dettagli: “Pensiamo a chi avrà qualcosa da dirsi, ma anche a evitare ex fidanzati seduti uno di fronte all’altro” ha raccontato la stessa Kiernan a Vogue.
La lista comincia a prendere forma a dicembre, ma la versione definitiva arriva solo ad aprile. Ogni tavolo è pensato per favorire conversazioni brillanti, nuove alleanze, e – perché no – meme indimenticabili. Il tutto mentre chef stellati come Kwame Onwuachi si occupano del menù della serata: un dettaglio che spesso finisce nel dimenticatoio a favore delle foto sul red carpet, ma che fa parte della magia esclusiva del gala.