Nell’ambito della medicina di genere, si sa, non bisogna fare l’errore di adattare immediatamente e senza la necessaria attenzione un profilo di rischio maschile alla donna. Per questo, pur senza sottovalutare l’importanza dei classici elementi di pericolo che alzano la probabilità di andare incontro ad infarti o ictus come ipertensione, elevati valori di colesterolo LDL, fumo, diabete e sovrappeso, i ricercatori lavorano per definire altri percorsi diagnostici che possano indirizzare una prevenzione su misura.
In questo senso ora arriva un’importante novità, basata su specifici test, che porta a definire un nuovo punteggio di rischio capace di prevedere e categorizzare accuratamente il rischio di eventi cardiovascolari avversi gravi, come l’infarto, nelle donne.
A spiegare di cosa si tratta è una ricerca pubblicata su Radiology: Cardiothoracic Imaging, rivista della Radiological Society of North America (RSNA). Il tutto, ovviamente, considerando che alcuni fattori di rischio hanno un “peso prognostico” peggiore nelle donne. Ad esempio il diabete si associa ad un rischio due volte maggiore rispetto agli uomini e l’associazione fumo-ipertensione è correlata ad un rischio di ictus maggiore che negli uomini.
Indice
Come funziona lo strumento
Lo strumento di stratificazione del rischio coronarico, quindi in grado di aiutare a definire chi corre i maggiori pericoli di infarto, sia chiama Coronary Risk Score in Women (CORSWO). Include molteplici variabili cliniche, di esercizio e di esami radologici, quindi test di imaging, per prevedere eventi coronarici avversi maggiori nelle donne.
Questo nuovo punteggio di rischio consente il semplice calcolo del rischio individuale su un follow-up medio di 4 anni, con un’eccellente capacità di previsione. In particolare CORSWO consente la stratificazione delle donne in quattro livelli di rischio: basso, moderato, alto e molto alto.
Si tratta di un avanzamento importante visto che spesso le donne sono sottorappresentate negli studi di ricerca e in alcuni contesti possono essere addirittura escluse. Lo ricorda l’autore principale dello studio Guillermo Romero-Farina, M.D., Ph.D., cardiologo e ricercatore presso il Vall d’Hebron University Hospital, il Vall d’Hebron Research Institute e il CIBERCV di Barcellona.
In una nota l’esperto spiega che “la stratificazione del rischio nelle donne è particolarmente importante perché la presentazione clinica della malattia coronarica nelle donne può differire da quella negli uomini ed è spesso atipica”.
I modelli di stratificazione del rischio coronarico sono uno strumento importante che i medici utilizzano per identificare quali pazienti hanno maggiori probabilità di manifestare eventi cardiovascolari avversi gravi, come infarto, ictus o persino morte. La definizione di un punteggio di rischio coronarico nelle donne (CORSWO) può aiutare nella previsione di eventi cardiovascolari gravi.
Un test chiave
Nello studio retrospettivo, gli esperti hanno preso in esame i dati di 2.226 donne di età compresa tra 40 e 93 anni che sono state indirizzate all’Unità di cardiologia nucleare presso l’ospedale universitario Vall d’Hebron per la valutazione e la stima del rischio.
Tutte le pazienti sono state sottoposte a imaging di perfusione miocardica SPECT, procedura che misura contemporaneamente la funzione del ventricolo sinistro del cuore e soprattutto informa sulla perfusione del miocardio, ovvero su come il sangue arriva al cuore per diffondersi. Utilizzando otto variabili, il CORSWO ha calcolato il rischio di un evento cardiaco nei pazienti e li ha classificati in quattro livelli di rischio: basso, moderato, alto e molto alto.
Il modello ha previsto con precisione eventi cardiovascolari avversi maggiori nelle donne che sono state classificate come ad alto e molto alto rischio e ha ottenuto risultati migliori rispetto ad altri modelli di analisi dei pericoli.
Secondo gli studiosi, il passo avanti è importante. “Lo studio fornisce ulteriori approfondimenti per identificare le donne ad alto o molto alto rischio – segnala Romero-Farina. Questo approccio ci aiuta a individuare precocemente potenziali problemi cardiaci, in particolare eventi gravi come infarti e morte cardiaca improvvisa, che sono gli esiti che i cardiologi sono maggiormente preoccupati di prevenire”.
Cosa dice la ricerca
Lo studio ha preso in esame donne di età compresa tra 40 e 93 anni sottoposte a imaging di perfusione miocardica SPECT, con l’esclusione di quelle sottoposte solo a test da sforzo. È stato condotto il test specifico da sforzo-riposo nelle oltre 2200 partecipanti, oltre a valutazione di altro tipo in molti casi, per definire il livello di perfusione del cuore.
Poi si sono definiti i valori soglia con un punteggio da 0 a 4, dove 0 indica perfusione normale, 1 perfusione lieve, 2 perfusione moderata, 3 perfusione grave e 4 nessun assorbimento. Per tutto il periodo dello studio sono stati raccolti dati su specifici eventi come angina instabile, infarto miocardico non fatale, necessità di rivascolarizzazione coronarica e morte per malattia cardiaca. E si è mostrata in chiave di definizione del rischio l’importanza di questo test nel percorso tracciato dal punteggio CORSWO, ovviamente associato ad altri esami comunemente eseguiti.
Non bisogna infatti dimenticare che nelle donne che vanno incontro ad un infarto i rischi aumentano in presenza di condizioni come quelle sopracitate. Ma è importante capire quanto e come il corpo femminile può essere più esposto ad eventi cardiovascolari. e questa ricerca offre un tassello in più alle conoscenze.