Disturbi dell’alimentazione, perché la menopausa è a rischio

Una nuova ricerca evidenzia come durante la menopausa aumenti il rischio di soffrire di disturbi alimentari: la paura di ingrassare è alta

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Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Classicamente, quando si parla di disturbi alimentari e della loro insorgenza, l’attenzione si concentra soprattutto sulle età giovanili. È in qualche fase che possono svilupparsi più frequentemente problematiche come anoressia o bulimia.

Oggi, senza dimenticare che questi fenomeni possono manifestarsi anche nei maschi, la scienza sta però puntando l’attenzione anche ad altri periodi della vita femminile in cui possono comparire problematiche di questo tipo. E ovviamente la perimenopausa è una di queste fasi, perché proprio in questo periodo della vita femminile si possono osservare fenomeni di adattamento dell’organismo femminile che possono portare a un’insoddisfazione per le proprie condizioni fisiche. A segnalarlo è una ricerca apparsa sulla rivista scientifica Menopause, organo della Società Nord Americana per la Menopausa.

Necessarie strategie su misura

Stando a quanto riporta lo studio, occorre prestare maggior attenzione a quanto accade nel periodo che precede, accompagna e segue il termine della vita fertile. A fronte di questi dati, tuttavia, mancano ancora chiare evidenze scientifiche che possano mettere in relazione queste condizioni. Per questo appare interessante vedere come da alcune indagini le donne in perimenopausa tendano ad alterare i loro meccanismi di controllo dell’alimentazione, con un incremento della percezione di insoddisfazione corporea proprio in questa fascia d’età, legata anche ai mutamenti nella distribuzione del tessuto adiposo che si può osservare. Insomma, c’è la sensazione che proprio in questo periodo i rischi crescano, anche considerando le particolari condizioni psicofisiche, con comparsa e umore grigio, ansia e depressione oltre a sensazione d’astenia.

La ricerca pubblicata ha provato a studiare la struttura dei sintomi del disturbo alimentare in particolare durante la perimenopausa e la postmenopausa precoce, i ricercatori hanno utilizzato modelli statistici di analisi di rete per confrontare la struttura e l’importanza di specifici sintomi del disturbo alimentare nelle fasi riproduttive.

Siamo solo all’inizio e i numeri non consentono certo di giungere a conclusioni definitive, ma occorre comunque sottolineare che si conferma come l’insoddisfazione per l’immagine corporea possa rappresentare un fattore di rischio chiave per i disturbi alimentari nel corso della vita, specialmente nella mezza età.

Secondo gli esperti, la paura di ingrassare e la paura di perdere il controllo sulle abitudini alimentari sono sintomi centrali dei disturbi alimentari in perimenopausa e postmenopausa precoce. E per affrontarle correttamente occorre mettere a punto strategie multidisciplinari mirate ed efficaci.  In termini generali i disturbi alimentari importanti possono interessare nel corso della vita più del 13% delle donne, ma il trend percentuale tende a calare in età adulta, con una prevalenza sopra i 40 anni che si aggirerebbe intorno al 3%.

Periodi da conoscere

La menopausa viene identificata con l’ultima mestruazione della donna e rappresenta lo spartiacque tra la pre e la postmenopausa. La premenopausa varia da donna a donna, dura in genere tra i 3 e 5 anni ed è caratterizzata dalla progressiva riduzione della capacità dell’ovaio di produrre gli ormoni femminili, primi tra tutti gli estrogeni: la donna cessa di essere fertile e inizia ad avere alterazioni del ritmo mestruale.

La post-menopausa è invece caratterizzata dalla carenza stabile di ormoni estrogeni e da una precisa sintomatologia, che può già iniziare nella premenopausa, con vampate di calore, sudorazione, irritabilità, ansia, nervosismo, insonnia, calo del desiderio sessuale, secchezza vaginale, cistiti ricorrenti, dolori alle ossa e alle articolazioni, stanchezza, fatica.

Proprio il calo degli estrogeni, comunque, è nemico numero uno della salute femminile. Col tempo può aumentare il rischio cardiovascolare e metabolico e quindi può predisporre la donna, a distanza di diversi anni, al rischio di ictus e infarto. La carenza di estrogeni poi condiziona la perdita di massa ossea, con insorgenza di osteoporosi e conseguenti fratture.