Setticemia: cos’è, quali sono i sintomi e le cause

Un’infezione grave, come la setticemia, può mettere in pericolo la salute e la vita stessa del soggetto. Scopri quali sono le cause, i sintomi e i trattamenti adeguati.

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Federico Beretta

Medico chirurgo

Medico Chirurgo abilitato, da anni collabora con diversi magazine online e si occupa di divulgazione medico/scientifica.

Tutti i giorni, il nostro organismo contrasta l’azione di patogeni, più o meno pericolosi. A fare da scudo è il sistema immunitario, il quale però, in alcuni specifici casi, potrebbe non essere adatto a eliminare il batterio o il virus responsabile dell’infezione.

Ci sono infezioni, come il mal di gola, che generalmente non procurano gravi problemi di salute; altre però, se non trattate tempestivamente, possono condurre anche alla morte. La setticemia, rientra tra le infezioni gravi, poiché rappresenta un’emergenza medica.

Spesso, viene erroneamente confusa con la sepsi, che invece costituisce una possibile e grave conseguenza della setticemia. La sepsi, infatti, è una reazione infiammatoria importante del corpo in risposta all’infezione in corso, che può danneggiare organi e tessuti, compromettendone la funzionalità.

Scopriamo ora, quando si manifesta la setticemia, come riconoscerla e quali sono i trattamenti generalmente nessari.

Che cos’è la setticemia

La setticemia consiste in un’infezione del sangue. Il termine deriva dalla parola greca “sepsis”, ovvero “putrefazione”. Microrganismi, soprattutto batteri, ma anche funghi o altri, si diffondono nel sangue a partire da infezioni che possono essere localizzati in molti oragni diversi. I più frequenti sono:

  • i polmoni;
  • la pelle;
  • la vescica;
  • i reni.

Da qui iniziano a diffondersi in tutto l’organismo, sfruttando il flusso sanguigno. Normalmente, interviene il sistema immunitario per eliminarli, ma se i germi sono numerosi, possono continuare a diffondersi fino a sovrastare il sistema immunitario.

Quali sono i sintomi della setticemia

La setticemia si manifesta solitamente in modo rapido e con segni iniziali che evidenziano uno stato di malessere non trascurabile del soggetto come:

  • brividi;
  • senso di debolezza diffusa;
  • fiato corto;
  • perdita di appetito;
  • pressione del sangue bassa;
  • sudorazione abbondante;
  • eruzione cutanea;
  • febbre alta.

Con il passare del tempo, se la setticemia non viene riconosciuta e trattata in modo corretto, si possono manifestare sintomi più importanti come:

  • nausea/vomito;
  • dolore all’addome;
  • stato di shock;
  • alterazione del flusso sanguigno;
  • comparsa di macchie rosse sulla pelle;
  • necessità di urinare con minore frequenza;
  • senso di confusione, di disorientamento, amnesia.

È preferibile non attendere troppo, piuttosto, è bene recarsi tempestivamente al pronto soccorso già alla comparsa dei segni iniziali.

Quali sono le cause della setticemia

Solitamente questa infezione si sviluppa a partire da un processo infettivo in un’altra regione corporea. Tra i principali batteri responsabili della setticemia riconosciamo:

  • lo streptococco pneumoniae;
  • lo strafilococco aureo;
  • l’escherichia coli.

Spesso, non è possibile determinare la fonte precisa dell’infezione, tuttavia tra le infezioni più comuni che causano la setticemia ci sono quelle:

  • renali;
  • polmonari;
  • del tratto addominale, ad esempio l’appendicite;
  • delle vie urinarie;
  • della pelle, ad esempio ulcere e ferite;
  • cardiache, come la pericardite;
  • cerebrali, ad esempio la meningite.

È piuttosto frequente che l’infezione venga contratta in ospedale, ad esempio dopo aver subìto un intervento chirurgico, specie se si è dovuto posizionare un catetere. I patogeni possono introdursi nel sangue attraverso il contatto con strumenti medici, come gli aghi o attraverso le ferite chirurgiche. Allo stesso modo, un ascesso dentale, ovvero un’infezione batterica a carico di gengive e denti, può provocare una setticemia.

