La felicità altrui non dovrebbe mai amareggiarti

Quello che proviamo a volte non ci piace. Ma è solo ascoltandoci che possiamo imparare e migliorare

Ci hanno insegnato, sin da bambine, a rispettare il prossimo, ad aiutarlo e a condividere con lui i momenti di successo e fallimento. Da grandi ci siamo rese conto di quanto queste lezioni, impartite dalle nostre mamme fin dai primi anni di vita, siano le virtù più belle che una donna possa avere.

E così, tra sorrisi e abbracci, accogliamo tutte le cose belle che capitano alle persone che ci circondano, perché desiderare il bene altrui è fonte di felicità. Eppure, succede a volte, che quella felicità non ci faccia gioire, non come avevamo immaginato e voluto, e ci vergogniamo per questo.

Come possiamo ammettere ad alta voce che non siamo entusiaste del successo di un amico, del nostro partner o di un parente? Vuol dire forse che siamo persone cattive, egoiste e invidiose? Prima di colpevolizzarci e di identificarci in mostri, quali non siamo, cerchiamo di capire perché siamo suscettibili a questi sentimenti, e cosa si nasconde dietro a quello che proviamo.

Partiamo dal presupposto che siamo esseri umani e che non possiamo controllare le nostre emozioni, al contrario però possiamo ascoltarle. Quando qualcuno che amiamo raggiunge un traguardo, la nostra prima reazione è quella di condividere quel momento, salvo poi sentire qualcosa dentro: i comportamenti che abbiamo non riflettono quello che proviamo, siamo davvero invidiose della felicità degli altri?

Provare felicità per i successi degli altri è un sentimento meraviglioso, che ci rende più grandi e rafforza il rapporto con le persone. Quella che sentiamo dentro, e che ci fa sentire anche in colpa, è frustrazione: forse anche noi volevamo un successo simile a quello dell’altra persona, forse non siamo soddisfatte della nostra vita, forse abbiamo perso troppe occasioni e vediamo in quell’obiettivo raggiunto i nostri fallimenti.

Ecco, ci stiamo ascoltando. Il punto quindi non è non essere in grado di gioire con e per chi amiamo, tanto più capire che c’è qualcosa che non va nelle nostre vite. E questa è una cosa che si applica a chiunque, anche a un conoscente o a uno sconosciuto: non dovremmo mai identificarci nelle altre persone o paragonare i percorsi di vita, perché ognuno ha i suoi tempi, i suoi modi e le sue esperienze.

La felicità altrui non dovrebbe mai amareggiarci, anzi. Quando questo accade, possiamo approfittare della situazione per guardarci dentro a ampliare la nostra prospettiva, e piuttosto che minimizzare un successo, potremmo prendere esempio da quello, per ritrovare la nostra forza e l’energia vitale.

Lasciamo quindi che amore, gentilezza e condivisione prendano il sopravvento sull’invidia e sulla frustrazione, individuando i motivi e lavorando su noi stesse. E a quel punto allora, nessuno più ci fermerà.