Pre-ipertensione, ecco i valori da tenere sotto controllo

La pressione normale-alta va tenuta sotto controllo per evitare conseguenze anche gravi: i consigli degli esperti

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Ogni persona è diversa da un’altra. Quindi, anche quando si parla di valori accettabili per la pressione arteriosa, occorre sempre capire il profilo di rischio cardiovascolare generale. Chi soffre di diabete, è in sovrappeso e magari ha il colesterolo anche leggermente elevato avrà infatti un rischio diverso da chi è in forma e non ha alterazioni degli esami del sangue. Quindi, l’approccio ai controlli pressori deve essere personalizzato.

A parità di valori, infatti, il medico può identificare strategie di cura diverse. Ma c’è un aspetto che non va mai sottovalutato, perché rappresenta una sorta di confine da non oltrepassare per tutti. Si chiama pre-ipertensione, o, se preferite, pressione normale-alta. Ecco come riconoscerla e affrontarla.

Quando si parla di pressione normale-alta

La pre-ipertensione o pressione normale-alta colpisce circa il 30% della popolazione adulta italiana con valori pressori compresi tra 130 e 139 millimetri di mercurio di massima e tra 85 e 89 millimetri di mercurio per la minima. Si tratta di una condizione che va monitorata, soprattutto considerando che tende ad interessare in particolare i giovani adulti, under-50, che magari riferiscono questi incrementi pressori anche minimi alla tensione e agli impegni pressanti. Questa situazione non crea quasi mai disturbi particolari, come del resto l’ipertensione, ma può avanzare nel tempo dando luogo ad un incremento del rischio.

“Basti pensare che anche solo un modesto incremento dei valori pressori di 2 millimetri di mercurio sopra i livelli consigliati può essere correlato ad un incremento di casi di infarto (7%) e ad un 10% di ictus, come riportato anche dalle indicazioni della Società Europea di Cardiologia (ESC) e dalla Società Europea dell’Ipertensione (ESH)” – ricorda Claudio Borghi, Direttore del Dipartimento di Medicina Interna, Policlinico S. Orsola-Malpighi di Bologna.

Ad oggi il trattamento farmacologico è raccomandato solo nei soggetti con elevato rischio cardiovascolare e pregressa malattia conclamata; per i pazienti con pre-ipertensione, invece, c’è l’opportunità di un approccio terapeutico punta esclusivamente sulle modificazioni dello stile di vita (controllo del peso, attività fisica regolare, poco sale a tavola) oltre che all’impiego di nutraceutici come ad esempio quelli che contengono elementi in grado di aiutare come estratti di barbabietola o vitamina C o magnesio. Si tratta di azione del tutto simili a quelle che si trovano all’interno dei farmaci tradizionali e come tale rappresenta l’anello mancante delle strategie di prevenzione del futuro.”

Ovviamente, controllare regolarmente la pressione dipende da noi. E l’alleato che abbiamo per eventuali consigli se i valori tendono ad innalzarsi ma non sono ancora al punto di richiedere una vera e propria terapia è il medico di medicina generale. Parlando di pressione normale-alta, secondo Ovidio Brignoli, Vicepresidente Società Italiana Medicina Generale (SIMG), “al momento l’unica arma a nostra disposizione è continuare a suggerire l’adozione di corretti stili di vita e consigliare l’utilizzo di nutraceutici, validi supporti per i pazienti con pre-ipertensione”.

Perché la pressione va controllata ed abbassata se necessario

Oggi la scienza è in grado di spiegare il percorso che conduce ai possibili danni, non solo al cuore ma anche a cervello e reni oltre che agli occhi, legati ad un’ipertensione non opportunatamente affrontata. Ricordato che in caso di patologia vera e propria occorre sempre assumere con regolarità i farmaci indicati dal medico, abituandosi ad eventuali check per rimettere a punto le terapie, bisogna ricordare che l’ipertensione si allea con altri nemici di cuore e circolazione, ovvero con altri fattori di rischio.

Progressivamente si può avere un’alterazione dell’endotelio, in pratica la membrana interna delle arterie, con un progressivo restringimento dei vasi che si fanno anche più rigidi. Questo porta a rendere più difficile il rifornimento di sangue ed ossigeno al corpo, quindi il cuore deve pompare di più e può arrivare ad indebolirsi, con la possibile insorgenza di scompenso cardiaco. Nei casi più gravi, quando il flusso di sangue si blocca, si può poi correre il rischio di ictus e infarto.

L’importante, in chiave di prevenzione, è ricordare di fare sempre il punto sulla pressione, fin da giovani, con il proprio medico. In base ai diversi parametri che l’esperto può valutare nel check-up di cuore ed arterie, poi, si provvede alle indicazioni per ogni persona. Ricordando che con le buone abitudini non si sbaglia mai. Niente fumo, attenzione a tavola con molta frutta e verdura e poco sale, attività fisica regolare e controllo del peso sono le armi che dobbiamo mettere in campo per mantenerci in salute.