Lui, lei e le vacanze: chi paga?

Coppie del terzo millennio fra convinzioni retrò e posizioni post-femministe

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Redazione

DiLei è il magazine femminile di Italiaonline lanciato a febbraio 2013, che parla a tutte le donne con occhi al 100% femminili.

Le vacanze -si sa- sono l’ossigeno delle coppie: mare, viaggi esotici, nuovi orizzonti non possono che riscaldare i cuori e rinvigorire le lenzuola. Ma c’è un argomento capace di seminare zizzania tra gli innamorati in partenza, ancora prima di chiudere la valigia: nel terzo millennio e in piena crisi economica a chi tocca aprire il portafogli? Abbiamo fatto un rapido sondaggio fra quattro amiche e un esemplare di maschio che passava per caso e ancora un po’ ci scanniamo… Tra posizioni pre-femministe, convinzioni post-sessantottine e teorici del fifty-fifty a oltranza, siamo giunte a una conclusione: per chi non vive nell’oasi protetta dal regime di comunione di beni, le ferie d’agosto possono essere un bel problemino.

Quelle del mai pagare un uomo

(A meno che non si tratti di un gigolò). Le donne che appartengono a questa categoria sono rimaste ferme ai bei tempi andati, quando i cavalieri ti venivano a prendere sotto casa in macchina, ti aprivano lo sportello e ti invitavano a cena (pagando loro), ti regalavano mazzi di rose rosse e ovviamente offrivano le vacanze con tanto di biglietti aerei prepagati. Incuranti che la specie in questione è ormai estinta da anni, le moderne Doris Day sostengono sia meglio restare zitella (non single, notate bene) piuttosto che ritrovarsi a dividere il conto dell’albergo, con la dolce metà, mentre si fa colazione a bordo piscina.

Quelli del metà per ciascuno non fa male a nessuno

Di solito sono uomini e probabilmente un po’ tirchi, che cominciano a tirare in ballo la parità dei sessi, la paura di offendere l’orgoglio femminile, il senso di giustizia. Ma un numero crescente di fanciulle è disponibile a fare cassa comune pur di raggiungere la meta agognata, magari rivendicando una revisione delle quote in base alla busta paga: un 70% lui e un 30% lei. Le variazioni sul tema sono comunque infinite: ci sono coppie che amano dividere ogni singolo scontrino al centesimo e altre che preventivano un budget da cui non si sgarra e lo spartiscono equamente, altre più libere, che tirano fuori la carta di credito una volta per uno. Il concetto di base è lo stesso: famo alla romana!

Quelli che si basano sul redditometro

Perché devo dormire in una pensioncina senza bagno in camera, se con il mio conto in banca posso permettermi un quattro stelle e pagarlo pure al mio fidanzato squattrinato? Questa la tesi post-moderna di chi non fa una differenza di genere, ma di stipendio: chi è più ricco paga (e in Italia sono quasi sempre gli uomini, quindi si ritorna al punto 1). L’importante è non rovinare l’idillio vacanziero con la pratica poco romantica dei “conti”. Tuttalpiù il partner senza portafoglio, potrà ogni tanto fare il beau gest di offrire un aperitivo guardando il tramonto.