Musica, comicità, attualità: questi gli ingredienti della puntata di Che Tempo che Fa del 14 dicembre, in cui il solito timoniere – Fabio Fazio – ha guidato i suoi ospiti lungo un racconto fatto di rivelazioni ma anche di riflessioni importanti, come quella sulla Cucina Italiana appena divenuta Patrimonio dell’UNESCO. In studio, tantissimi ospiti: da Lucio Corsi – pronto per partire in pullman per un lungo tour – ad Alessandro Siani, che ha festeggiato i suoi primi 50 anni. Ma cos’è accaduto in diretta? Vediamolo nel nostro consueto pagellone.
Lucio Corsi – Voto: 9
L’intervista più poetica della serata, senza ombra di dubbio. Lucio Corsi arriva nello studio di Che Tempo che Fa per raccontare del suo nuovo album, La chitarra nella roccia, registrato all’interno dell’Abbazia di San Galgano. Un luogo che è già di per sé narrazione, silenzio e suggestione. L’artista di Volevo essere un duro spiega come quell’ambiente abbia influenzato il suono e l’atmosfera del disco, per dare l’idea di una musica che nasce dal tempo e dallo spazio, non solo dalle canzoni.
Delizioso il passaggio – diventato subito virale – sul motivo per cui usa poco la parola caffè nei suoi testi: non gli piace il suono, non lo trova musicale. Una riflessione che potremmo definire rivelatrice e che racconta molto del suo modo di scrivere, così attento alla fonetica e al ritmo delle parole. Poi il tour, che affronterà in pullman, scelta controcorrente ma coerente con un’idea di viaggio senza fretta, quasi d’altri tempi.
C’è spazio anche per l’orgoglio: essere tra i personaggi più cercati su Google del 2025 è una soddisfazione che Corsi accoglie con gioia ma senza mai scivolare nell’autocelebrazione. E infine il racconto dell’incontro con Renato Zero, rimasto impresso per la sua capacità di sentirsi vicino alle persone a cui tiene. “Non riesco ad abituarmi al tempo che passa”, ha confessato poi, spiegando di soffrire nel non ritrovare più i luoghi del passato come li aveva lasciati.
Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli – Voto: 8,5
La cucina come racconto di vita, lavoro e identità. Antonino Cannavacciuolo e Giorgio Locatelli arrivano per parlare della nuova edizione di MasterChef, ma il discorso si allarga subito a un tema più ampio: il riconoscimento della cucina italiana come patrimonio dell’UNESCO. Un traguardo simbolico, che entrambi leggono come una responsabilità più che come una medaglia.
Inevitabile affrontare anche la chiusura della Locanda Locatelli a Londra, storico ristorante guidato da Giorgio Locatelli. Ed è proprio qui che l’intervista cambia tono, perché Locatelli parla delle difficoltà concrete: affitti insostenibili, costi che crescono, scelte obbligate. “Ho chiuso per gli affitti, erano quasi il tuo stipendio Fazio”, dice con ironia, tornando peraltro su un tema a lungo dibattuto e che era iniziato durante gli anni del conduttore ligure in Rai.
Locatelli guarda avanti, parla del nuovo bar e del ristorante più accessibile aperto alla National Gallery, con tanto di inaugurazione alla presenza di Re Carlo. E poi l’aneddoto che strappa un sorriso: il primo cliente è stato un Topolino, entrato appena aperte le porte.
In collegamento anche il terzo giudice di MasterChef, Bruno Barbieri, ormai uno dei volti storici del programma e presente fin dalla prima edizione. Per loro stessa ammissione, questo è il gruppo più affiatato dall’inizio del programma, ormai un vero cult di Sky.
Alessandro Siani – Voto: 7,5
Energia, ritmo e battute a raffica. Alessandro Siani festeggia i 50 anni tornando a teatro con il nuovo spettacolo Fake News, che affronta anche il tema dell’intelligenza artificiale. Un argomento complesso, che Siani sceglie di maneggiare con il suo stile diretto, popolare, sempre molto fisico.
Il momento più divertente arriva quando prova a chiamare Leonardo Pieraccioni, col quale un anno fa era al cinema con Io e te dobbiamo parlare, scherzando sul fatto che potrebbe trovarsi a Sanremo con Carlo Conti per Sarà Sanremo. La battuta è pungente: “Dovrebbe stare con Carlo Conti. Non perché sta a Sanremo, ma lui e Panariello gli danno sempre una mano e all’ultimo se ne vanno”.
Luciana Littizzetto – Voto: 9,5
La Letterina di Luciana Littizzetto è il vero colpo al cuore della puntata. Questa volta è dedicata a John Elkann e alla decisione di vendere il gruppo Gedi, che comprende La Stampa, Repubblica, Radio Deejay, Radio Capital e Radio m2o. Luciana Littizzetto scrive con ironia ma anche con grande indignazione, come solo lei sa fare, ma il messaggio è chiarissimo e potentissimo.
“I giornali, quelli seri, sono da sempre il cane da guardia del potere e la libera informazione”, dice, ricordando le assemblee continue dei giornalisti e collegando la vendita alla recente aggressione alla redazione de La Stampa. La critica si fa ancora più dura quando parla di una vendita “per due lire”, di uno svendere prima dei saldi di fine anno.
Il passaggio finale è quello che resta addosso: “Potete comprarci, venderci o metterci sotto vuoto, ma quello che non potete comprare è la testa di chi scrive, la lingua di chi parla in radio e la schiena dritta dei giornalisti”.
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