Diagnosi della setticemia

La diagnosi non è semplice, perché non è sempre possibile individuare con tempestività l’esatta causa dell’infezione che ha provocato la setticemia. Per questo motivo è necessaria una valutazione scrupolosa dei sintomi e un’indagine sullo stato di salute del soggetto. Quest’ultimo potrebbe essere già affetto da altre condizioni (ad esempio il diabete, o infezioni) e queste informazioni devono essere tenute in considerazione.

Segue poi un esame obiettivo in cui vengono misurate:

  • la pressione del sangue;
  • la temperatura corporea.

Lo specialista può ritenere opportuno l’esecuzione di alcuni test per confermare o meno la presenza di un’infezione batterica tra cui:

  • le analisi delle urine;
  • l’analisi delle secrezioni delle ferite (qualora ci fossero)
  • l’analisi delle secrezioni delle vie respiratorie;
  • le analisi del sangue.

Su questi campioni verranno eseguite diverse indagini. In particolare, a livello del sangue, sarà possibile valutare la presenza di determinate molecole che costituiscono un segnale indiretto della presenza di una setticemia. Su tutti questi campioni sarà possibile eseguire dei test colturali che valuteranno la presenza di determinati microrganismi e la loro sensibilità alle terapie. Queste informazioni possono richiedere del tempo prima di essere disponibili e non devono ritardare l’inizio di un’opportuna terapia.

Attraverso il prelievo del sangue potrà essere valutato lo stato coagulativo del paziente, tramite il monitoraggio delle piastrine e dei tempi di coagulazione, così come potranno essere misurati i livelli di ossigeno e di anidride carbonica, specialmente se il paziente accusa problemi respiratori.

In alcuni casi potrebbe essere necessario eseguire ulteriori esami strumentali, utili per osservare meglio tessuti e organi, tra i quali:

Quali sono le conseguenze della setticemia

La setticemia è una condizione grave che deve essere trattata tempestivamente. Diversamente, potrebbero verificarsi alcune conseguenze tra cui:

  • la sepsi. I microrganismi che si sono infiltrati nel flusso ematico rilasciano tossine le quali innescano una forte risposta dell’organismo all’infezione. Questo provoca un’infiammazione diffusa in tutto il corpo che potrebbe diventare grave e portare ad una insufficienza multiorgano;
  • shock settico, una complicanza della sepsi. Ha un tasso di mortalità di oltre il 50% e può verificarsi se non si interviene subito con antibiotici e trattamenti di supporto adeguati. Si assiste ad alterazioni nella circolazione del sangue che provocano una riduzione dell’apporto di ossigeno e nutrienti a organi e tessuti, con conseguenti danni importanti e permanenti se protratti;
  • la sindrome da Distress respiratorio acuto (ARDS). Può danneggiare in modo permanente il cervello e i polmoni, perché il sangue ricco di ossigeno non riesce ad arrivare a questi organi.

In alcuni casi la setticemia ha un decorso regolare e permette al paziente di riprendersi del tutto e di ritornare alle sue normali attività mentre in altri la situazione è ben differente. Potrebbe infatti compormettere la funzionalità di organi e tessuti.

Quali sono i fattori di rischio della setticemia

Ci sono condizioni che possono aumentare le possibilità di sviluppare la setticemia come:

  • l’età, è più frequente nei bambini e negli anziani;
  • aver un sistema immunitario debole. Le cause possono essere correlate a trattamenti medici a cui ci si sta sottoponendo, come la chemioterapia, o ancora, alla presenza dell’infezione da HIV o l’essere affetti da alcune patologie;
  • aver riportato gravi ustioni e ferite;
  • gravidanza;
  • soffrire di condizioni croniche, come il cancro o il diabete;
  • aver subìto un intervento chirurgico. Durante il ricovero possono insorgenre infezioni, spesso pericolose, perché i batteri sono più resistenti agli antibiotici negli ambienti ospedalieri;
  • assumere farmaci come gli immunosoppressori perché si sta seguendo una terapia;
  • aver avuto la setticemia in passato.

