Sesso e cervello: come il corpo reagisce al piacere sessuale

L'attività sessuale ha molti effetti sul nostro cervello e sulla produzione di ormoni. Ecco come la sessualità influisce sul corpo e sul nostro benessere

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Alfonsa Sabatino

Lifestyle e Sex editor

Da anni ricopre la professione di giornalista pubblicista e ufficio stampa, come freelancer. Di recente, sta esplorando il mondo dei podcast, per dare nuova forma ai suoi approfondimenti. Per DiLei si occupa di sessualità, benessere e lifestyle.

Corpo e testa sono uniti in modo viscerale, ce lo spiegano bene le discipline olistiche orientali, ma non solo. È scientificamente provato ormai che alcune situazioni, sensazioni e emozioni sollecitino specifiche parti del cervello, influenzando di molto il nostro benessere psicofisico. È il caso dell’attività sessuale, che già dai preliminari stimola la produzione di determinati ormoni che giocano un ruolo decisivo sull’umore. Vediamo insieme come il cervello e il corpo reagiscono al piacere sessuale e cosa comporta.

Il sesso come un flipper

“L’atto sessuale ha effetti molto importanti sull’organismo” aveva spiegato qualche anno fa Emmanuele Jannini, docente di sessuologia all’università di Tor Vergata a Roma e presidente dell’Accademia italiana della salute della coppia, commentando la ricerca della Florida State University sull’afterglow, cioè la sensazione di benessere che si prova dopo un rapporto sessuale. “L’ipotalamo produce endorfina, molecola che è sinonimo di benessere; dopamina, l’ormone che va di pari passo sia con l’eccitazione sessuale che con l’innamoramento; testosterone, sostanza che dà energia e aggressività positiva; e infine ossitocina, insieme al suo equivalente maschile vasopressina: ormoni che hanno la funzione di cementare la coppia. Un rapporto sessuale dà una carica pari a quella di una pallina da flipper”, aveva concluso.

La mappatura

Barry Komisaruk, psicologo e professore alla Rutgers University negli Stati Uniti, è uno dei più grandi ricercatori in fatto di sessuologia e terapia sessuale. Negli anni è stato in grado di mappare, tramite la risonanza magnetica funzionale, le aree del cervello coinvolte nell’orgasmo, sia maschile che femminile. Le immagini della mappatura non hanno bisogno di grandi parole: sia negli uomini che nelle donne, al momento dell’orgasmo il cervello inizia a illuminarsi come un “albero di Natale”. Sono trenta le aree del cervello che si attivano: quelle dell’elaborazione del senso e del tatto ma anche altre meno scontate, come il sistema limbico, responsabile dell’elaborazione della memoria e delle emozioni; l’ipotalamo, legato al controllo involontario del corpo; la corteccia prefrontale, implicata, invece, nel giudizio e nella capacità di risolvere i problemi.

La petite mort

Nell’analisi delle zone del cervello che si attivano durante l’orgasmo troviamo la spiegazione per cui il momento apice del piacere viene anche definitivo “piccola morte”. Durante l’orgasmo, infatti, avviene l’inibizione della corteccia orbitofrontale laterale, che sarebbe quella parte del cervello che gestisce e controlla i processi di ragionamento e del controllo. Nei rapporti sessuali, lasciandosi totalmente andare al piacere, il cervello pare spegnere completamente questa zona, dando quella sensazione di perdita del controllo e della ragione. In realtà, secondo le osservazioni di Komisaruk, nella donna si fermano alcune aree cerebrali che nell’uomo rimangono attive e questo motiverebbe la differenza di durata e intensità del piacere nei due sessi (l’orgasmo femminile può durare una ventina di secondi in più di quello maschile). Di contro, nella donna pare attivarsi la sostanza grigia periacqueduttale, che attiva la risposta di difesa o fuga.

Le terminazioni nervose coinvolte

Ma come si attiva e partecipa il cervello all’attività sessuale? Durante i rapporti sessuali o la masturbazione il cervello si attiva di riflesso alla stimolazione fisica ed emotiva. Lo fa attraverso il ramo parasimpatico del sistema nervoso, inviando sangue agli organi sessuali. Il corpo si “muove” tutto: la frequenza cardiaca e respiratoria aumentano, e le terminazioni nervose delle zone genitali e delle altre parti del corpo coinvolte inviano segnali al circuito cerebrale del piacere, conosciuto anche come sistema di ricompensa. Le terminazioni nervose maggiormente coinvolte sono: il nervo ileoipogastrico, che invia segnali dall’utero nelle donne e dalla prostata negli uomini; il nervo pudendo che stimola segnali nervosi che nascono dalla clitoride nelle donne e nello scroto negli uomini; e il nervo Vago trasmette stimolazioni dal collo dell’utero, l’utero e la vagina.

