Russare. Non stiamo parlando solo di un fastidio per chi riposa vicino a chi si lascia andare alla respirazione rumorosa notturna. Chi soffre di roncopatia, purtroppo, può avere conseguenza su organi fondamentali, come cuore e cervello, e non solo per l’apnea e la carenza di ossigeno che provoca il russamento.
Studiare questa condizione è importante, tanto che è nata una nuova disciplina medica. Riunisce gli esperti l’Accademia italiana di roncologia (AIR), presentata all’ospedale Auxologico San Luca di Milano.
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Cosa intendiamo per roncologia
Come spiega Carolina Lombardi, specialista in Medicina del Sonno, direttore del Centro di medicina del sonno di Auxologico – Lombardia e professore di Malattie dell’apparato cardiovascolare e respiratorio presso l’Università di Milano-Bicocca “la roncologia per definizione è lo studio del russamento. Parliamo di un rumore respiratorio che può essere uno degli elementi sintomatologici più frequenti di un problema respiratorio nel sonno, come le apnee ostruttive nel sonno.
Studiare il russamento e soprattutto identificarlo giocando d’anticipo ci permette di fare una diagnosi precoce di un eventuale problema eventuale di apnee notturne. Se ci sono delle apnee notturne, oltre al russamento di per sé, vanno trattate dal punto di vista clinico e questo ci permette di prevenire le complicanze più tipiche delle apnee, che sono la sonnolenza diurna, i disturbi cardiovascolari e le patologie cerebrovascolari”.
Sul fronte epidemiologico, uno studio internazionale apparso su Lancet Respiratory Medicine dice che nel mondo tra i 30 ed i 69 anni si stima che 936 milioni (quasi un miliardo) di persone soffrono di roncopatia apneica e di questi, 456 milioni di apnee gravi. Non solo: purtroppo solo il 3% si rivolge al medico per questo problema In Italia, stando ai dati della ricerca coordinata da Patrizio Armeni del Cergas SDA Bocconi apparsa nel 2019 il 54% della popolazione adulta italiana (15-74 anni) soffrirebbe di roncopatia apneica (oltre 24 milioni) ed il 65% è di genere maschile.
Come si manifesta la roncopatia?
“La roncopatia è un disturbo respiratorio in sonno dovuto al rilassamento muscolare delle prime vie aeree durante il sonno. Si riduce così il calibro del lume aereo ed il passaggio dell’aria inspirata fa vibrare rumorosamente alcune strutture anatomiche molli creando il noto russamento, più o meno intenso.
“Purtroppo il restringimento delle prime vie aeree può arrivare addirittura a ridurre totalmente il passaggio dell’aria innescando episodi, più o meno prolungati, di apnea ostruttiva: il russamento da costante diventa intermittente proprio per il blocco respiratorio ciclico – fa notare Fabrizio Salamanca, otorinolaringoiatra, direttore del Centro di roncopatia di Auxologico Capitanio e presidente AIR. È chiaro quindi che la roncopatia comprende vari quadri clinici, dal solo disturbo sociale al partner di letto, fino ad una vera e propria malattia, spesso grave (Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno) che può arrecare importanti danni a vari apparati ed organi”.
I primi problemi alla salute sono ad esempio aumento della pressione arteriosa, aritmie cardiache, sonnolenza diurna, disturbi cognitivi (specie della memoria), e altri. una curiosità: la roncopatia è un disturbo che colpisce solo la specie umana, perché solo gli esseri umani nella loro evoluzione hanno perso il “muso” ed hanno sviluppato il tratto anatomico chiamato “Orofaringe Collassabile”: un combinato disposto che dà spesso origine, durante il sonno, al collasso orofaringeo ed alla caduta posteriore della lingua che sono i più frequenti siti di origine del russamento e delle apnee ostruttive».