I soggetti con patologie croniche preesistenti hanno maggiori rischi di andare incontro alla sepsi, tra le conseguenze più pericolose della setticemia, in quanto non riescono a contrastare in modo efficace e tempestiva l’azione dei batteri patogeni.

Quali sono i trattamenti della setticemia

La setticemia è una condizione seria che richiede un intervento ospedaliero. Il trattamento dipende da vari fattori come l’età, le condizioni di salute del soggetto, la tolleranza o meno ad alcuni farmaci e il livello di gravità dell’infezione.

In molti casi non c’è sufficiente tempo per comprendere il tipo il batterio che ha causato la setticemia (e abbiamo accennato a quanti test possono essere necessari per arrivare a un risultato preciso), per cui si procede in una fase iniziale con la somministrazione di antibiotici ad ampio spettro. Questi agiscono su una vasta gamma di batteri, con maggiori probabilità di eliminare quello responsabile. Se invece, si è già a conoscenza del tipo di batterio, si impiegherà un antibiotico mirato.

A seconda delle condizioni del paziente e delle possibili complicazioni che possono presentarsi, si valuterà la somministrazione di farmaci per mantenere stabile la pressione del sangue e per prevenire la formazione di coaguli.

Se si riscontrano problematiche a livello respiratorio, invece, potrà essere necessario supportare la respirazione con macchinari e dispositivi appositi. Respiratori automatici e maschere facciali sono gli strumenti impiegati per fornire l’ossigeno al paziente.

Una terapia immediata ed efficace può dare i primi risultati già nelle ore successive, con una risoluzione nell’arco di alcuni giorni. Molto spesso è necessario un ricovero di almeno 2 settimane. I casi più gravi possono richiedere dei tempi di ripresa maggiori. Si possono instaurare danni permanenti, nonostante i trattamenti eseguiti: questa evenienza è più comune nei soggetti con condizioni preesistenti che colpiscono il sistema immunitario.

Come prevenire la setticemia

E’ possibile prevenire l’insorgenza di una setticemia evitando che i microganismi entrino in contatto con il sangue. Ecco alcuni consigli validi per contrastare le infezioni in generale:

  • lavarsi le mani con frequenza, prestando attenzione a non portarle al viso quando sono sporche;
  • prendersi cura delle ferite, disinfettandole a dovere e proteggendole con un cerotto adeguato fino a quando la barriera cutanea non si sarà ripristinata. In questo modo il passaggio dall’esterno all’interno del corpo sarà precluso ai microrganismi;
  • assumere i farmaci prescritti dal medico, specie quando si soffre di condizioni croniche come il diabete;
  • rafforzare il sistema immunitario. A tal proposito, è preferibile agire su più livelli seguendo un’alimentazione sana e variegata, (un modello esemplare è quello della dieta mediterranea), mantenersi attivi a livello fisico, prendersi cura del microbiota intestinale, evitare situazioni di stress, consumare frutta e verdura ricche di vitamine, sali minerali, antiossidanti e nutrienti preziosi per il benessere di tutte le strutture dell’organismo;
  • eseguire le vaccinazioni di routine;
  • smettere di fumare;
  • evitare il contatto con soggetti malati o, se necessario, indossare i dispositivi individuali di protezione.

In conclusione quindi, la setticemia è tra le condizioni mediche da non sottovalutare fin dalla comparsa dei primi sintomi. Le conseguenze e i danni che l’organismo può riportare sono notevoli e anche gravi. Un intervento immediato costituisce la strategia più efficace per limitare la diffusione dei patogeni reponsabili, riportando l’organismo al suo stato di salute iniziale.

 

Fonti bibliografiche