È difficile incanalare la calvizie in una definizione scientifica: non trattandosi di una malattia, un disturbo o una patologia, è possibile dire che la calvizie si “limiti” ad essere una condizione. Si parla di condizione e non di patologia perché la calvizie potrebbe colpire anche soggetti sanissimi e che non presentano malattie che possano giustificare la perdita dei capelli.
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Quali sono i soggetti maggiormente colpiti da calvizie?
I soggetti maggiormente colpiti da calvizie sono solitamente gli uomini, ma non è raro che si possa manifestare anche in donne e bambini. La più comune tuttavia è l’alopecia androgenetica, tipica dei soggetti maschili.
Questa si presenta inizialmente con un diradamento dei capelli, soprattutto nella parte superiore della testa e vicino alle tempie e alla fronte. Insomma, è ciò che in linguaggio comune chiameremmo “stempiamento”. Un uomo stempiato è – la maggior parte delle volte – un uomo affetto da alopecia androgenetica.
Esistono cause per la calvizie?
Purtroppo, per la maggior parte delle volte, la calvizie è di tipo ereditario. Ciò significa che alla base vi è una predisposizione genetica che può unirsi ad altri fattori che poi portano alla perdita dei capelli. Tuttavia, specie se non vi fossero casi di calvizie in famiglia, all’insorgenza del problema sarebbe comunque opportuno parlare con un medico perché potrebbero celarsi altre cause.
La calvizie infatti può svilupparsi anche per disfunzioni tiroidee, malattie sistemiche come psoriasi e lupus, infezioni a carico del cuoio capelluto o per eccessivo stress psicofisico.
Perdere tanti capelli è sempre sintomo di calvizie?
In realtà no, anzi. Ci sono dei periodi dell’anno in cui è normale perdere più capelli del solito, come ad esempio in corrispondenza dei cambi di stagione. La calvizie si diagnostica principalmente osservando non tanto la quantità dei capelli che si perdono, ma le modalità in cui questo avviene.
Il diradamento che parte dalle tempie, l’attaccatura dei capelli che va arretrandosi, o chiazze sulla nuca in cui i capelli sono davvero radi: in questi casi si può iniziare a sospettare la calvizie.
È possibile prevenire la calvizie?
Abbiamo già illustrato come, per la maggior parte dei casi, la calvizie sia di origine genetica. Non è dunque possibile invertire il processo, ma è certamente possibile rallentare la caduta dei capelli grazie ad uno stile di vita sano, all’eliminazione del fumo (qualora si sia fumatori), e anche ad alcuni rimedi farmacologici che vedremo più avanti.
Per quanto concerne le donne, ad esempio, sarebbe bene non stressare la propria chioma con continue piastre di calore, che vanno ad indebolire il capello. Anche eccessivi lavaggi, shampoo aggressivi e trattamenti di colorazione – così come pettinare i capelli in maniera errata e violenta – non sono operazioni consigliate.
Come si effettua la diagnosi di calvizie
Prima di arrivare ad una diagnosi di calvizie, il medico di base potrebbe consigliarvi varie visite di controllo. Fra queste, sicuramente una chiacchierata con un dermatologo – più alcuni esami medici per escludere eventuali patologie come disfunzioni tiroidee, lupus e psoriasi. A quel punto si passa ad un’analisi tricologica prelevando un campione dal cuoio capelluto, che verrà poi analizzati in laboratorio per determinare la salute del bulbo pilifero.
Quali rimedi e trattamenti adottare per la calvizie
Per limitare la calvizie, il medico può consigliarvi l’assunzione di integratori vitaminici con azione antiossidante. Questo stimolerà l’azione dei bulbi piliferi ancora attivi. Ovviamente, i diversi trattamenti farmacologici (ad esempio con minoxidil o finasteride per via orale) non hanno l’obiettivo di far ricrescere il capello, ma sono di limitarne la caduta.
C’è un modo per far ricrescere i capelli?
Non esiste un modo per far ricrescere i capelli, ma si può comunque optare per la chirurgia. Questa viene eseguita prelevando i bulbi dalla cute integra, per poi trapiantarli nelle zone della testa dove non sono presenti i capelli. Le nuove frontiere nella cura dell’alopecia comprendono trattamenti rigenerativi che mirano a stimolare la ricrescita dei capelli a livello cellulare.
Il trattamento con laser (Low-level laser therapy) può essere un’opzione nei casi refrattari alla terapia farmacologica, ma potrebbero essere necessarie numerose sedute. Il trattamento con plasma ricco di piastrine (PRP) invece, sfrutta i fattori di crescita presenti nel sangue del paziente per promuovere la salute dei follicoli piliferi e si è rivelato sicuro ed efficace, seppur costoso.
Fonti bibliografiche:
- American Academy of Dermatology Association, Hair Loss: Diagnosis and Treatment