Le diverse forme di roncopatia
“I quadri clinici sono vari e con tipicità particolari ma cercando di essere più schematici possibili possiamo dire che ci sono fondamentalmente tre tipi di roncopatia – precisa Salamanca. Partiamo dalla roncopatia semplice: russamento continuo, creato da varie strutture anatomiche, al passaggio dell’aria inspirata durante il sonno.
Crea spesso grandi disagi al compagno di letto (a volte anche condominiali, come mi hanno riferito alcuni miei pazienti), ma ancora non crea disturbo alla salute del russatore che non se ne accorge ed ha un sonno assolutamente ristoratore.
La roncopatia patologica è un russamento, ancora non complicato da apnee ostruttive, che non permette al russatore un sonno profondo e ristoratore, ma sempre molto superficiale, con frequenti risvegli incoscienti, che danno un sonno frammentato, non riposante, con poi sonnolenza diurna e stanchezza al risveglio.
Infine c’è la roncopatia apneica: russamento intermittente, cioè inframezzato da pause respiratorie, a volte prolungate. È una vera e propria patologia cronica multiorgano con sintomi diurni spesso molto importanti, basti solo pensare che circa il 22% degli incidenti stradali sono dovuti ad improvvisi accessi di sonnolenza diurna dovuti a sonno frammentato da apnee del sonno”.
La donna è a rischio?
Per quanto riguarda la roncopatia apneica uno studio importante pubblicato su Sleep Medicine nel 2018 dice che il problema nella sua forma più seria può interessare fino al 24% negli uomini e al 9% nelle donne. Il gentil sesso, quindi, non è certo immune dal problema.
“La donna, in età fertile, grazie alla presenza degli ormoni estrogeni ed il progesterone è più protetta dalla roncopatia rispetto all’uomo: infatti questi ormoni tendono durante il sonno a stimolare i muscoli che dilatano le prime vie respiratorie (specie in gravidanza) impedendo importanti riduzioni del lume aereo – indica Salamanca. Dopo la menopausa l’incidenza della roncopatia tra uomo e donna è quasi la stessa.
Nel nostro centro stiamo trattando sempre più pazienti di genere femminile: la donna ha preso di recente consapevolezza che la roncopatia può colpire anche lei e non solo il maschio, come si è pensato per decenni, ed inoltre la donna per il suo russamento soffre di un imbarazzo decisamente superiore a quello dell’uomo. La roncopatia presenta varie differenze di genere, tra le più importanti è la maggior sottostima della patologia e la maggior gravità nel genere femminile, soprattutto per il sistema cardiovascolare”.
Come si studia e si affronta il russamento
Gli esperti segnalano chiaramente come ci siano importanti novità in questo ambito, sia sul fronte dell’approccio alla diagnosi sia nelle cure. Ovviamente queste vanno sempre studiato dall’esperto caso per caso, anche in relazione al rischio globale per la salute di chi russa.
“Nella diagnosi la più importante è stata l’introduzione della Sleep Endoscopy, cioè un esame endoscopico durante un sonno indotto farmacologicamente, della durata di circa 10-15 minuti, che ci permettere di vedere e filmare esattamente i punti “russanti” ed i siti “ostruttivi” delle prime vie aeree proprio mentre il paziente sta dormendo – conclude lo specialista. Questo esame, anche grazie ad alcune manovre che vengono eseguite, fa capire immediatamente quali possano essere le terapie migliori per quel caso.
Nell’ambito della terapia ci sono importanti novità chirurgiche (interventi sempre più mininvasivi), odontoiatriche (dispositivi orali anti-roncopatia sempre più validi e ben tollerati), ed anche farmacologiche con principi attivi che aiutano a migliorare il tono muscolare delle vie aeree, a combattere la sonnolenza diurna ed a ridurre i risvegli frequenti. Anche in questa disciplina sta entrando l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale (come machine learning (ML) e deep learning (DL), sia per quanto riguarda una diagnosi sempre più precisa e precoce, ma anche per implementare l’efficacia delle varie terapie: ma questi processi necessitano sempre della supervisione umana competente”.