L’estate dei delitti: quando il caldo fa “impazzire”

Esiste un legame tra i delitti commessi in estate e l'aumento delle temperature? Per la scienza non ci sono dubbi

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor e storyteller

Scrittrice e storyteller. Scovo emozioni e le trasformo in storie. Lifestyle blogger e autrice di 365 giorni, tutti i giorni, per essere felice

Alberica Filo della Torre, Simonetta Cesaroni e Sarah Scazzi: questi sono solo alcuni dei nomi delle vittime di quei delitti che sono rimasti impressi nella memoria collettiva e che, in un modo o nell’altro, hanno scritto alcune delle pagine più nere della storia dell’Italia.

Alberica aveva 42 anni all’epoca dei fatti, e ancora tutta una vita davanti a sé, quando il 10 luglio del 1991 il suo ex maggiordomo la uccise. Il corpo senza vita fu ritrovato nella camera da letto della sua villa dell’Olgiata. Il colpevole di quel delitto che sconvolse la Roma Bene venne arrestato dopo 20 anni dall’omicidio, e rilasciato dopo 10.

Simonetta Cesaroni è stata la protagonista involontaria e la vittima innocente di quello che il nostro Paese ricorda come il delitto di via Carlo Poma.  Il suo corpo senza vita, e deturpato da numerose ferite da taglio, è stato ritrovato il pomeriggio del 7 agosto del 1990. Sono passati anni da quella tragica morte, eppure l’assassino non è mai stato individuato.

Sarah Scazzi aveva soltanto 15 anni quando, nell’agosto del 2010, fece perdere le sue tracce. A differenza di ciò che si pensava, però, il suo non era stato un allontanamento volontario: l’adolescente era stata uccisa. Il suo corpo senza vita è stato trovato, poi, in un pozzo di raccolta nella campagna di Avetrana. A ucciderla erano state sua cugina e sua zia, Sabrina Misseri e Cosima Serrano.

Ma cos’hanno in comune le storie di Alberica Filo della Torre, Simonetta Cesaroni e Sarah Scazzi? Si tratta di episodi che hanno avuto un’importante risonanza mediatica che, inevitabilmente, hanno scosso l’Italia intera. Omicidi che hanno visto morire donne, di età e provenienze diverse, ma soprattutto  delitti che si sono consumati tutti in estate, e non sono gli unici.

Viene da chiedersi dunque se esiste una qualche correlazione tra l’aumento delle temperature, che si fanno talvolta insopportabili, e quella lucida follia omicida che diffonde terrore e dramma nelle grandi città, così come nei piccoli villaggi. La risposta, ancora una volta, la fornisce la scienza che conferma che sì, in estate i delitti tendono ad aumentare. Scopriamo perché.

Delitti d’estate: così aumenta la criminalità

Adolphe Quetelet, astronomo e statistico belga conosciuto per l’elaborazione del concetto di uomo medio, era arrivato prima di tutti a ipotizzare la legge termica del crimine. Alcuni secoli fa, infatti, lo studioso aveva teorizzato la correlazione tra il caldo e la crescita dell’attività criminale. Indipendentemente dai moventi, dagli assassini e dalle vittime, infatti, gli efferati omicidi che vengono compiuti durante l’estate trovano, tra le tante cause, anche la mal sopportazione dell’eccessivo calore.

Una teoria, questa, confermata anche da dati e studi più recenti, tra i quali spicca quello del Dipartimento di Giustizia Americano che, nel 2014, ha portato alla luce dei dati tutt’altro che confortanti. Secondo l’ente, infatti, i crimini registrati durante la stagione estiva sono di gran lunga superiori a quelli consumati nei mesi invernali. Un dato, questo, che riguarda sia i delitti contro il patrimonio (estorsione, rapine, furti) sia contro le persone. I motivi principali sono attribuiti proprio all’aumento delle temperature che inciderebbe sulla razionalità delle persone scatenando quella che noi, banalmente, classifichiamo come pazzia.

A confermarlo sono anche i fatti di cronaca, che sembrano aumentare spaventosamente proprio durante l’estate. Nel nostro Paese, per esempio, alcuni dei delitti che hanno segnato la storia sono stati commessi durante nei mesi estivi. Alberica Filo della Torre, Simonetta Cesaroni e Sarah Scazzi, come abbiamo già visto. Ma anche la storia di Ferdinando Carretta, che aveva sterminato la sua famiglia nell’agosto del del 1989, e l’omicidio di Chiara Poggi.

Le evidenze scientifiche sono tante e diverse, eppure tutte registrano una tragica e drammatica tendenza che non possiamo ignorare. Secondo quanto riportato dall’associazione Psychologists for Social Responsibility nei periodi di alta stagione si registra un aumento di aggressioni, stupri e furti. Il motivo, secondo gli esperti, risiede nelle abitudini che perpetuiamo durante l’estate e che ci portano quindi a vivere la maggior parte del tempo fuori casa.

Un’altra statistica, portata alla luce dall’FBI ha confermato che in estate i crimini più efferati raggiungono picchi del 20% in più rispetto a quelli commessi durante l’anno. Tra questi spiccano i casi di violenza domestica che, con le alte temperature, aumentano a dismisura. Ma la colpa è solo delle abitudini mutate? Secondo gli esperti della University of London la risposta è no. Il caldo, infatti, provoca una risposta corporea volta ad aumentare adrenalina e testosterone che, a loro volta, causerebbero risposte e comportamenti aggressivi.

Gli effetti “spaventosi” del caldo

La correlazione tra aumento di temperature e delitti, dunque, è confermata dalla scienza e dagli esperti. Se da una parte sono tante e diverse le evidenze che confermano gli effetti benefici della luce e della presenza del sole nelle nostre giornate, dall’altra invece si registrano tutta una serie di conseguenze negative dovute al caldo estremo.

Come abbiamo anticipato, gli esperti concordano nel fatto che le motivazioni sono soprattutto due: una sociale e l’altra biologica. Trascorrendo più tempo all’aria aperta, infatti, aumentano i contatti sociali e, di conseguenza, le occasioni per commettere degli atti criminali provocati anche e soprattutto dall’aumento degli ormoni che si tramutano in una maggiore aggressività nelle persone.

Secondo una ricerca condotta da Andrea Giuliacci per Mondadori Education, e basata sugli studi americani, i cambiamenti climatici che si stanno già abbattendo rischiano di creare delle conseguenze davvero preoccupanti. Vista la curva delle tendenze, infatti, il rischio è che entro la fine del secolo – e con l’aumento costante delle temperature – si arriverà ad assistere un incremento di 34 crimini violenti ogni 100 000 persone.

Le conseguenze del caldo sono tante e diverse, e non tutte arrivano a far commettere gesti di violenza estrema (e meno male!), eppure non si possono ignorare. Secondo uno studio condotto dalla Scuola di Salute Pubblica dell’Università di Harvard, il caldo eccessivo ha delle conseguenze negative molto importante sulle persone, e influisce sulla memoria e sulle capacità logiche.

Secondo Paola Vinciguerra, psicoterapeuta e presidente dell’Eurodap, lo stress termico che subisce il corpo durante l’estate incide sull’equilibrio comportamentale, anche e a causa della perdita del sonno che influisce in maniera negativa sui nostri ritmi biologici. L’Istituto di ricerca dell’Hospital del Mar di Barcellona, secondo quanto riportato dall’ANSA, ha registrato durante la celebre ondata di caldo del 2003 un aumento di comportamenti violenti e una certa propensione nell’utilizzo e nell’abuso di droghe.