Per fortuna i tempi cambiano; alcuni stereotipi sono superati e diversi tabù sono stati liberati. Non tutti purtroppo, e bisogna ammettere che alcuni giudizi e cattivi pensieri sono talmente tanto radicati da influenzare ancora oggi i comportamenti, specialmente delle ragazze e soprattutto della sfera sessuale e intima. Sono convinzioni che però non trovano alcuna dimostrazione statistica o scientifica e che proviamo, speriamo per l’ultima volta, a smentire.
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Le ragazze hanno meno voglia
Falso, o almeno non si può generalizzare. Questa convinzione è così tanto maschilista da aver generato un termine, frigida, che ha un valore comunemente negativo e offensivo, ormai abbastanza superato per fortuna. Inoltre, la scienza dice tutt’altro: il livello di libido e di desiderio è determinato e regolato da un ormone, il testosterone, erroneamente associato al solo corpo maschile. Seppure in quantità minore, il testosterone è prodotto anche dalle donne, nelle ovaie e nelle ghiandole surrenali. Sia per lui che per lei esistono dei momenti di picco di produzione, che combaciano con le prime ore della mattina, tra le 6.30 e le 7.30. In questo intervallo di tempo i corpi paiono essere più propensi al sesso e la mente ancora libera da preoccupazioni e pensieri, a prescindere dal genere.
Ci stai provando?
Basta pensare che sia lui a dover fare il primo passo. Sfatiamo questo mito del principe azzurro e coraggioso! No, manifestare interesse verso un ragazzo non è segno di poca serietà e no, non mette in imbarazzo lui, o almeno non dovrebbe (se si imbarazza o scandalizza il problema è solo suo). Lei, come lui, è una persona libera di manifestare curiosità, sempre che lo si faccia con rispetto. Allo stesso modo è sbagliato pensare che un lui timido e riservato sia un “pappa molle” o poco forte. Ogni persona ha il proprio modo di manifestare le emozioni e gli intenti: proviamo ad andare oltre il gioco di ruoli stereotipato, perché ci si potrebbe perdere una preziosa occasione.
Orgasmo a tutti i costi
Cercare di vivere la sessualità e i rapporti sessuali esclusivamente pensando al raggiungimento dell’orgasmo è un errore basilare. Il piacere è come un’onda, e il rapporto può essere paragonato a un bellissimo viaggio, estremamente intenso e da godere in ogni sua fase. Non per tutte le donne il momento di massimo piacere coincide con l’orgasmo, e non tutte le donne lo raggiungono allo stesso modo. Gli orgasmi femminili sono di tantissimi tipi e solo esplorando il corpo e sperimentando, da sole e con il/la partner, è possibile capire quando, come e dove sta la nostra più alta sensibilità. Pensarci però rende il lavoro più difficile: il cervello attivo e le aspettative inibiscono e rendono il corpo e la mente troppo contratti per lasciarsi davvero andare al piacere. Un consiglio? Godetevi il viaggio, senza pensare troppo alla meta.
Un corpo, tanti orgasmi
Anche parlare di orgasmo, al singolare, è sbagliato. La donna può vivere diversi tipi di orgasmo, percepiti e generati in modi diversi. Generalmente si fa riferimento all’orgasmo vaginale, intenso, che provoca contrazioni pubococcigei e perianali, a cui segue un relax estremo. Si definisce orgasmo clitorideo quello che si raggiunge stimolando la clitoride: potente, molto profondo e diffuso. L’orgasmo anale, non troppo comune tra le donne (anche su questo ci sarebbe da scardinare molto preconcetto), è quello che arriva da una sollecitazione posteriore. La stimolazione esterna porta all’orgasmo a fusione (da mano propria o del partner) o all’orgasmo artificioso se il merito è dei sex toys. A differenza di lui, e proprio per queste sensibilità varie, la donna può raggiungere più orgasmi durante un rapporto: l’orgasmo sequenziale prevede un picco di piacere dietro l’altro; l’orgasmo multiplo si compone di più orgasmi senza pause, a ondate ma continue.
La clitoride non è tutto
Un discorso a parte andrebbe fatto sul corpo femminile e sulla consapevolezza che le donne hanno della propria fisicità e del proprio piacere. Sulla clitoride si sbaglia a partire dal nome, spesso declinato al maschile. Anche l’immaginario comune dipinge questo punto femminile in modo del tutto falsato. La clitoride non è il bottoncino delle dimensioni di un’uvetta che si trova protetto nella congiunzione delle due piccole labbra. Quel bottoncino è solo la punta di una muscolatura molto più estesa, che si sviluppa a forma di Y rovesciata verso l’interno del bacino, verso il basso, su ciascun lato della vulva. La clitoride contiene 8mila terminazioni nervose (il pene 3mila, per fare un paragone) e diventa turgida perché è fatta dello stesso tessuto erettile del pene. Effettivamente è un punto molto sensibile, che – se stimolato– può portare a un piacere intenso e a orgasmi e contrazioni profonde; ma è altrettanto delicato e buttarcisi a capofitto, senza troppa delicatezza, può essere poco piacevole, anche fastidioso. Il consiglio delle esperte e professioniste della salute sessuale è quello di esplorare la propria clitoride per capirne le sensibilità, per poi poter guidare senza vergogna e inibizione il proprio partner (o la propria partner).
