Chi è Ambrosia del Bar Stella: l’incontro con Stefano De Martino

La cassiera del Bar Stella è Ambrosia: scelta personalmente da Stefano De Martino, temeva di apparire in televisione

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista, redattore e copywriter. Ha accumulato esperienze in numerose redazioni, scoprendo la SEO senza perdere il suo tocco personale

La chance del Bar Stella è stata fortunata, importante e inaspettata per Ambrosia, apprezzatissima dietro al bancone del varietà di Stefano De Martino. È stato lui a volerla fortemente, convinto dalla sua verve, pur in assenza di un’esperienza pregressa televisiva, così come di ambiziosi attoriali.

Intervistata da Fanpage, la finta cugina del presentatore (stando alla descrizione del suo personaggio a schermo) si è raccontata in toto, parlando tanto del suo mondo professionale quanto di quello privato, con non poche ferite.

Chi è Ambrosia

Parlare di Ambrosia vuol dire far riferimento a un’artista a tutto tondo. È una performer talentuosa, modella, fotografa e, a partire da Bar Stella, showgirl. Nata nel 1993, aveva un nome del quale col tempo si è liberata (Vincenzo D’Ambrosio).

Stefano De Martino le ha dato la chance di cimentarsi con il piccolo schermo. Ha colto l’occasione al volo, stupita dal fatto che le si fosse presentata davanti, ma anche preoccupata da numerosi aspetti. Il suo personaggio è quello della sagace cassiera, che in fondo le somiglia, spiega. C’è però altro, tanto, da scoprire di lei.

Il palco mi offre il modo di distaccarmi dai pensieri. Ho la sensazione di potermi liberare dallo stress. Sentirsi ascoltati e guardati ti fa sentire bene”. Come detto, la sua prima chance televisiva è giunta grazie a Stefano De Martino, che l’ha conosciuta a una festa a Milano.

Si sono rapidamente resi conto d’andare d’accordo e di condividere interessi in comune. Si sono tenuti in contatto, scambiandosi foto e video di film online, parlando anche di fotografia (il suo progetto fotografico è Alfabeto Ambrosia). Ritrovatisi a un matrimonio di amici in comune, ecco giungere la proposta.

“Aveva in mente di fare Bar Stella. Me lo aveva descritto e non mi aspettavo mi proponesse di partecipare. Mai intrapreso una carriera televisiva e non ho mai studiato teatro o recitato”.

Il timore di apparire

Esibirsi può essere liberatorio ma anche spaventoso. In televisione, poi, tutti avrebbero potuto vederla: “Non soltanto chi sfogliava una rivista, ma anche mio padre, mia madre e i miei parenti. Vista da tutte quelle persone che non credevo avrebbero compreso il mio percorso, il mio personaggio e, in generale, me. Me lo propose e gli dissi che dovevo pensarci. Ne parlai con mia madre”.

Ambrosia del Bar Stella
Fonte: ANSA
Ambrosia del Bar Stella

Proprio quella visibilità l’ha poi aiutata. Ha raccontato d’essersi riavvicinata alla sua famiglia e ad altre persone care. I suoi genitori non erano di certo soliti seguire i suoi servizi fotografici o il suo percorso nella moda. Dalla distanza creata, per tutela, al ponte di collegamento attraverso lo schermo: “Mi aspettavo un’altra reazione, invece mia madre è stata comprensiva e mi ha sostenuta da subito”.

Lo sguardo degli uomini e la paura

Un’intervista affrontata soprattutto come artista ma, offrendo una finestra sul suo privato, anche da donna transgender. Ha spiegato il gravoso peso che prova, giorno dopo giorno, sottoposta allo sguardo degli altri.

“Chi nasce con un sesso biologico maschile, sente che non è il suo e cerca di vivere la sua vita avvicinandosi alla sua identità, percepisce che tale scelta, per quanto la renda felice, la fa sentire in pericolo ogni giorno”.

Sa di non essere l’unica, sottolinea, e parla del mondo femminile che è quasi costretto a subire, sempre, in questa società. Percepisce lo sguardo degli uomini, che pesa su tutte le donne in generale, dice.

“Da quando i miei tratti sono più vicini allo spettro femminile, inizio a inglobare problematiche non avevo mai sperimentato. Non posso passeggiare serena per strada. Senti che qualcuno ti guarda ed è qualcosa che tutte le donne avvertono. Io lo subisco il doppio. Oltre allo sguardo, c’è la minaccia. Paura che non sia solo ammirazione e che lo sguardo si trasformi in pericolo”.