Pre-diabete, come si riconosce e i fattori di rischio

Giro vita aumentato e chili in più sono campanelli d'allarme del pre-diabete: quali esami fare e come tenerlo sotto controllo

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Pubblicato: 29 Maggio 2024 11:34

“Voglio una donna…. Con la gonna”, cantava qualche tempo fa Roberto Vecchioni. Suona strano iniziare così, ma è certo che la gonna, se non si allaccia in vita, può diventare un segnale da non sottovalutare. Perché può indicare indirettamente che il tessuto adiposo addominale è aumentato. E con esso, purtroppo, anche il profilo di rischio metabolico. Con ripercussioni anche sulla salute del cuore: secondo l’ISTAT nel 2020 si sono registrati 128.500 decessi per malattie cardiovascolari tra le donne, contro 98.850 tra gli uomini.

Purtroppo il pre-diabete è una sorta di “detonatore” di questo rischio. a spiegarlo sono gli esperti della Società Italiana di Medicina Interna (Simi).

Attenzione anche prima della menopausa

Le cifre dicono chiaramente che il rischio cardiovascolare al femminile tende ad aumentare con il crescere dell’età. ma attenzione. Come detto il pre-diabete può sparigliare i giochi. “Se è vero che il divario di mortalità cardiovascolare diventa più sfavorevole alle donne, man mano che si va avanti negli anni – ricorda Giorgio Sesti, presidente della Società Italiana di Medicina Interna  – c’è un’importante eccezione che riguarda le donne con pre-diabete o diabete. In presenza di queste condizioni, infatti il rischio cardiovascolare risulta molto aumentato già prima della menopausa”.

In Italia si stimano in totale circa 4 milioni di persone con diabete e 12-13 milioni di persone con pre-diabete, in pratica quasi 1 persona su 4. “Il pre-diabete (o iperglicemia intermedia) – spiega Sesti- è una condizione definita da un’alterata glicemia a digiuno (tra 100 e 125 miligrammi per decilitro), da un’emoglobina glicata tra il 5,7 e il 6,4% e da una glicemia superiore a 155 milligrammi per decilitro alla prima ora o superiore a 140 alla seconda ora della curva da carico di glucosio. Per una donna, essere portatrice di pre-diabete, significa essere esposta ad un rischio molto maggiore di eventi cardiovascolari, già prima della menopausa”.

Misurate la circonferenza della pancia

Come sapere se si è a rischio aumentato? “La prima cosa da fare – segnala l’esperto – è pesarsi e misurare la circonferenza del giro vita. Un aumento dei depositi di grasso a livello viscerale (cioè tra gli organi addominali, all’interno del fegato e del pancreas), rivelato da un giro vita abbondante (sopra 80 cm nelle donne e sopra 94 cm negli uomini) è un importante campanello d’allarme, perché un aumento di grasso a livello addominale correla con una maggiore insulino-resistenza, un difetto metabolico che ha un ruolo fondamentale nello sviluppo di pre-diabete e poi di diabete”.

Da tenere d’occhio c’è ovviamente anche un altro fattore di rischio cardiovascolare, ovvero l’ipertensione. Nel passaggio da pre-diabete a diabete, le donne diventano sempre più ipertese, sia per quanto riguarda la ‘massima’ (la pressione sistolica), che la ‘minima’ (la diastolica) che invece, al contrario, negli uomini tende a diminuire.

Quali esami fare

“È importante fare periodicamente gli esami del sangue – prosegue Sesti. Una donna con pre-diabete tenderà ad avere livelli di colesterolo ‘buono’ (HDL) sempre più bassi e trigliceridi sempre più alti, man mano che si avvicina al diabete conclamato”.

Insomma le donne con prediabete presentano una sindrome metabolica molto più grave rispetto all’uomo e questo le rende a maggior rischio cardiovascolare rispetto alla controparte maschile.  Nel tempo, poi, possono comparire i danni d’organo, che si manifestano spesso anche prima di un evento acuto come l’infarto o l’ictus.

“Il ventricolo sinistro delle donne – spiega Sesti – tende ad aumentare di spessore (a ipertrofizzarsi) molto più di quello maschile, nel passaggio da normoglicemia a pre-diabete, a diabete. E l’ipertrofia ventricolare sinistra è un noto fattore di rischio per infarto. Anche l’efficienza della ‘macchina’ cardiaca nelle donne si riduce molto man mano che ci si avvicina al diabete, perché per fare lo stesso lavoro (pompare sangue), deve consumare sempre più ossigeno.  Ecco perché, se nell’uomo con diabete il rischio di eventi cardiovascolari è aumentato di circa 4 volte, nelle donne con diabete questo rischio risulta maggiorato di ben 9 volte.

Il vantaggio di genere insomma, viene spazzato via dal diabete, anche prima della menopausa. “Per questo – conclude Sesti – è necessario uno stretto monitoraggio di queste pazienti (esami del sangue, misurazione della pressione, del peso e del giro vita); è importante mettere in campo ogni iniziativa di prevenzione per evitare di arrivare al pre-diabete o peggio di passare al diabete conclamato. Benissimo dunque gli screening oncologici, ma è necessario fare anche gli screening cardio-metabolici.

Le donne, in particolare quelle in sovrappeso e con glicemia ai livelli alti della norma, devono sapere che il loro cuore è sotto attacco. Attenzione dunque alle gonne o ai pantaloni che non si allacciano più. Potrebbe essere la prima spia di un aumentato rischio di infarto”.