Il ritratto del Duca, la storia vera dietro il film con Helen Mirren

Cosa c'è di vero ne Il ritratto del Duca? Ecco cos'è realmente accaduto a Londra negli anni '60 e perché questa vicenda merita d'essere ricordata

Foto di Luca Incoronato

Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

Il ritratto del Duca è un film del 2020 diretto da Roger Michell. Una dramedy che vanta due protagonisti d’eccezione, Helen Mirren e Jim Broadbent. Una vicenda che ha dell’incredibile, soprattutto se si pensa che c’è una storia vera dietro al film, che merita d’essere raccontata nel dettaglio.

Il ritratto del Duca, trama

La trama de Il ritratto del Duca segue le vicende incredibili di Kempton Bunton. Un uomo come tanti, di professione tassista, che nel 1961 decise di fare qualcosa di assolutamente fuori dalla norma: rubare il Ritratto del duca di Wellington, realizzato da Francisco Goya ed esposto presso la National Gallery di Londra.

Missione incredibilmente riuscita, in seguito alla quale ci fu una richiesta di riscatto a dir poco bizzarra. Pronto a restituire il prezioso dipinto, a patto che il governo si impegnasse a sostenere numerosi progetti di pubblica solidarietà. Noncurante dell’opinione del mondo, salvo che di quella di sua moglie, è divenuto una vera e propria leggenda.

La storia vera de Il ritratto del Duca

Dietro la trama de Il ritratto del Duca si nasconde una storia vera, come detto. Una vicenda ai limiti dell’assunto, che di seguito riportiamo per intero. Kempton Bunton era un tassista sessantenne, incapace di tenersi un lavoro a causa di una parlantina molto sviluppata. Un vero e proprio intrattenitore, che oggi avrebbe di certo spazio sui social. Nel 1961 rubò il Ritratto del Duca di Wellington realizzato da Francisco Goya, esposto alla National Gallery di Londra. Il primo e unico furto subito dalla struttura, resa da allora una delle più sicure al mondo.

In seguito al gesto, l’uomo scrisse delle lettere di riscatto decisamente particolari. Si diceva disposto a restituire l’opera, a patto che il governo stanziasse fondi per la cura delle persone anziane, e non solo. Tanti i provvedimenti richiesti, come il canone televisivo gratuito. Un moderno Robin Hood, entrato nella cultura popolare. Dichiarò d’aver preso in prestito il dipinto, in nome della “connessione” tra esseri umani.

Come prevedibile, la sua carriera “criminale” ebbe vita breve. Ciò che avvenne in seguito, però, fu leggendario. Polizia e giornali erano sulle tracce di bande criminali, intenzionate a gettare fumo negli occhi con quelle assurde richieste, mentre si tentava di vendere il quadro nel mercato nero. E invece il dipinto non si era mai spostato di molto. Tutto frutto di un uomo intenzionato a cambiare il mondo, nel suo piccolo, a salvare i suoi figli e a ridare un senso al proprio matrimonio, sconvolto da una grave perdita.

Kempton fu il mattatore di quel processo, che attirò l’attenzione dell’intero Paese. Non confessò mai il reato, proclamandosi innocente dinanzi a tutti i capi d’accusa. Sospinto da uno spirito filantropico e non da mire personali. Non pensò mai di arricchirsi con quel gesto. Nel suo cuore c’era spazio soltanto per gli altri, moglie, figli e tutti gli sconosciuti lì fuori in necessità d’aiuto. E qualcosa riuscì a ottenerlo: la BBC annullò il canone per i cittadini over 75, proprio grazie a Kempton Bunton.

Ben 50 anni dopo la verità su questa vicenda venne fuori. Ecco, dunque, la storia vera de Il ritratto del Duca. Nuovamente è stata gettata luce su un uomo buono e stupendamente eccentrico. Temeva che la sua famiglia si sgretolasse, travolta dalla sofferenza per la tragica morte della figlia Marian. Non voleva che si realizzasse l’allontanamento definitivo di figli e moglie. Il suo fu un gesto disperato.

Grazie a lui, sua moglie Dorothy (interpretata da Helen Mirren), imprigionata nella depressione legata alla morte della figlia, ritrovò fiducia nella vita. Grazie a lui, e a quel teatro messo in piedi, suo figlio Jackie non bruciò la sua vita sull’altare della memoria di sua sorella. Un ladro, un eroe, un buono e un genio, ma soprattutto un’anima candida come poche al mondo.