In un’offerta sempre più diversificata, la tv generalista continua ad apportare significativi cambiamenti. Al centro dell’attenzione l’access prime time che negli ultimi anni ha acquistato maggiore terreno. A discapito della prima serata – o prima time che dir si voglia – che potrebbe presto scomparire del tutto. Almeno nel modo in cui la concepiamo oggi. A scatenare quella che è già stata definita una vera e propria rivoluzione, il grande successo di Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna che rischiano letteralmente di fagocitare tutto.
Addio prima serata, la rivoluzione di Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna
Affari Tuoi e La Ruota della Fortuna non sono più soltanto programmi “di passaggio”. Nati per “scaldare il pubblico” in vista della prima serata, oggi lo trattengono, lo fidelizzano e, soprattutto, lo portano sempre più in là. In alcuni casi fino alle 22, come già accade con il game show di Gerry Scotti e Samira Lui.
Un’anomalia tutta italiana che ora potrebbe trasformarsi in un vero e proprio sistema. L’idea, che circola con insistenza sia in Rai sia a Mediaset, è radicale: consegnare ufficialmente l’intera prima serata agli access, allungandoli fino alle 22.30 e ridisegnando tutto ciò che viene dopo.
Una scelta che, sulla carta, ha una sua logica: dosare meglio i prodotti forti, allungarne la vita in termini di settimane e non bruciarli in poche serate monstre.
A seguire, un “nuovo” prime time più corto, più vicino alle altre tv d’Europa: un solo episodio di fiction o uno show di durata contenuta, massimo un’ora o un’ora e mezza, e poi una seconda – o terza – serata finalmente riconoscibile, meno costosa e più sperimentale.
Del resto Pier Silvio Berlusconi lo ha già detto chiaramente: La Ruota della Fortuna potrebbe allungarsi ancora di più già dai prossimi mesi, seguita magari da un solo episodio de I Cesaroni, una delle fiction Mediaset più attese del 2026.
Una mossa che per l’azienda di Cologno Monzese appare quasi obbligata, vista la recente e crescente difficoltà di reality e serie nel reggere l’intera serata. Ma la vera notizia che circola in queste ore è che anche in Rai starebbero valutando l’ipotesi.
Access prime time, la Rai pronta a seguire l’esempio di Mediaset
Affari Tuoi con Stefano De Martino non accorciato, ma ulteriormente esteso, con fiction come Don Matteo, Doc o il sequel di Sandokan ridotte a un solo episodio per sera, collocato dopo le 22.30.
L’obiettivo dichiarato sarebbe duplice. Da un lato eliminare una delle anomalie più evidenti della tv italiana: programmi d’intrattenimento che durano tre ore o più. Dall’altro, allungare la vita dei prodotti forti, distribuendoli su più settimane e non concentrandoli in poche serate maratona.
Una strategia già sperimentata con successo da Maria De Filippi, che ha saputo dosare Tu sì que vales riducendo i numeri e allungando la stagione.
Ma se per Canale 5 questa rivoluzione può rappresentare una via d’uscita, per Rai1 il discorso è più delicato. Ridurre il peso di fiction e show di grande successo potrebbe alterare equilibri consolidati e produrre effetti difficili da prevedere sugli ascolti complessivi. Il rischio è che una soluzione pensata per difendersi finisca per indebolire ciò che oggi funziona.
Dietro tutto questo, però, c’è una pressione che accomuna entrambe le aziende: la concorrenza delle piattaforme straniere. Netflix, Prime Video, Disney+ non combattono sul terreno delle abitudini, ma su quello della libertà di visione. Per contrastarle, Rai e Mediaset sembrano sempre più vicine a una strategia condivisa, anche se non dichiarata.
Idea geniale o inizio della fine della televisione generalista? Forse nessuna delle due cose. Forse è semplicemente il segno che il prime time, così come lo abbiamo conosciuto, non esiste più. In attesa di una decisione definitiva, il dibattito resta aperto.
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