L’ipertensione è un killer per il cuore, il cervello, i reni. Aumenta i rischi di infarto, di ictus e di malattie come l’insufficienza renale cronica. Per questo è fondamentale controllare regolarmente i valori pressori e poi, caso per caso, chiedere al medico come comportarsi in caso di ipertensione.
Non per tutti ci sono le stesse cure, anche con identici valori di pressione massima o sistolica e minima (diastolica). È infatti basilare definire il rischio cardiovascolare globale e quindi porsi obiettivi specifici per ogni persona. Soprattutto, è fondamentale che per tenere sotto controllo l’ipertensione o i valori definiti border-line (ovvero più elevati rispetto all’auspicabile, ma comunque ancora non francamente patologici) sia il medico a definire se sono sufficienti mutamenti negli stili di vita o se occorrono farmaci.
Proprio sul primo fronte, in ogni modo, ci sono indicazioni importanti su come comportarsi nelle scelte a tavola. Quindi, se la pressione arteriosa è solo di poco più alta del normale, oltre a controllare lo stress, calare di peso e a non fumare, si può anche puntare sugli alimenti più “giusti” per contrastare il quadro. A ricordarlo sono gli esperti della Società Europea dell’Ipertensione (ESH), che hanno pubblicato su Journal of Hypertension qualche tempo fa un documento con tutte le istruzioni per sfidare anche a tavola i lievi innalzamenti dei valori pressori.
Indice
Quando si parla di pre-ipertensione
La pre-ipertensione o pressione normale-alta colpisce circa il 30% della popolazione adulta italiana con valori pressori compresi tra 130 e 139 millimetri di mercurio di massima e tra 85 e 89 millimetri di mercurio per la minima. Si tratta di una condizione che va monitorata, soprattutto considerando che tende ad interessare in particolare i giovani adulti, under-50, che magari riferiscono questi incrementi pressori anche minimi alla tensione e agli impegni pressanti. Questa situazione non crea quasi mai disturbi particolari, come del resto l’ipertensione, ma può avanzare nel tempo dando luogo ad un incremento del rischio.
Come ha recentemente ricordato Claudio Borghi, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna, Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna. “anche solo un modesto incremento dei valori pressori di 2 millimetri di mercurio sopra i livelli consigliati può essere correlato ad un incremento di casi di infarto (7%) e ad un 10% di ictus, come riportato anche dalle indicazioni della Società Europea di Cardiologia (ESC) e dalla Società Europea dell’Ipertensione (ESH)”.
Perché puntare sul cacao
Il cioccolato fondente (con almeno l’80 per cento di cacao) e il succo di barbabietola hanno ad oggi le più convincenti prove di efficacia sull’ipertensione arteriosa. Un quadretto di cioccolato può aiutare corpo e umore a star bene. Ma può avere un ruolo anche sul benessere generale e sul controllo della pressione.
Basta pensare, in questo senso, ad una ricerca condotta qualche tempo fa all’Università di Harvard su 7841 persone di 65 anni seguite per cinque anni. Lo studio dimostrava che chi mangia cioccolato tre volte al mese vive più a lungo – addirittura il rischio di mortalità appare inferiore del 36 per cento – rispetto a chi si astiene. Per quanto riguarda il controllo della pressione l’effetto positivo, come ricordano con un documento di qualche tempo fa gli esperti della SIPREC (Società Italiana di Prevenzione Cardiovascolare) si avrebbe con almeno un 80% di cacao, quindi con un fondente davvero strong.
I polifenoli del cacao migliorano la biodisponibilità di monossido d’azoto (e quindi la funzione endoteliale, cioè della parete più interna delle arterie. Una revisione su 20 studi clinici controllati e in doppio cieco ha dimostrato che il cioccolato fondente riduce la pressione arteriosa sistolica di 2,77 millimetri di mercurio e la minima di 2,20 millimetri di mercurio.
Come ci aiutano i flavanoli
Uno studio apparso su Scientific Reports e portata avanti dalla Reading University su oltre 25.000 persone di tutte le età e condizioni mostra che le persone che hanno in corpo quantità elevate di flavanoli avevano in media valori pressori più contenuti rispetto a chi non risultava ricco di queste sostanze e questo si è rivelato ancora più proficuo in chi aveva la pressione alta. I flavanoli sono potenti sostanze naturali antiossidanti contenute in abbondanza nel tè verde, nelle mele autunnali, nei più tipici frutti di bosco estivi, nel cacao amaro e in generale in frutta la frutta fresca oltre che nel caffè.
I tanti nutrienti che aiutano a controllare la pressione
I flavonoli, presenti in elevate concentrazioni nel tè, cacao e vino rosso, sono i responsabili principali degli effetti cardiovascolari benefici attribuiti al cacao. Ma attenzione: sono numerosi i nutrienti che svolgono un’azione antipertensiva. Oltre ai flavonoidi del cacao e al succo di barbabietola da zucchero, anche licopene, resveratrolo, tè verde, acidi grassi polinsaturi, isoflavoni, lactotripeptidi e peptidi del pesce, L-arginina, potassio, magnesio chelato, calcio, vitamina C, coenzima Q10; picnogenolo, melatonina a rilascio controllato, estratto di aglio invecchiato, probiotici, tè di Giava possono avere un effetto sulla pressione arteriosa. L’azione ipotensiva (riduzione della sistolica fino a 4-5 millimetri di mercurio e della diastolica fino a 2-3 millimetri di mercurio) spesso è dovuta al loro effetto antiossidante, che consegue ad un aumento di biodisponibilità dell’ossido nitrico.
