Uso del cellulare e tumore del nervo acustico: cosa si sa

Secondo studi scientifici non c'è un legame diretto tra uso prolungato del cellulare e l'insorgenza del tumore. Ma è bene limitare i rischi di eccessiva esposizione

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

La Corte d’appello di Torino conferma una sentenza del Tribunale di Ivrea del 2017, che aveva riconosciuto un nesso tra impiego prolungato del telefono cellulare e un particolare tumore benigno, il neurinoma del nervo acustico.

Secondo il giudizio del Tribunale quindi in casi specifici l’impiego prolungato del cellulare può indurre un potenziale effetto di riscaldamento cerebrale e di influenza sul metabolismo, ma la scienza non è sulla stessa linea.  L’Istituto Superiore di Sanità in particolare, sulla scorta degli studi disponibili, segnala che l’uso dei telefonini non sarebbe associato all’incidenza di neoplasie nelle aree più esposte alle radiofrequenze durante le chiamate vocali. E il più grande studio mai condotto sull’argomento, chiamato Interphone, ha escluso il rischio non evidenziando legami chiari tra i due elementi.

Cosa dicono gli esperti

Secondo quanto riporta il sito dell’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) i dispositivi moderni appaiono più sicuri di quelli più datati in questo senso. In ogni caso l’aumento di temperatura legato all’impatto delle onde a radiofrequenza non induce direttamente mutazioni a carico delle cellule, ma può comunque indurre un riscaldamento dei tessuti che vengono a contatto con l’apparecchio.

Peraltro i dati scientifici disponibili non portano a conclusioni definitive: l’esposizione, a livello cellulare e negli animali, potrebbe essere potenzialmente correlata con un rischio aumentato ma in condizioni che non replicano il normale consumo del cellulare.

Gli studi epidemiologici hanno in qualche caso dimostrato un potenziale incremento del rischio per un particolare tipo di tumore, il neurinoma del nervo acustico. Ma i dati che indicano questa possibile correlazione sono stati proposti solo in casi singoli (quindi non su popolazioni) e legati all’impiego di telefoni di prima generazione.

Sempre stando a quanto riporta il sito dell’AIRC su un caso italiano di qualche tempo fa, oltre, la correlazione è stata dimostrata dopo impiego per ragioni professionali e per molti anni di seguito. Ma va considerato che i il soggetto aveva impiegato il telefono nell’abitacolo dell’automobile e in un periodo in cui i ripetitori erano molto più limitati.

Cos’è il neurinoma del nervo acustico

Al momento la scienza non è ancora arrivata a dire se davvero questa forma può essere legata all’abuso dei telefoni cellulari protratto nel tempo. Al momento non c’è alcuna certezza né in un senso né nell’altro.

Il neurinoma del nervo acustico pesa percentualmente per il 5-6 per cento nel computo dei tumori cerebrali e si manifesta in forma subdola attaccando i nervi e limitandone la funzionalità. Il motivo di questa crescita lenta e della scarsa sintomatologia è legato alla posizione dei nervi stessi che vengono danneggiati progressivamente ma corrono lungo un canale osseo.

Per questo la sordità legata al problema è spesso a lenta insorgenza e quindi preoccupa poco. In genere, quindi, è proprio l’ipoacusia il problema che rappresenta la maggior parte dell’aspetto clinico del tumore. Si tratta quasi sempre di una sordità ingravescente e monolaterale, cui si possono associare fastidi come acufeni ed alterazioni dell’equilibrio.

Sul fronte della diagnosi, il classico esame audiometrico consente di rilevare il deficit uditivo ma non svela certo la presenza della lesione, che va invece riconosciuta attraverso una risonanza magnetica nucleare con contrasto o con una Tc. Per le cure, tra le diverse opzioni va ricordata la radiochirurgia stereotassica che può rappresentare un’alternativa nei tumori particolarmente piccoli.

Come limitare i pericoli

Non conta quante telefonate si fanno, ma quanto il calore del dispositivo rimane a lungo accanto all’orecchio. Per questo è fondamentale impiegare l’auricolare per  diminuire l’effetto legato al calore e alle onde elettromagnetiche sulla testa, evitare le lunghe telefonate, curando di alternare spesso l’orecchio e limitarne la durata.  È utile stare al telefono soprattutto quando c’è pieno campo, perché in condizioni si segnale debole il cellulare aumenta la potenza delle emissioni sull’orecchio.