Il Festival di Sanremo non è solo una kermesse musicale o un evento di intrattenimento con della musica leggerissima, ma anche un palcoscenico dove la canzone diventa veicolo di messaggi. In questa edizione, due protagonisti della scena musicale italiana, Dargen D’Amico e Ghali, hanno scelto di affrontare tematiche di grande attualità e rilevanza sociale, ricordando al pubblico la drammatica realtà che affligge la Palestina.
Dargen d’Amico, quando il silenzio è corresponsabilità
Dargen D’Amico ha presentato al pubblico del Festival di Sanremo il suo brano “Onda Alta”, che parla di immigrazione. Ma la sua performance non è stata solo una celebrazione della musica, bensì un’opportunità per lanciare un appello e sollevare anche le coscienze. Al termine della sua esibizione, infatti, Dargen ha preso la parola per ricordare al pubblico la tragica situazione in Palestina, dove bambini innocenti sono vittime di violenza e privazioni. Con voce carica di emozione, ha sottolineato: “Nel Mar Mediterraneo ci sono bambini sotto le bombe, senza acqua, senza cibo. E in questo momento il nostro silenzio è corresponsabilità. La storia, Dio, non accettano la scena muta: cessate il fuoco”.
Si tratta della seconda volta che Dargen D’Amico si esibisce al Festival di Sanremo dopo la sua partecipazione nel 2022, dove si è classificato al nono posto con il brano “Dove si balla”, che ha ottenuto sei dischi di platino.
Queste esternazioni hanno trovato pieno appoggio anche nelle dichiarazioni di Amadeus, il conduttore del Festival, che ha espresso pieno sostegno al messaggio dell’artista in conferenza stampa: “Non lo sapevo ma ho condiviso totalmente, ha detto una cosa bellissima. È partito dai bambini che per me sono sacri. Ha fatto benissimo a ricordare quanto sta accadendo in Medio Oriente”, ha affermato Amadeus, riconoscendo l’importanza di sensibilizzare il pubblico su questioni così cruciali come il conflitto in corso.
La posizione di Ghali
Anche Ghali, ospite di “Casa Ghali”, uno spazio dedicato alla multiculturalità e all’inclusione, ha deciso di utilizzare la sua voce per parlare di temi di grande rilevanza sociale. Con il suo brano “Casa mia”, ha descritto i confini e i conflitti che caratterizzano molte realtà urbane, ma ha anche sottolineato l’importanza di costruire comunità basate sull’accoglienza e la solidarietà. In quest’occasione ha sottolineato però come questo brano non sia stato pensato per ricordare il conflitto tra Israele e Hamas, nonostante strofe come “Per tracciare un confine/ Con linee immaginarie bombardate un ospedale/ Per un pezzo di terra o per un pezzo di pane/ Non c’è mai pace”.
Il testo ha comunque destato l’attenzione della comunità ebraica di Milano. Infatti il presidente Walker Meghnagi ha definito la canzone una “propaganda anti-sistema”. Il rapper ha prontamente replicato tramite un post su Instagram, dove ha ribadito di aver voluto portare a Sanremo un messaggio, senza voler risolvere una questione così delicata.: “Ma se la mia esibizione porta a ragionare sull’irragionabile, se la mia canzone porta luce su quello che si finge di non vedere allora ben venga”.
La situazione attuale dei bambini in Medio Oriente
Mentre si svolge il Festival di Sanremo, la guerra tra Hamas e Israele continua. Dal 7 ottobre nella striscia di Gaza, dati Ispi, sono morte più di 25000 persone, con Hamas che ha tolto la vita a circa 1200 israeliani. La strage umanitaria pare non arrestarsi, anche se nelle ultime ore Hamas pare abbia intenzione di rilasciare gli ostaggi israeliani a Gaza. Sul tavolo c’è anche la proposta di un cessate il fuoco totale avanzata dal gruppo islamico.
Ma sono i bambini che pagano le conseguenze più cruente di questo massacro del quale sono totalmente innocenti: secondo i dati di Save the Children pubblicati a gennaio 2024, in media ogni giorno circa 10 bambini a Gaza perdono un arto.