Diabete, ecco quando mangiare gli alimenti giusti

Esiste un momento giusto per tenere a bada la glicemia: il diabete si controlla anche scegliendo il momento giusto per mangiare

Foto di Federico Mereta

Federico Mereta

Giornalista Scientifico

Laureato in medicina e Chirurgia ha da subito abbracciato la sfida della divulgazione scientifica: raccontare la scienza e la salute è la sua passione. Ha collaborato e ancora scrive per diverse testate, on e offline.

Ce lo dicono spesso. I bioritmi dell’organismo e i tempi del metabolismo vanno rispettati. Da tutti. È sempre meglio cercare di consumare gli alimenti a colazione e pranzo, lasciando un quantitativo minore di calorie la sera, con una cena che non dovrebbe arrivare troppo tardi. Queste regole valide per qualsiasi persona sono ancora più significative per chi fa i conti con il diabete. E se la dieta più corretta va indicata dal medico, non ci sono dubbi comunque che sia necessario prestare particolare attenzione ai macronutrienti ed in particolare agli zuccheri semplici, ai carboidrati complessi e ai grassi, oltre che svolgere una regolare attività fisica e a tenere sotto controllo il peso.

Il tutto, secondo i dettami del curante. Ma c’è un dato in più che arriva dalla ricerca. La scienza, oltre a ricordare che per tutti occorre seguire le indicazioni in termini di qualità e quantità dell’alimentazione, segnala anche come esista anche un ritmo circadiano da rispettare. Stando a una ricerca coordinata da Qingrao Song dell’Università di Harbin pubblicata su Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, anche l’ora del giorno in cui si mangiano determinati alimenti potrebbe contribuire a controllare al meglio la patologia metabolica. E contribuire a limitare il rischio di patologie cardiovascolari.

I consigli della cronodieta per il diabete

Diciamolo. Per le nostre abitudini cambiare radicalmente quanto si consuma a colazione per spostarlo nel pomeriggio o alla sera e viceversa non è semplice. L’aspetto del gusto non va trascurato. Stando a quanto ipotizzano gli autori della ricerca, che sono partiti dall’analisi delle tendenze di oltre 4600 persone le cui informazioni sono raccolte nella banca dati della National Health and Nutrition Examination Survey, esisterebbe una sorta di “profilo” alimentare ideale da rispettare, orologio alla mano, per limitare i rischi di andare incontro a problemi di natura cardiovascolare. a “gestire” le preferenze, più che il gusto, dovrebbe essere il ritmo dell’orologio biologico, che nelle 24 ore si modifica in base alle situazioni e ai flussi ormonali. Per questo, secondo l’analisi, pare proprio che i carboidrati dovrebbero essere assunti soprattutto la mattina (mai dimenticare la colazione) visto che proprio nelle prime ore della giornata appare migliore, mediamente, il metabolismo dei carboidrati. In particolare la mattina si tende ad avere una maggior sensibilità all’insulina (l’ormone che fa calare la glicemia).

La stessa insulina, peraltro, tende ad essere prodotta in quantità maggiore proprio nelle prime ore del giorno. Poi, col tempo, l’efficacia di questo sistema di controllo tende a limitarsi naturalmente. Per questo pane e simili andrebbero consumati soprattutto a colazione e pranzo, mentre i cibi integrali potrebbero essere lasciati soprattutto al pomeriggio e alla sera, con verdure a foglia verde e altri alimenti che sollecitano solo minimamente la risposta dell’insulina. Sia chiaro: ci sono aspetti che, in termini di prevenzione, vanno sempre considerati. Si sa ad esempio che chi mangia spesso carni processate è a maggior rischio cardiovascolare ed anche questo studio conferma questi pericoli, a prescindere dal metabolismo glucidico.

Rispettiamo i ritmi del corpo

La cronobiologia, senza considerare i risultati di questo studio, rappresenta uno dei settori di studio di maggior interesse scientifico. Nelle prime ore della mattina, ad esempio, occorre prestare attenzione alla salute cardiovascolare visto che la pressione tende ad alzarsi e non bisogna sottovalutare che possono riaccendersi i dolori correlati all’artrosi, legati alla prolungata “sosta” della notte di sonno. poi, vero la tarda mattinata, chi soffre di mal di testa rischia di avere ore particolarmente difficili. È però il momento in cui il cervello è maggiormente recettivo per poi “riposare” con il pranzo e con la digestione successiva.

Nel primo pomeriggio tendono a ravvivarsi le risposte muscolari, per cui è il momento dell’attività fisica, mentre con l’avvicinarsi del buio scendono le prestazioni ormonali. Progressivamente si entra nel ritmo ideale per il sonno, durante il quale il corpo comunque lavora. L’attività nelle ore di riposo interessa soprattutto il sistema immunitario. Nelle ore notturne aumenta la produzione di linfociti T (i globuli bianchi che coordinano le difese dell’organismo) ed anche la produzione di interleuchine, elementi chimici che aumentano queste azioni difensive.