Stare sempre seduti fa male al cuore, ecco perché

Chi passa dalle 6 alle 8 ore seduto, è più a rischio di malattie cardiovascolari e di morte prematura: come allontanare il pericolo

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

“Dimmi quanto tempo stai fermo su una sedia e ti dirò quanto aumenta il tuo rischio di sviluppare malattie cardiovascolari”. In futuro, con questa semplice domanda, si potrebbe davvero arrivare a definire chi è più in pericolo di andare incontro a infarti e scompenso cardiaco potenzialmente letali. Quanto più aumenta infatti il tempo quotidiano passato su sedie, divani o simili (e comunque senza muoversi), tanto maggiore sarebbe il rischio di sviluppare problematiche di questo tipo.

A segnalarlo è una grande ricerca apparsa su Jama Cardiology, che ha preso in esame oltre 100.000 persone in più di venti diversi Paesi, calcolando proprio il tempo quotidiano della vera e propria sedentarietà, nel senso di quanto stavano seduti. Risultato: chi rimane sulla sedia da sei a otto ore al giorno vedrebbe salire di almeno il 12 per cento il rischio di sviluppare problematiche cardiovascolari negli anni a venire, oltre che di morte prematura. Va ancor peggio se si supera la quota di otto ore al giorno con le terga appoggiate sulla seggiola, con un rischio che può salire anche fino al 20 per cento.

Muoviamoci anche da fermi

Basta poco, davvero poco per non mantenere il corpo nella stessa posizione a lungo. Ad esempio, è utile imporsi di accavallare frequentemente le gambe, in una sorta di esercizio, seppur da seduti, che in qualche modo offre uno stimolo a muscoli ed articolazioni.

L’importante è non rimanere a lungo nella stessa posizione, magari di fronte alla Tv o allo schermo di un computer. Questo è solo un semplice consiglio, l’ideale è fare in modo di ritagliarsi regolarmente il tempo di una passeggiata anche se il lavoro ci costringe a rimanere nella stessa posizione. Altrimenti si rischia davvero la salute.

La ricerca, coordinata da esperti dell’Università Simon Fraser e dell’Accademia cinese di scienze mediche di Pechino, ha seguito per 11 anni tutte queste persone, rilevando anche come nelle aree a minor reddito gli effetti di questa perniciosa sedentarietà erano ancora più pronunciati, probabilmente perché legati a stili di vita non proprio salutari. L’importante è spezzare con l’esercizio il tempo dedicato alla posizione classica del travet, dedicando il giusto tempo all’attività fisica. Infatti, dalla ricerca emerge chiaramente che scomponendo la popolazione dei sedentari per necessità tra quelli che comunque riuscivano a dedicare tempo all’attività fisica nella giornata il tasso di rischio scende in modo significativo, mentre tendeva ad innalzarsi e di molto tra chi non pratica alcuna attività di dispendio energetico ed esercizio fisico oltre a rimanere a lungo nella stessa posizione.

Consiglio generale: se il lavoro obbliga a rimanere fermi alla scrivania per tante ore, fate in modo di dedicare un tempo sufficiente a palestra, passeggiata, corsa o nuotate in piscina.  Il cuore e non solo ringrazierà caldamente per questo vostro impegno.  Secondo gli esperti, infatti, questa sedentarietà imposta dalle circostanze e dalla pigrizia rischia di diventare una vera e propria minaccia per la salute cardiovascolare, con un indice di rischio che si avvicina addirittura a quello del fumo.

Dedicate tempo al movimento

Scegliete ciò che più vi piace. Ma non rimanete sempre fermi. In palestra, ad esempio l’obiettivo deve essere duplice: migliorare il “fiato”, cioè svolgendo attività prevalentemente aerobiche, potenziare i muscoli aumentando la presenza di tessuto muscolare in sostituzione di quello adiposo. In teoria questi due obiettivi dovrebbero andare di pari passo in palestra ed anche le sedute dovrebbero essere suddivise equamente sui due versanti. Sono consigliabili tre o quattro allenamenti in palestra la settimana, della durata di 20-40 minuti ciascuno.

Sul fronte dell’attività aerobica vanno benissimo la vecchia ma sempre valida cyclette, con sforzi di pedalata programmati per non creare pericolosi sovraccarichi di attività per il cuore, il vogatore, che mima l’attività del canottaggio e potenzia soprattutto i muscoli della parte superiore del corpo (attenzione solo a chi ha mal di schiena, visto che soprattutto nei primi mesi di attività si rischia di accentuare i disturbi), fino ai più moderni scalini da salire e scendere a tempo di musica e ai tapis-roulant.

Vista la stagione, puntate anche sul nuoto. Il movimento in acqua, soprattutto se si modificano gli stili nel corso di una seduta, consente di far sviluppare in maniera armonica i diversi fasci muscolari. In più un’oretta in piscina, almeno tre volte la settimana, consente un valido dispendio energetico. Basti pensare che chi ha una valida tecnica riesce a consumare anche 600 calorie l’ora nuotando senza strappi e in modo continuativo, e che il dispendio energetico può risultare addirittura superiore per chi è alle prime armi in ambiente acquatico. I movimenti debbono essere quanto più possibili fluidi, dolci e continui. E soprattutto, dilazionati nel tempo, e cambiando stile più volte, si riescono a potenziare muscoli e respirazione, facendo arrivare più ossigeno al cuore ed abituandolo allo sforzo. Oltre che a consumare le calorie di troppo.