Gli ormoni

Durante la stimolazione e la pratica sessuale vengono prodotti alcuni ormoni che non sono eslusivi dell’attività sessuale, ma che hanno delle caratteristiche e proprietà inconfondibili e indispensabili per il raggiungimento del piacere.

  • Dopamina: è uno degli ormoni della felicità, correlato al sistema di ricompensa del cervello, responsabile della sensazione di gratificazione e appagamento.
  • Endorfine: un antidolorifico naturale, con effetto antidepressivo e stimolante dell’umore. Anche la risata o un semplice sorriso promuovono il rilascio di endorfine .
  • Ossitocina: è l’ormone dell’amore, delle coccole, degli abbracci, del contatto fisico e dell’empatia. Diminuisce lo stress, l’ansia, favorisce la sensibilità alle emozioni degli altri, alla cura e alla protezione. Rafforza il senso di fiducia e di appartenenza.
  • Testosterone: è l’ormone dell’eccitazione, che accende il desiderio in uomini e donne. Dal testosterone dipendono la voglia fisica, la ricettività agli stimoli sessuali e l’eccitazione mentale, i sogni erotici, le fantasie sessuali, e la risposta fisica genitale e l’orgasmo.

Ricompensa, dipendenza e concentrazione

E sono proprio gli ormoni a determinare quella sensazione di ricompensa e dipendenza dell’attività sessuale, fisiologica e non patologica. È la dopamina il neurotrasmettitore che regola il piacere, lo stesso che viene prodotto in risposta ad alcuni alimenti o sostanze che creano benessere, come il caffè, il cioccolato o la nicotina per esempio. Per questo, può essere vero che la sensazione piacevole del sesso può diventare una sorta di dipendenza, nel senso che il piacere che proviamo grazie alla dopamina ci spinge a cercarlo ancora e a volerlo fare di nuovo.

Inoltre, secondo alcuni studi il momento post orgasmo è particolarmente produttivo intellettualmente. La produzione di dopamina pare infatti in grado di migliorare la memoria, la concentrazione, la capacità di apprendimento, comunicando con il cervello. Un senso di lucidità risultato del rilassamento e della felicità dopo un orgasmo, ottimale per il lavoro e lo studio.

Zero stress

L’attività sessuale e la masturbazione sono degli ottimi antistress e antidepressivi. La produzione di ossitocina facilita proprio il rilassamento e la riduzione dell’ansia. La spiegazione è scientifica e dimostrata: durante la sollecitazione fisica e il piacere, la pressione sanguigna si abbassa e calano i livelli di cortisolo, l’ormone associato alle situazioni di stress. L’ossitocina, invece, insieme alle endorfine sono associate alla distensione, per questo conciliano il sonno e sono buone pratiche contro l’insonnia.

Si chiama afterglow

Questo stato di benessere che si crea e prova dopo il piacere da rapporto sessuale o masturbazione ha un nome: afterglow. Secondo lo studio condotto dai ricercatori della Florida State University guidati da Andrea Meltzer e pubblicato tempo fa su Psychological Science, si tratta di un’“aura di benessere che rafforza il legame di coppia fa sentire soddisfatti della vita e dura 48 ore”. Lo studio ha coinvolto 214 coppie americane appena sposate. Per due settimane uomini e donne hanno compilato un questionario, indicando se avevano avuto un rapporto sessuale e rispondendo a una serie di domande sia sulla qualità della loro relazione di coppia che sulla loro soddisfazione per la vita in generale. Il benessere dura due giorni, in termini di appagamento sessuale e di soddisfazione per la relazione di coppia, ma anche di contentezza per la vita in generale.

Non per sempre

Gli studiosi però non si sono fermati qui. Hanno ricontattato gli intervistati dopo sei mesi dai loro primi questionari. Sia l’intensità dell’afterglow che la loro soddisfazione per la relazione di coppia erano nel complesso diminuite.“Quando lo spiego agli studenti – commentava ancora il professor Jannini- vedo la tristezza passare nei loro occhi. È giustificabile, però, dal punto di vista adattativo. Quando si è innamorati è come se il nostro motore girasse a ritmi altissimi. Ma non possiamo marciare a lungo a pieni giri, perché il viaggio è lungo. Per arrivare a destinazione dobbiamo adattarci presto a un regime normale”.