Dopo un 2025 che molti spettatori hanno vissuto con l’entusiasmo un po’ a intermittenza, il nuovo anno prova a ribaltare il copione e puntare tutto sulle sale cinematografiche. Tra i film più attesi del 2026 ci sono i franchise che giocano sul fattore nostalgia e sull’effetto “non posso perdermelo”, ma anche progetti d’autore che arrivano con l’aura del film importante, quello di cui si discute come si commenta una finale, con pronostici e scommesse.
L’impressione è che il prossimo anno punti a mettere d’accordo due platee che spesso si guardano in cagnesco: chi vuole la grande esperienza, il cinema spettacolare, e chi cerca il film che fa riflettere e discutere, quello che resta addosso e costringe a parlarne il giorno dopo. In mezzo, una zona grigia sempre più centrale, ovvero quei titoli che diventano virali prima ancora di arrivare in sala, e che poi devono dimostrare di essere più di un semplice trend.
I film-evento che tutti aspettano nel 2026
Il nome che mette subito tutti sull’attenti è L’Odissea di Christopher Nolan: un’operazione che suona come dichiarazione d’intenti. Dopo aver giocato con la Storia e con il genio (Oppenheimer), Nolan si misura con il mito per definizione, portando sullo schermo il poema omerico e costruendogli attorno un cast da urlo. È uno di quei progetti che, a prescindere dal risultato, diventano subito un punto di riferimento e infatti c’è chi lo aspetta come il film dell’anno e chi, già da adesso, prepara la contro-analisi.
Ma il 2026 non vuole un solo “evento”, ne vuole molti e possibilmente in competizione. Il periodo di fine anno, in particolare, si candida a diventare un ring. Da una parte Dune – Parte 3 di Denis Villeneuve, che promette di chiudere (almeno per lui) il viaggio su Arrakis, dall’altra Avengers: Doomsday, con la Marvel che torna alla formula del grande raduno e prova a riaccendere la scintilla in un franchise che sembra ormai aver esaurito l’appeal. La curiosità, qui, non è solo per ciò che vedremo, ma anche per come il pubblico reagirà. Il cinecomic riuscirà di nuovo a entusiasmare come in passato, o sarà la fantascienza epica, con la sua ambizione visiva, a prendersi la scena?
I titoli che profumano di statuetta
Accanto alla dimensione spettacolare, il 2026 ha un’aria da stagione dei premi già scritta. Marty Supreme di Josh Safdie porta Timothée Chalamet dentro un racconto sportivo-biografico che sembra costruito per far parlare di trasformazione e performance. È uno di quei film che partono con una domanda implicita: sarà finalmente l’anno giusto per consacrare la star con un riconoscimento pesante?
D’altra parte c’è l’attesissimo Hamnet – Nel nome del figlio di Chloé Zhao, che sceglie la strada più rischiosa e più potente, raccontare la perdita e la creazione, usare il dolore come motore narrativo. Protagonisti Paul Mescal e Jessie Buckley, che si muovono in un contesto intenso e potente. E poi c’è un titolo come No Other Choice di Park Chan-wook, che porta la sua ossessione per il potere, la violenza e le crepe della società in un adattamento dove la storia personale diventa detonatore.
Tra i progetti più intriganti c’è anche Judy di Alejandro González Iñárritu, con protagonista Tom Cruise. L’idea è quella di un personaggio gigantesco, potente, controverso e potenzialmente distruttivo: un terreno perfetto per un regista che ama spingere la narrazione verso l’eccesso controllato e il paradosso.
Dal film top secret di Steven Spielberg a Il Diavolo veste Prada 2
C’è un fascino particolare nei film che arrivano circondati dal silenzio. Il nuovo segretissimo progetto di Steven Spielberg (dal titolo non definitivo The Dish) rientra in questa categoria. Il regista torna alla fantascienza e agli UFO che lo hanno reso un’icona, a quel cinema non è mai stato solo di genere, ma che è pura emozione, senso di meraviglia, paura dell’ignoto e desiderio di contatto. Il fatto che sia top secret non fa che moltiplicare l’hype, perché in un’epoca di trailer che raccontano tutto un film di cui non si sa nulla è quasi rivoluzionario.
Ma se c’è un sentimento che Hollywood sa trasformare in biglietto venduto, è la nostalgia. Il 2026 la mette in vetrina senza pudore con Toy Story 5. Woody e Buzz tornano ancora una volta a intrattenere grandi e piccini e l’industria scommette sul fatto che, alla fine, ci lasceremo convincere di nuovo.
Poi c’è Il diavolo veste Prada 2, che gioca su un’altra leva, non quella dell’infanzia, ma l’immaginario di una generazione che ha trasformato Miranda Priestly (Meryl Streep) in un’icona (oltre che in un meme). L’attesa di rivedere Anne Hathaway nei panni di Andrea Sachs è palpabile e attraversa trasversalmente un po’ tutti, anche gli insospettabili.
In mezzo ai ritorni cult spunta anche Hunger Games – L’alba sulla mietitura, il nuovo film ambientato 24 anni prima del primo capitolo della saga con Jennifer Lawrence. E proprio quest’ultima ha confermato il ritorno nei panni di Katniss, mentre Josh Hutcherson tornerà a interpretare Peeta. L’attesa è quindi alle stelle.
Saghe, biopc, horror e brividi d’autore
Portare sul grande schermo due personaggi diventati familiari grazie alla serialità è una scommessa interessante che Star Wars – The Mandalorian and Grogu accetta di buon grado. Cambia il ritmo, cambia l’aspettativa, cambia perfino il modo in cui i fan misurano ogni scelta. Ma con Pedro Pascal al centro e un contorno di nomi che accende la curiosità, il film ha un obiettivo chiaro: dimostrare che la galassia lontana lontana funziona ancora come appuntamento cinematografico, non solo come universo da streaming.
Non può mancare, in questo calendario ricchissimo, un biopic musicale destinato a far discutere. Michael, dedicato a Michael Jackson e diretto da Antoine Fuqua, arriva con la consapevolezza di trattare un’icona globale. Un terreno sicuramente scivoloso, dove la curiosità del pubblico incontra inevitabilmente il dibattito su cosa mostrare e cosa lasciare fuori.
Sul fronte horror e tensione, poi, il 2026 sembra voler offrire sia la spinta mainstream sia la variazione d’autore. Evil Dead Burn porta avanti una saga amata proprio perché non ha mai avuto paura di sporcarsi le mani, mentre progetti come Send Help di Sam Raimi mettono insieme ironia nera e suspense, giocando con dinamiche da survival e con quel gusto per l’eccesso controllato che è nel DNA del regista.
I film italiani del 2026: Nanni Moretti e Paolo Sorrentino
In un elenco dominato dai grandi marchi internazionali, anche l’Italia è presente con due registi simbolo. Da un lato Paolo Sorrentino, che torna al cinema con La grazia con Toni Servillo e Anna Ferzetti, dall’altro Nanni Moretti con il suo Succederà questa notte e la solita aura di mistero che accompagna ogni suo set. Del film sappiamo solo che ha tra i protagonisti Louis Garrel, Jasmine Trinca e Angela Finocchiaro e tanto ci basta.