Ho sposato un uomo molto più grande di me. E me ne pento

Ho scoperto che quella gabbia dorata di cui parlano film e libri esiste davvero e io ci sono rinchiusa ormai da tempo

Se solo ci fosse una formula magica per individuare il compagno della vita, ne sono certa, avrei evitato tantissime delusioni d’amore, ma soprattutto non mi ritroverei qui, adesso, ad affrontare il fallimento più grande di sempre: quello di vivere in un matrimonio senza amore, il mio.

Ho scoperto che quella gabbia dorata di cui parlano film e libri esiste davvero e io ci sono rinchiusa ormai da tempo. Ed è facile ora dire che se solo avessi ascoltato i preziosi consigli di mia madre, e di chi guardava la mia storia dall’esterno e con lucidità, non mi ritroverei in questa situazione. Ma la verità è che a quei tempi ho seguito il cuore, o forse più l’istinto e la voglia di dimostrare al mondo che ero pronta per una relazione matura, e ho scelto di sposare un uomo più grande di me. Molto più grande.

Ma sapete, a vent’anni è facile restare ammaliate dai successi e dalla sicurezza di un uomo già vissuto. Una persona brillante e devota alla sua carriera, grazie alla quale ha costruito tutti le sue scalate professionali e personali. Un uomo capace di dirigere risorse, persone e ostacoli solo con uno schiocco di dita. Mentre io non ero neanche in grado di scegliere la facoltà alla quale iscrivermi, o lo smalto migliore da mettere per il primo appuntamento con lui. Mi viene da ridere a pensarci, non fosse che il finale è stato così amaro.

Perché all’epoca più lo conoscevo, più restavo estasiata dai suoi modi di fare e provato una sorta di dipendenza nei confronti di quelle emozioni, così da non riuscirci a rinunciare. Ho provato tanta ammirazione nei confronti dell’uomo che nel giro di pochissimo tempo è diventato mio marito, salvo poi comprendere che non c’era amore dietro questa forma di venerazione.

Non ci è voluto neanche poi così tanto a comprenderlo. Perché mentre i suoi sogni straordinari si esaurivano, con il passare del tempo, i miei venivano fuori prepotentemente, ma non erano mai supportati dall’uomo che aveva promesso di starmi accanto nel bene e nel male.

No, non gli faccio una colpa per questo. Ci siamo ritrovati a percorrere due binari paralleli a velocità troppo diverse. E nessuno dei due ha saputo mantenere il passo con l’altro, o forse non ha voluto farlo. Così mentre io cerco ancora la passione, tra le piccole cose della vita e dalla mia relazione, lui pretende la tranquillità mentale e fisica.

Mentre io desidero avere la libertà di poter cambiare le cose, le idee e le prospettive in corsa, lui rinforza le pareti di questa gabbia dorata dalla quale temo di essere rinchiusa per tutta la vita.