Lo yogurt può aiutare nella prevenzione?
Per chi vuol prevenire l’ipertensione, un aiuto potrebbe venire dal consumo regolare di yogurt magro. Una ricerca condotta all’Università Tufts di Medford, pubblicata sulla rivista Tufts Nutrition, ha preso in esame 2100 con valori pressori nella norma, monitorandoli per 14 anni. Nel periodo di osservazione, poco meno di mille persone (913) hanno sviluppato una chiara ipertensione. A questo punto gli scienziati hanno valutato le abitudini alimentari della popolazione presa in esame ed hanno visto che tra quanti consumavano 170 grammi di yogurt magro si riduceva del 31 per cento il rischio di sviluppare ipertensione, in confronto al resto della popolazione che invece assumeva l’alimento solo sporadicamente ovvero meno di una volta al mese.
Gli effetti benefici sarebbero più significativi quando si prende in considerazione la pressione sistolica, ovvero la “massima”. Non si spiega bene il possibile meccanismo d’azione del latticino, ma tra le ipotesi c’è una possibile presenza nello yogurt di potassio, calcio e magnesio, sali minerali che contribuiscono al corretto funzionamento delle cellule muscolari e nel controllo della pressione arteriosa.
Utili le foglie d’ulivo
Anche i composti fenolici contenuti nelle foglie dell’olivo (oleuropeosidi, flavoni, flavonoli, ecc) esercitano un’azione ipotensiva, mediata dalla vasodilatazione da rilassamento della muscolatura liscia dei vasi arteriosi. In pratica questo effetto è legato ad un’azione simile, ovviamente solo nel senso del meccanismo d’azione, a quella che si ha con i farmaci “calcio-antagonisti”.
Possono aiutarci basilico e prezzemolo?
Tra i composti che si studiano, seppur sempre ricordando che per avere dosaggi utili in chiave antipertensiva sarebbero necessari consumi ben maggior rispetto a quelli che si ottengono con la normale alimentazione, ci sono ovviamente le sostanze presenti nelle erbe. Così l’attenzione si fissa sull’eugenolo presente nel basilico, che agirebbe favorendo un calo della pressione agendo sui canali del calcio, favorendo l’elasticità dei vasi arteriosi.
Per quanto riguarda il prezzemolo, invece, conterrebbe antiossidanti che in laboratorio hanno mostrano un’azione potenzialmente protettiva per il cuore, agendo positivamente sia sui valori della pressione arteriosa che sul colesterolo “cattivo” o LDL.
Ricordate aglio e cipolla
Nell’aglio, e in quantità minore nelle cipolle, sono presenti sostanze come l’alliina, che nel corpo si trasforma in allicina. L’aglio può fare davvero bene perché contiene una sostanza, l’allicina, che può avere azione protettiva nei confronti dell’aterosclerosi. E’ provato che i composti presenti nell’aglio possono aumentare, nel tempo la produzione di HDL, le lipoproteine che portano il colesterolo fuori dai vasi sanguigni, e anche ridurre l’azione del trombossano, una sostanza che porta al restringimento del calibro delle arterie.
Inoltre, secondo alcuni studi, l’assunzione regolare di aglio anche contribuire a mantenere bassa la pressione in chi è iperteso. Attenzione però: l’allicina è celata molto bene tra le “scaglie” di questo vegetale e deve essere liberata. Come? Nell’aglio intero c’è appunto l’alliina, una sorta di progenitore naturale dell’allicina, che quando l’aglio viene tagliato grazie ad una particolare reazione enzimatica si trasforma appunto in allicina. Sia chiaro: perché questa reazione avvenga occorre che l’aglio sia consumato crudo. La cottura, infatti, può anche deteriorare la struttura del vegetale. Ricordate che qualcosa di simile, pur se in misura minore, può accadere mangiando cipolle.
L’importante è combattere l’ipertensione
Oggi la scienza è in grado di spiegare il percorso che conduce ai possibili danni, non solo al cuore ma anche a cervello e reni oltre che agli occhi, legati ad un’ipertensione non opportunatamente affrontata. Ricordato che in caso di patologia vera e propria occorre sempre assumere con regolarità i farmaci indicati dal medico, abituandosi ad eventuali check per rimettere a punto le terapie, bisogna ricordare che l’ipertensione si allea con altri nemici di cuore e circolazione, ovvero con altri fattori di rischio.
Progressivamente si può avere un’alterazione dell’endotelio, in pratica la membrana interna delle arterie, con un progressivo restringimento dei vasi che si fanno anche più rigidi. Questo porta a rendere più difficile il rifornimento di sangue ed ossigeno al corpo, quindi il cuore deve pompare di più e può arrivare ad indebolirsi, con la possibile insorgenza di scompenso cardiaco.
Nei casi più gravi, quando il flusso di sangue si blocca, si può poi correre il rischio di ictus e infarto. L’importante, in chiave di prevenzione, è ricordare di fare sempre il punto sulla pressione, fin da giovani, con il proprio medico. In base ai diversi parametri che l’esperto può valutare nel check-up di cuore ed arterie, poi, si provvede alle indicazioni per ogni persona. Ricordando che con le buone abitudini non si sbaglia mai. Niente fumo, attenzione a tavola con molta frutta e verdura e poco sale, attività fisica regolare e controllo del peso sono le armi che dobbiamo mettere in campo per mantenerci in salute.
Fonti bibliografiche
Documento di consenso sui nutraceutici in vari ambiti clinici, Medicina interna
Nutraceutici, SIPREC
Nutraceutici: una guida all’uso corretto dai cardiologi della Siprec, Nutrienti e supplementi