Cosa non si farebbe per apparire nel nuovo, attesissimo, sequel de Il Diavolo veste Prada? A vedere le settemila persone che si sono presentate ai casting della produzione a Milano, per ritagliarsi un piccolo spazio nell’ambita pellicola, si direbbe “tutto”. E così, nel cuore della città lombarda, trasformata per l’occasione in una succursale di Hollywood, si intrecciano storie, volti, speranze e anche parecchie delusioni. Sì perché la selezione, a quanto pare, è tutt’altro che semplice e anche un po’ macchinosa, con tanto di messaggi criptici inviati all’ultimo minuto, cambi di programma (e di location) improvvisi e “no” secchi che spengono in un attimo le speranze di tante possibili comparse giunte sul set non tanto per il cachet, ma per 5 minuti di gloria.
Il Diavolo Veste Prada 2, il cachet delle comparse sul set di Milano
Ci siamo: Milano è diventata il nuovo cuore pulsante di Hollywood e in questi giorni la città profuma di set, ciak e divi senza tempo. Le riprese de Il diavolo veste Prada 2 stanno trasformando le vie del centro in un film a cielo aperto, con comparse, controfigure e curiosi che si mescolano tra boutique e palazzi storici. Chi sogna di prendere parte al sequel più atteso dell’anno sa che l’occasione vale oro o quasi perché alla fine il cachet è di tutto rispetto, ma non stratosferico: cento euro al giorno, con conferma all’ultimo minuto, e una buona dose di pazienza per entrare, anche solo per pochi secondi, nel mondo patinato di Miranda Priestly.

Il fascino è irresistibile e la selezione piuttosto complessa con messaggi notturni con poche istruzioni come “presentati con la macchina pulita e abbigliamento non appariscente”, per ritrovarsi la mattina dopo nel traffico di via Fatebenefratelli, in attesa di un cenno che confermi la propria partecipazione.
C’è chi viene scelto, chi rimandato a casa, chi resta ore a guardare Meryl Streep (anzi, a volte si tratta della sua controfigura) e Anne Hathaway attraversare le strade di Milano con l’eleganza glaciale dei loro personaggi. È il piccolo grande mondo delle comparse, una folla silenziosa e affascinata che dà vita alle scene, ma che raramente finisce nei titoli di coda.

Dietro la magia del cinema, però, si nasconde un’organizzazione rigida e una selezione quasi spietata: su migliaia di candidati, solo pochi vengono chiamati. Gli altri restano in stand-by, pronti a essere convocati all’ultimo secondo per sostituire chi non si presenta e tutto è avvolto dal segreto: niente foto, niente video, niente indiscrezioni, soprattutto niente social. Gli addetti ai lavori parlano di depistaggi intenzionali per proteggere la produzione e mantenere la sorpresa, oltre che per allontanare i curiosi.

A fine giornata, il cachet non è alto, ma il ricordo sì. Cento euro per un giorno da cinema, ma la sensazione di esserci, anche solo sullo sfondo, non ha prezzo. Perché in fondo, a Milano in questi giorni, basta trovarsi nel posto giusto anche solo per un’inquadratura, per sentirsi un po’ parte del meraviglioso mondo di Andy Sachs.
Il Diavolo Veste Prada 2, Milano diventa il set a cielo aperto dell’atteso sequel
Tratto dal bestseller di Lauren Weisberger, Il Diavolo Veste Prada è stato un tale successo da spingere gli autori a tentare il bis. Ovviamente, per potersi superare, occorreva spingersi oltre, magari in quella città simbolo della moda mondiale che proprio nei giorni scorsi è diventata il punto di riferimento del fashion internazionale: stiamo parlando di Milano, dove il cast del film è arrivato proprio per girare alcune scene durante la Fashion Week.
Se abbiamo potuto ammirare Stanley Tucci e Meryl Streep alla sfilata di Dolce & Gabbana, ora gli occhi sono tutti puntati proprio sul set a cielo aperto della città meneghina. E Milano è in fermento: la produzione si aggira per le vie della città e ha attirato l’attenzione non solo per le star coinvolte, ma anche per i brividi da set improvvisato che vivono i passanti.
I luoghi scelti sono suggestivi, da via Montebello a Brera, passando per Palazzo Parigi, piazza Duomo e le vie della moda, che diventano lo sfondo perfetto per le scene più glamour. Si susseguono ciak e blocchi stradali, comparse con divise eleganti, auto lucide parcheggiate al punto giusto: l’ambientazione è pensata per ricreare un’energia sofisticata, da grande produzione hollywoodiana.

Per i milanesi, l’effetto è magico: ci sono le incursioni della produzione tra una boutique e un caffè, qualcuno convocato all’ultimo momento come comparsa, altri costretti ad ammirare tutto da dietro transenne. La città, in questi giorni, è un film che cammina: il lusso, le telecamere e le celebrità hanno preso il posto del traffico e dei soliti vicoli e Milano, come sempre, non si fa trovare impreparata.