Orgasm gap: perché le donne hanno meno orgasmi degli uomini?

La parità a letto sembra proprio non esistere. Secondo diversi studi le donne hanno meno orgasmi degli uomini. Ma più che una questione di genere, pare una questione culturale

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

È una questione di testa e di cultura, ancora. Il gender gap esiste anche sul piano del piacere e ha un nome: orgasm gap o orgasm inequality. Significa che uomini e donne non godono allo stesso modo, e – provate un po’ a indovinare – sono le donne eterosessuali quelle che raggiungono meno l’orgasmo, a parità di condizioni. Le ricerche e gli studi che lo dimostrano sono ormai tantissimi: i più soddisfatti sono gli uomini eterosessuali (95% dei rapporti), seguiti dagli uomini omosessuali (89%) e bisessuali (88%). Anche le donne omosessuali raggiungono percentuali di piacere alte (86%), mentre crolla il dato per le donne eterosessuali o bisessuali (65% e 66%). Un gap che raggiunge il 30% se parliamo di una coppia eterosessuale: quasi una volta su tre lui raggiunge l’orgasmo e lei no. Ma quali sono le cause? Evidentemente non sono esclusivamente fisiologiche.

Il coinvolgimento emotivo

Lo studio pubblicato dalla rivista American Sociological Review che ha coinvolto 15 mila studenti e studentesse statunitensi, dice che il coinvolgimento emotivo è una delle cause di questo divario. Secondo i risultati, solo il 21% delle giovani donne raggiunge l’orgasmo anche senza un particolare coinvolgimento emotivo. Il 74% invece raggiunge l’orgasmo con il partner stabile. Una condizione a cui gli uomini paiono dare meno peso, visto che la percentuale di raggiungimento del piacere estremo non varia troppo nei rapporti occasionali.

Insicurezza e body shaming

Altro dato che pare essere determinante nel lasciarsi andare al piacere è la vergogna del proprio corpo. Molto più che gli uomini, le donne sono vittime del body shaming (da shame, vergogna). I risultati di una ricerca realizzata da Lookiero in Francia, Regno Unito, Lussemburgo, Portogallo, Belgio, Italia e Spagna, conferma che una donna su due non ama il proprio corpo. Addirittura l’88% delle donne intervistate cambierebbe qualcosa del proprio corpo; il 61% di loro ha abbandonato un’attività perché non si sentiva sicura del corpo (e chissà se tra queste c’è attività è inclusa anche quella sessuale o affettiva). Il 63% delle donne riconosce di essere troppo autocritica; e la vergogna per il 60% arriva a tal punto da preferire lo shopping online alle prove di abito in camerino. La vergogna del proprio corpo, specialmente per le donne, nasce da due cattive abitudini ancora troppo radicate: il rifarsi a modelli estremamente stereotipati e la grande capacità, degli uomini verso le donne ma anche tra donne, di sminuire un corpo femminile. L’insulto o i commenti sprezzanti a sfondo sessuale sono ancora altro; più sottile e dolorosa è la tendenza a far vergognare una donna del proprio fisico. E come potrebbe una donna insicura e vergognosa sentirsi libera, disinibita e pronta a provare piacere nuda a letto, magari con un partner appena conosciuto?

La clitoride, quella sconosciuta

Del corpo femminile si sa ancora troppo poco, e anche questa non consapevolezza gioca al ribasso sul piacere di lei. Secondo uno studio (Volck et al, 2013), il 44% dei ragazzi e il 29% delle giovani donne non sa identificare la clitoride. Da uno studio britannico di YouGov del 2019, il 58% degli intervistati non sapeva descrivere la funzione dell’uretra, il 47% non sapeva cosa fossero le labbra e il 52% non sapeva cosa fosse la vagina. La maggior parte di ragazzi e ragazze pensa che la clitoride sia il bottoncino esterno, e non sa della profondità e grandezza reale di questo organo. Proprio la clitoride è diventata protagonista di diverse forme artistiche femministe, che hanno creato installazioni, quadri e sculture in giro per mezzo mondo. È successo a Parigi qualche tempo fa, quando per l’8 marzo al Trocadero, davanti alla Tour Eiffel, è comparsa una clitoride gonfiabile alta più di 5 metri. “Denunciamo pubblicamente il ritardo nella ricerca della medicina sessuale sul clitoride. C’è chiaramente una disparità di trattamento con il pene. Un quarto delle ragazze non sa di avere un clitoride e l’82% non sa nemmeno che è un organo erettile ed erogeno”, ha dichiarato Julia Petri, la fondatrice del gruppo La Gang du Clito, che ha voluto l’installazione. La consapevolezza del proprio corpo e del proprio piacere è determinante per il raggiungimento del piacere, per questa un buon livello di educazione alla sessualità può essere importante per colmare l’orgasm gap.

Egoismo a letto

Se il maschio, qualsiasi sia l’orientamento sessuale, prova piacere in percentuali alte è perché senza dubbio è attento al proprio piacere. Che l’egoismo sotto le lenzuola non sia abitudine femminile lo dimostra il fatto che le donne lesbiche provano piacere eccome. L’egoismo a letto è infatti  un tratto che per generazioni ha contraddistinto il genere maschile; eppure, lentamente, pare che qualcosa stia cambiando (almeno a parole). Già nel 2018, secondo la ricerca condotta su 1.000 uomini tra i 35 e i 70 anni da IBSA Farmaceutici sulla nuova identità sessuale maschile, il 62% dei maschi dichiarava come priorità la soddisfazione della donna e l’attenzione alle sue esigenze. L’83% in ogni caso preferisce una donna intraprendente e decisa; il 77% afferma che le coccole non diminuiscano la virilità. Speriamo solo che questa consapevolezza e volontà sia messa in atto anche sotto le lenzuola.

Masturbazione

L’auto-erotismo è una pratica che fa bene, anzi benissimo. Sia per lo stato di benessere che si raggiunge (gli ormoni prodotti sono gli stessi che si producono durante il rapporto sessuale), sia perché con la masturbazione si acquisisce sicurezza sul proprio corpo e sul proprio piacere. Le donne, però, lo fanno meno degli uomini. Un sondaggio commissionato nel 2021 da The Poken Company, società di intrattenimento per adulti e in collaborazione con l’Osservatorio europeo per la sessualità femminile, ha coinvolto 5025 donne provenienti da Francia, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito. In Italia le donne si concedono momenti di intimità meno che negli altri Paesi, ma la percentuale è in aumento: nel 2017 il 67% di donne diceva di masturbarsi; nel 2021 il 74% (un aumento forse dovuto anche ai vari lockdown). I dati variano a seconda dell’età e le nuove generazioni sembrano più disinibite nella scoperta e nella sperimentazione Un paragone con gli uomini? Il 95% di loro dichiara di dedicarsi all’autoerotismo con regolarità.

Comunicazione & confronto

Tutti questi motivi, dall’insicurezza alla poca consapevolezza, lasciano dei grandi buchi di comunicazione sul piacere e sui gusti in fatto di sesso. Gli uomini sono più sicuri e con più facilità guidano la donna. Loro, ancora un po’ troppo indecise, con grande reticenza dicono chiaramente cosa piace e cosa infastidisce; con poca decisione chiedono o pretendono. Almeno nelle relazioni etero, perché nelle coppie omosessuali anche il confronto sembra più facile e sciolto. Un consiglio? Mai lasciare il proprio piacere alla libertà del partner; mai delegare. Il piacere è un diritto, così come il rispetto delle proprie scelte e preferenze. Cerchiamo di essere le prime a farlo presente.