Il meglio della finale del Grande Fratello: Beatrice Luzzi superstar. I flop dell’edizione

Il meglio (e il peggio) della finale e della 17esima edizione del "Grande Fratello", tra top e flop indiscussi: vincitrice morale Beatrice Luzzi

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Serena De Filippi

Lifestyle Editor

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Si è conclusa la 17esima edizione del Grande Fratello, dopo ben 197 giorni: sei mesi e mezzo di dirette, di top e di flop. A vincere è Perla Vatiero, che ha “scalzato” così la Regina della Casa più spiata d’Italia, ovvero Beatrice Luzzi. Un risultato quasi inatteso, ma non scontato. Si sa che, alla fine, a vincere non sono (quasi) mai i super favoriti, e la Luzzi lo è stata sin dall’inizio, dal primo giorno in Casa. Ma cosa ci lascia questa edizione, volutamente non-trash, su richiesta di Pier Silvio Berlusconi? Il meglio e il peggio della finale del Grande Fratello, e di un’edizione che probabilmente non ricorderemo affatto.

Beatrice Luzzi, Regina indiscussa senza trono

Il trash è sparito dal Grande Fratello? Non proprio. La 17esima edizione di uno dei reality show più longevi della televisione è giunta al termine, e ci lascia ben poco. Soprattutto, una superstar, ovvero Beatrice Luzzi, che, con eleganza e sapienza, ha saputo reagire contro il branco che spesso si è rivoltato contro di lei. Spesso isolata, non ha mai ceduto a nessuna delle provocazioni, nemmeno durante la Finale. La classe non è acqua, ed è proprio così: facciamo anche presente che ha retto un’edizione praticamente da sola.

La rivincita di Perla Vatiero

Il Grande Fratello le ha restituito ciò che Temptation Island le aveva tolto. Perla Vatiero ha vinto la 17esima edizione del GF: qualcuno dice “a sorpresa”, noi diciamo “non proprio”. Il pubblico, come è ovvio, si è diviso: la Vatiero è entrata in corsa all’interno della Casa. Si è però affermata ugualmente, forte anche del suo passato nel reality dei sentimenti. Poi, si sa: le dinamiche d’amore riescono a far presa sul pubblico (ricordiamo con affetto e ironia il triangolo Soleil Sorge, Alex Belli e Delia Duran). La storia dei Perletti, ovvero tra Perla Vatiero e Mirko Brunetti, è l’ennesima riprova che l’amore macina consensi.

La voce di Alfonso Signorini

Il Grande Fratello è nettamente cambiato negli ultimi anni. Al di là del trash o meno, il merito è del conduttore, Alfonso Signorini. Ha cucito il GF a sua immagine e somiglianza, portando al centro le storie, puntando sull’attualità. Non sempre riuscendoci, a dire il vero, soprattutto considerando che spesso le cose sono sfuggite di mano. La voce del conduttore, però, è e rimane forte, e si è sentita in particolar modo durante l’ultima puntata. Per il prossimo GF, però, è il momento di iniziare a pensare in grande, perché gli ascolti non hanno premiato questa edizione.

La prova di Cesara Buonamici

Il ruolo dell’opinionista non è così semplice come potremmo credere. Bisogna mettersi in gioco, essere sul pezzo, sapersi introdurre nelle dinamiche come un burattinaio, ma senza premere troppo sull’acceleratore. Passabili i suoi commenti, spesso dimenticabili. Come se non volesse osare, non più di tanto, anche per proteggere la sua professionalità e credibilità di giornalista. Raggiunge la sufficienza per l’eleganza e per la compostezza, ma per il Grande Fratello ci vuole “polso”.

I flop dell’edizione: la mancanza di empatia, le scelte degli autori, gli ascolti

Ammettiamolo: questa edizione ha faticato ad affermarsi in ogni senso. Al di là delle classiche dinamiche, come quella del branco contro Beatrice Luzzi, o ancora la mancanza di empatia in momenti importanti (sempre in riferimento al lutto che ha colpito l’attrice), gli ascolti sono stati ben al di sotto della media, che si è attestata intorno ai 2.430.000 milioni di telespettatori, pari a uno share del 18,47%. Non un disastro completo, ma siamo ben lontani dal trionfo, soprattutto tenendo conto che il Grande Fratello ha battuto Sanremo  nel 2004 (ben 20 anni fa!), e alla conduzione c’era Barbara D’Urso. Forse pesa la mancanza di novità, o forse ormai siamo nell’ottica che i concorrenti entrano in casa solo per far parlare di sé. Nel bene e nel male.