Penetrazione
La penetrazione può portare un grande piacere, questo è vero. Ma è altrettanto vero che non è tutto, che non è obbligatoria e neanche da dare per scontata. Anzi. L’outercourse è il sesso non penetrativo e piace tanto, sempre di più. La parola deriva da “outer”, ossia esterno, e “course”, diminutivo di “sexual intercourse”, cioè rapporto sessuale. Il sesso non penetrativo (è escluso qualsiasi tipo di penetrazione, orale, vaginale o anale) è un’alternativa, una possibilità a cui si arriva per tanti motivi o che si sperimenta per riscoprire coccole, corpi, giochi, togliendo un po’ di attenzione dai genitali. Uno dei punti a favore della non penetrazione? Ci si prende più tempo, si riscopre un’intimità nuova e diversa. Può essere una soluzione nei periodi a distanza, nel caso di terapia o invalidità momentanee o lunghe, in caso di noia.
Ai contraccettivi ci pensa lui
Mai delegare la propria salute e mai dare per scontato che sia l’altro/a a pensare a come proteggere il rapporto. Pretendere di proteggersi con un contraccettivo indica una forma di rispetto per sé e per l’altro/a; è intelligenza emotiva; consapevolezza e maturità. Tirare fuori un preservativo dal portafoglio non vuol dire essere una ragazza poco seria, anzi. Nessuna vergogna quindi a fare il primo passo se non è lui/lei a farlo: basta davvero poco per rovinare il gioco e nulla vale il rischio di ammalarsi o di rimanere incinta senza desiderare una gravidanza.
Protezione totale
I contraccettivi non sono tutti uguali e garantiscono protezione dversa. I modelli sono tantissimi tra cui scegliere, per ogni situazione, a seconda delle esigenze e delle abitudini. Occhio però a riconoscerli per saperli scegliere. Il preservativo maschile o femminile protegge dalle malattie a trasmissione sessuale e dal rischio di gravidanza indesiderata, se utilizzato fin dai primissimi contatti. La pillola o altri contraccettivi ormonali non di barriera invece evitano la fecondazione ma non proteggono da infezioni e malattie, quindi sono comodissimi per relazioni durature e di fiducia ma non per i rapporti occasionali. Informarsi su tutti i contraccettivi è importante per fare una scelta consapevole.
Amica di letto
Anche le donne sono capaci di vivere il sesso senza coinvolgimento, e sono sempre più brave a farlo senza senso di colpa o vergogna. Non è più vero che l’uomo riesce a gestire la relazione senza aspettativa; mentre lei si innamora subito. Gli amici di letto e le amiche di letto sono quelle persone che non vogliono impegno, che preferiscono non fare promesse, vivendo il qui e ora senza programmare il domani. Non c’è nulla di male, basta mettere le cose in chiaro subito, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale.
Sperimentare e conoscersi
Sulla masturbazione maschile se ne dice di ogni, inclusi tanti falsi miti che partono dalla ciecità fino all’infertilità. Eppure l‘autoerotismo è un momento di conoscenza del proprio corpo e di consapevolezza importantissimo a livello individuale ma anche di coppia. Una persona, uomo o donna, cosciente del proprio piacere e del proprio corpo è un partner più sicuro e disinvolto. Capire quali sono le zone di piacere, i ritmi dei movimenti, le sensibilità è un atto doveroso per una sessualità sana e consapevole. Sperimentate, questo è l’invito, e ascoltate quello che il corpo dice, per poi poterlo ricercare e ricreare anche in compagnia.
Premessa: fantasie, libertà e nessun modello
Esiste una premessa, da cui prescinde forse tutta l’attitudine all’intimità e alla sessualità: non esistono modelli prestabiliti a cui fare riferimento. Non è vero che un sen abbondante è più divertente o bello di uno meno generoso; no è vero che le grandi labbra hanno una sola forma e dimensione; non esistono cose che si devono o non si devono fare.
Liberiamoci. Sesso anale, fantasie particolari, location sensazionali, sesso a tre, travestimenti… e chi più ne ha più ne metta. Nella sessualità vale tutto, anche cose che mai avremmo pensato o desiderato prima. Non esistono concessioni esclusive per lui; non esiste motivo di vergognarsi se c’è rispetto e condivisione. Smettiamo di pensare che ci siano pensieri sporchi, eccessivi, vergognosi; o che la donna debba seguire ma non possa proporre o suggerire. L’unica cosa di cui vergognarsi è la violenza, in qualsiasi sua forma; è l’inibizione o la rinuncia. Per il resto osiamo, sperimentiamo, chiediamo, guidiamo. Ne va a favore della relazione, dei corpi, del piacere e dell’appagamento di lui e di lei.